Creato da Fajr il 30/10/2007

FAJR

... come fiordalisi in un un campo di grano. (D. Bonhoeffer)

Messaggi di Novembre 2007

delle feste e degli auguri

Post n°44 pubblicato il 29 Novembre 2007 da Fajr
 

... solo una sintesi


Che regali vorresti per Natale, Hanukkah,
Kwanza, Yule e per il solstizio d'inverno?

Scrivi a Budda Natale all'indirizzo

uaregod@comcast.net



solstizio d'inverno >>>

budda >>>

kwanza >>>

yule >>>

hanukkah >>> >>>

natale >>> >>>

dopo aver letto l'oroscopo su Internazionale n. 720
e visitato qualche blog

 
 
 

soluzione gioco (!!!)

Post n°43 pubblicato il 28 Novembre 2007 da Fajr
 

Rapporto UNDP sullo sviluppo umano 2007-2008
"Combattere il cambiamento climatico: solidarietà umana in un mondo diviso".


Mutamenti climatici inevitabili e un miliardo di persone già oggi in pericolo per eventi catastrofici causati dall'emergenza clima. Adattarsi significa pagare ora 86 miliardi di dollari l'anno entro il 2015. Il mondo deve agire con urgenza e l'obiettivo deve essere ambizioso con limiti più rigorosi nel post-Kyoto, cioè dopo il 2012: tagliare i gas serra dell'80% entro il 2050.
Questa la fotografia scattata dal Rapporto sullo sviluppo umano 2007-2008, del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo (Undp), presentato il 27 novembre a Roma. Oltre 400 pagine per tirare le fila dell'emergenza clima a una settimana dall'apertura della Conferenza mondiale di Bali (3-14 dicembre).
Secondo il rapporto, mutamenti pericolosi del clima saranno inevitabili nei prossimi 15 anni se le emissioni seguiranno la tendenza dei 15 anni precedenti. Per questo i cambiamenti climatici impongono all'umanità scelte sostanziali e per evitare rischi catastrofici si può solo scegliere di intervenire con urgenza ma la consapevolezza di questa urgenza al momento manca.
Tra le novità del Rapporto, la proposta di istituire un fondo ad hoc di 25-50 miliardi di dollari l'anno per le energie sostenibili.

Ecco i principali effetti dei cambiamenti climatici:

- POPOLAZIONI IN PERICOLO: quasi un miliardo le persone che già oggi rischiano eventi catastrofici: 344 milioni quelle esposte a cicloni tropicali, 521 milioni a inondazioni, 130 a siccità, 2,3 milioni a frane. L'approccio attuale all'emergenza clima sarà cruciale per il 40% più povero, cioè circa 2,6 miliardi di persone. Per dare un'idea delle proporzioni, nei Paesi Ocse le catastrofi climatiche hanno colpito un abitante su 1.500, mentre nei Paesi in via di sviluppo il dato è di 1 su 19.
- SALUTE: la diffusione delle principali malattie mortali potrebbe aumentare come la malaria, che già causa circa un milione di decessi all'anno e potrebbe colpire altri 220-400 milioni di persone. Inoltre l'espansione della febbre di dengue potrebbe aumentare le persone a rischio da 1,5 miliardi a 3,5 miliardi entro il 2080.
- SICUREZZA ALIMENTARE: la malnutrizione potrebbe colpire 600 milioni entro il 2080.
- ECOSISTEMI: metà dei sistemi di barriere coralline è soggetto allo sbiancamento e i ghiacci si stanno sciogliendo, specie nella regione artica. Con un aumento delle temperature così veloce piante e animali sono in pericolo: se il Pianeta dovesse scaldarsi di 3 gradi, il 20-30% delle specie terrestri sarebbe a rischio estinzione. Ecco invece le possibili contromisure:
- OBIETTIVI: riduzione di gas serra di almeno l'80% entro il 2050, con riduzioni del 20-30 per cento entro il 2020 per i paesi ricchi; riduzione del 20% di emissioni entro il 2050 per i paesi in via di sviluppo. Obiettivo totale di emissioni è di 450 parti per milione con una soglia del rischio a 2 gradi su livelli preindustriali
- EMISSION -TAX: tassazione delle emissioni a un livello di 10-20 dollari per tonnellata di Co2 nel 2010 con incrementi annuali fino alla quota di 60-100 dollari per tonnellata di Co2. L'adozione di sistemi di contenimento di scambio di quote di emissioni che riducano del 20-30 per cento le emissioni di Co2 entro il 2020: il 90-100 per cento dei permessi deve essere scambiato entro il 2015.
- ADATTAMENTO: servono finanziamenti nuovi e aggiuntivi pari ad almeno 86 miliardi di dollari l'anno entro il 2015.
- FONDO MITIGAZIONE: Fondo mitigazione cambiamenti climatici (Ccmf) da 25-50 miliardi di dollari l'anno per investimenti in energie a basse emissioni nei paesi in via di sviluppo.
- MIX ENERGETICO: il nucleare avrà un ruolo importante ma non sarà la soluzione. Il 20% di rinnovabili fissato dall'Ue per l' elettricità è realizzabile. Importanti i capitoli efficienza energetica e cattura e stoccaggio delle emissioni
- POST-KYOTO: giungere a un accordo internazionale vincolante che comprenda i paesi in via di sviluppo e dove i paesi industrializzati assumano un ruolo guida.

