FAJR

sigillare uno stadio per attraversare l'incrocio


"Ogni volta che torna l'anniversario del 13 aprile 1975 mi assale una paura profonda"."Ho paura di coloro che hanno forgiato quella storia, che l'hanno incoraggiata, facilitata (…). Ho paura di quelli che si sono appesi alle sue corde. Ho paura di quelli che hanno scalato le montagne di cadaveri. Ho paura di quelli che hanno lucidato le loro foto con fiumi di sangue…"Ghassan Sharbil tira poi fuori dal taschino la penna e sull'immaginaria tovaglia di carta del tavolo condiviso col lettore inizia a snocciolare nomi ed età anagrafiche. Età dei signori della guerra di un tempo. Sono quasi tutti ancora vivi, molti sono ancora leader, alcuni ricoprono persino cariche istituzionali."Quando fu sparata la prima pallottola quel 13 aprile 1975 (…) Walid Jumblat (attuale leader druso) aveva 26 anni e avrebbe a breve fatto irruzione nel conflitto portando in braccio la salma del padre (Kamal, ucciso nel 1977). Avrebbe siglato alleanze e fatto nemici, avrebbe combattuto e firmato tregue. La sua storia di guerra è lunga e spinosa e non è ancora venuto il momento di scriverla"."Nabih Berri (attuale leader sciita e inamovibile presidente del Parlamento) aveva all'epoca 37 anni e sarebbe spuntato dal mantello dell'Imam Musa Sadr (scomparso nel 1978). La sua comunità avrebbe poi visto la nascita di una stella d'eccezione nella sua storia, il Sayyid Hasan Nasrallah (attuale leader di Hezbollah), che allora aveva solo 15 anni"."Michel Aoun (uno dei leader maroniti) ne aveva 40 ed era a Sidone quando sentì degli eventi di Ain Remmane (dove per convenzione scoppiò la guerra). L'anno successivo sarebbe tornato a Beirut in un elicottero militare dal quale avrebbe visto bruciare Damur(…). Aoun sarebbe poi entrato in guerra, e due di queste guerre avrebbero portato la sua firma. Assaporò il gusto del comando e quello dell'esilio, ma il palazzo presidenziale sarebbe rimasto per altri generali".Samir Geagea (altro leader maroinita, delle Forze libanesi) era invece studente all'Università americana di Beirut (Aub) e aveva 23 anni (…). La guerra lo richiamò e lui ci entrò come un grande combattente, infliggendo e subendo colpi dolorosi. Conobbe il sapore della prigione e della leadership, imparando a vivere sul crinale del pericolo"."Elie Hobeika (il presunto autore materiale della strage di Sabra e Shatila nel 1982) aveva appena 19 anni ed era uno sconosciuto impiegato di banca. Quando seppe della guerra se ne stava in piscina a nuotare. Anche lui seguì il richiamo delle armi e andò lontano. Il suo nome è stato legato ai dolori di quelle stagioni e alle peggiori pratiche. Il 24 febbraio 2002 ho sentito il boato di un'esplosione e ho visto del fumo provenire centinaia di metri lontano da casa mia. La guerra lo aveva divorato"."Saad Hariri (attuale premier) aveva appena cinque anni e in futuro sarebbe entrato nel Club dei leader portando a spalla il feretro del padre (Rafiq, ucciso nel 2005) in una città in lacrime, in un Paese invaso dal pianto. Ora assapora l'amaro del governare. Non c'è altro spazio per continuare questa lista - conclude Sharbil. Ogni volta che torna il 13 aprile, sento la paura. La paura degli anni che sono andati perduti, degli anni che si perderanno".Richiuso il giornale, a passeggio per Beirut in un martedì che è sembrato come tutti gli altri, si scopre che mentre allo stadio comunale i 22 della politica libanese mettevano in scena l'ennesima farsa a porte chiuse (Bianchi Vs Rossi, Hariri premier ha giocato tra i rossi, che si sono imposti per 2 a 0), di fronte al Museo nazionale, in un incrocio-mitico della città dove per 15 anni è passata la "Linea di contatto" tra le due metà della città, i rappresentanti delle diverse comunità religiose e il ministro degli interni Ziad Barud rispondevano, schierati in fila e seduti, alle domande pre-elaborate di selezionati studenti delle scuole libanesi, delle università, delle associazioni di volontariato, degli scout di ciascuna confessione.
Beirut, aereoporto, dicembre 2009PeaceReporter >>>Shta'nalek ya Beirut - Pascale Sakr