FAJR

del capo coperto


Nei giorni scorsi il Parlamento turco ha approvato due emendamenti costituzionali che di fatto aboliscono il divieto di indossare il velo da parte delle studentesse universitarie.La questione del velo è una di quelle "faccende" di non facile soluzione.Il padre della Turchia laica e moderna, Kemal Ataturk, impose quel divieto per consentire alle donne turche di procedere più speditamente nel cammino di emancipazione.Oggi viene reintrodotto il suo uso per consentire alle donne osservanti di uscire di casa e di proseguire con gli studi superiori.Ho visitato la Turchia qualche tempo fa, caso ha voluto fosse nel mese del Ramadan. Ho lavorato per un breve periodo negli uffici governativi di Ankara, ho ragionato di Europa con i funzionari. Ho passeggiato per le strade della cittadella e tra le bancarelle del mercato, lungo i grandi viali e nelle zone commerciali all'occidentale. Ho indossato l'hijab per poter visitare la bellissima moschea moderna...Sono affascinata dalla cultura e dalla religione islamica, ma sto con Giuliana Sgrena quando scrive:«Il velo rappresenta, e non solo simbolicamente, l’oppressione della donna nel mondo islamico. Dietro la sua imposizione non si nasconde solamente il tentativo forzato di reislamizzazione condotto dalle forze islamiche più tradizionaliste. È in atto una vera e propria guerra contro le donne, contro il loro corpo, visto come terreno di battaglia su cui affermare principi e consuetudini che in molti casi risalgono addirittura a ben prima della tradizione islamica, ma che si incrociano perfettamente con un “nuovo” ritorno all’ordine maschile e reazionario. Più dei carri armati americani, sono le donne, e le loro organizzazioni, come dimostra l’esperienza algerina, a poter fermare l’imponente ondata illiberale che sta per prendere il sopravvento nei paesi islamici. Si gioca qui la vera sfida democratica dell’altra sponda del Mediterraneo.»G. Sgrena, "Il prezzo del velo", Feltrinellianche qui