Fonte: Gazzetta del Mezzogiorno online

 
 
 

gioco (!!!)

Post n°42 pubblicato il 28 Novembre 2007 da Fajr
 

ebbene - sì - ancora numeri (questi sono freschi freschi...)
non potevo non parlarne

344 milioni
521 milioni
130
2,3 milioni
40%
2,6 miliardi
un abitante su 1.500
1 su 19.
220-400 milioni
da 1,5 miliardi a 3,5 miliardi entro il 2080
600 milioni entro il 2080
3 gradi
20-30%
l'80% entro il 2050
20-30 per cento entro il 2020
20% entro il 2050
450 parti per milione
2 gradi
10-20 dollari
60-100 dollari
20-30 per cento entro il 2020
90-100 per cento entro il 2015.
86 miliardi di dollari l'anno entro il 2015.
25-50 miliardi di dollari l'anno
20%

 
 
 

a chi so io...

Post n°41 pubblicato il 28 Novembre 2007 da Fajr
 





 
 
 

Pari opportunità

Post n°40 pubblicato il 26 Novembre 2007 da tanksgodisfriday
 
Foto di Fajr

Il paese migliore per le opportunità che una donna incontra nella vita? La Svezia.
Ma anche Norvegia (2°), Finlandia (3°), Islanda (4°) e, da quest'anno non è male nemmeno in Lettonia (13°) e Lituania (14°). Va invece maluccio se la signora si trova a vivere in Yemen (128°), Pakistan (126°), Arabia Saudita (124°).

Fin qui non è una notizia, o almeno non di quelle che sorpendono. Ma poi sono andato a cercare l'Italia e l'ho trovata all'84° posto. Prima di noi: Sri Lanka (15°), Namibia (29°), Uzbekistan (41°) e il resto dell'Europa.

La classifica l'ha stilata il World Economic Forum, e riguarda il Gender Gap, la differenza di opportunità tra uomini e donne, in 128 paesi. I parametri presi in considerazione sono quattro:
- livello e opportunità di partecipazione economica
- educazione scolastica
- salute e speranza di vita
- peso nella gestione politica della nazione
Importante notare che di questi parametri non è stato stimato il livello assoluto, ma la differenza tra uomini e donne.

Nel dettaglio vediamo di cosa possono a buon diritto lamentarsi le nostre signore.

Comincio da quello che va bene: l'educazione scolastica, siamo al 32° posto. Si potrebbe dire addirittura che per le signore va benissimo: bilanciata la partecipazione  nella scuola primaria e secondaria, la percentuale di donne che proseguono con l'università si mantiene molto alta, mentre quella degli uomini si abbatte. È una costante nei paesi che non abbiano evidenti discriminazioni verso il mondo femminile, verrebbe da dire che le signore siano predisposte allo studio, almeno più di noi maschi.

Bene anche la salute, non c'è apparente discriminazione, ci penalizza solo un tasso di nascite femminili più basso rispetto ad altri paesi: da noi il 48% dei nati sono in rosa. Siamo all'82° posto.

Prima nota dolente: le donne in politica, siamo all'80° posto, ma sono i dettagli a essere sconfortanti.
Donne in Parlamento: 17%, ministri: 8%.
Mi sono spesso chiesto peché le donne non scelgano una donna al momento del voto. Certo, ci sono poche candidate, ma ci sono! Perché una donna non ha fiducia in un'altra donna e le preferisce spesso e volentieri un uomo?
C'è però da dire che non va assolutamente bene che la percentuale di donne ministro sia la metà rispetto a quella della loro presenza in Parlamento: se vogliamo cambiare tendenza va fatto il contrario, più presenza femminile dove si decide è la migliore propaganda politica che si possa immaginare.

Veniamo adesso al disastro: livello e opportunità di partecipazione economica, siamo al 101° posto su 128.
È bassa la percentuale di donne occupate, fatto questo che riporta anche oggi il Sole24Ore: siamo in fondo alla classifica OCSE.
E poi la signora porta a casa un salario che è in media poco più di metà di quello dell'uomo, segno questo di un ruolo mediamente molto più basso nelle gerarchie lavorative. Infatti solo il 21% di manager, "capi" in genere e legislatori è femmina. Anche in ambito tecnico ci ritroviamo con un 45% femmina contro il 55% maschio. Eppure, tornando al primo punto, il livello di educazione scolastica dovrebbe favorire le femmine, no?

 
 
 

il violinista - al kamandjati

Post n°39 pubblicato il 26 Novembre 2007 da Fajr
 

La musica non è un privilegio: è un diritto di tutti.

Per garantire questo diritto Ramzi Aburedwan, musicista palestinese, nato ventotto anni fa in un campo profughi alla periferia di Ramallah, ha deciso di aprire, nel 2005, una scuola di musica (Al Kamandjati ) nel centro storico della città. E di portare lo studio della viola, del violino, della chitarra, della fisarmonica, nei campi profughi e nei centri urbani dei Territori Occupati.

La storia di Ramzi è una parabola esemplare: nel 1987 era un
ragazzino che lanciava le pietre contro i carri armati israeliani (e
una foto diventata celebre lo ha fatto diventare il simbolo della prima Intifada); nel 1999 sedeva nella fila della West-Eastern Divan Orchestra fondata da Daniel Barenboim.

Per raccontare questa storia in parole, musica e immagini Guido Barbieri e Oscar Pizzo hanno riunito un gruppo del tutto “inedito” di artisti e di intellettuali: Amira Hass, corrispondente di Haaretz, l’unica giornalista israeliana che vive in Cisgiordania; Franghiz Ali Zadeh, compositrice azerbaijana di religione musulmana, amatissima da Yo Yo Ma e dal Kronos Quartet; Moni Ovadia, da sempre testimone attento della questione palestinese; Mohammad Bakri, il più popolare e amato attore palestinese; Yannis Kounellis, uno dei maggiori artisti contemporanei; Marco Di Noi, regista e videomaker e infine lo stesso Ramzi con i maestri e gli allievi di Al Kamandjati.

Roma, Auditorium - 29-30 novembre/1° dicembre 2007 >>>

 
 
 

del vento lieve

Post n°38 pubblicato il 25 Novembre 2007 da Fajr
 

Di pomeriggio, le quattro e un quarto. Sole in questa veranda, e un vento lieve che fa fremere il gelsomino. Vedi, dunque, un altro giorno è appena cominciato - quanti ne sono trascorsi da stamattina alle sette? Ora rimango ancora dieci minuti presso il gelsomino; e poi, sulla bicicletta permessaci, vado dal mio amico, che è nella mia vita da sedici mesi e che mi sembra di conoscere da mille anni - anche se a volte mi appare in una luce così nuova da farmi restare senza fiato. Com'è esotico il gelsomino: in mezzo a quel grigio e a quello scuro color di melma è così radioso e così tenero. Non capisco niente del gelsomino. Del resto non c'è bisogno. Si può benissimo credere nei miracoli in questo ventesimo secolo. E io credo in Dio anche se tra breve i pidocchi mi avranno divorato in Polonia.

La sofferenza non è al di sotto della dignità umana. Cioè: si può soffrire in modo degno, o indegno dell'uomo. Voglio dire: la maggior parte degli occidentali non capisce l'arte del dolore, e così vive ossessionata da mille paure. E la vita che vive la gente adesso non è più una vera vita, fatta com'è di paura, rassegnazione, amarezza, odio, disperazione. (...) ma se una vita simile viene tolta, viene tolto poi molto? Si deve accettare la morte, anche quella più atroce, come parte della vita. E non viviamo ogni giorno una vita intera, e ha molta importanza se viviamo qualche giorno in più, o in meno? (...)

Si deve anche avere la forza di soffrire da soli, e di non pesare sugli altri con le proprie paure e coi propri fardelli. Lo dobbiamo ancora imparare e ci si dovrebbe reciprocamente educare a ciò, se possibile con la dolcezza e altrimenti con la severità. (...)

La vita e la morte, il dolore e la gioia, le vesciche ai piedi estenuati dal camminare e il gelsomino dietro la casa, le persecuzioni, le innumerevoli atrocità, tutto, tutto è in me come un unico, potente insieme, e come tale lo accetto e comincio a capirlo sempre meglio - così, per me stessa, senza riuscire ancora a spiegarlo agli altri. Mi piacerebbe vivere abbastanza a lungo per poterlo fare, e se questo non mi sarà concesso, bene, allora qualcun altro lo farà al posto mio, continuerà la mia vita dov'essa è rimasta interrotta. Ho il dovere di vivere nel modo migliore e con la massima convinzione, sino all'ultimo respiro: allora il mio successore non dovrà più ricominciare tutto da capo, e con tanta fatica. Non è anche questa un'azione per i posteri? (...)

Una volta mi sentivo in dovere di concepire molti pensieri geniali al giorno, ora mi sento non di rado come una terra incolta su cui non cresce assolutamente niente, ma su cui si stende un cielo alto e tranquillo. Meglio così: in questo momento non mi fiderei di troppi pensieri brillanti, a volte preferisco lasciar riposare la testa, e attendere.


Etty Hillesum
Diario (1941-1943)
Adelphi
>>>

 
 
 

della vittima e del carnefice

Post n°37 pubblicato il 24 Novembre 2007 da Fajr
 

non esiste virtù di donna, che non ritengano sospetta
Teresa d'Avila



Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
stabilita dall'Onu per il 25 novembre.

Il 24 novembre migliaia di donne (400 realta' associative femminili, femministe e lesbiche, centri antiviolenza, donne dei movimenti, dei partiti e dei sindacati hanno gia' aderito) scendono in piazza a Roma, sfilando da piazza Repubblica fino a piazza Navona, per denunciare la gravita' della situazione.


Il 70% delle violenze sulle donne si consumano nell'ambito familiare per mano di mariti, partner o ex partner. Numeri che raccontano come oltre 14 milioni di donne italiane siano state oggetto di violenza fisica, sessuale e psicologica nella loro vita: con l'aggravante che oltre il 94% di queste violenze non e' mai stata denunciata.

Gli ultimi dati Istat sottolineano come solo nel 24,8% dei casi la violenza e' stata compiuta da uno sconosciuto. Solo il 18,2% delle donne considera la violenza subita in famiglia un 'reato', mentre il 44% lo giudica semplicemente 'qualcosa di sbagliato' e ben il 36% solo 'qualcosa che e' accaduto'. Infine, solo un quarto degli autori dei fatti, quando vengono denunciati, viene imputato e solo l'8% di essi e' condannato.

E il direttore generale dell'Istat, Linda Laura Sabbadini, ha ricordato come la violenza sulle donne sia davvero un fatto quasi del tutto privato: anche se si va per eccesso, infatti, solo un 10% degli stupri ai danni di donne italiane sarebbe stato compiuto da stranieri, mentre oltre il 69% degli stupri e' opera di partner o ex partner.

Sono 6.800.000, prosegue l'Istat, le donne fra i 16 e 70 anni che hanno subito un atto di violenza fisica o sessuale e, se si considera anche quella psicologica, si arriva ad oltre 12 milioni di italiane. Di esse, 4 milioni riguardano violenze fisiche, 5 milioni sessuali, un milione gli stupri.
Infine, negli ultimi 12 mesi, le violenze fisiche o sessuali in Italia sono state 1,2 milioni e, solo nei primi sei mesi del 2007 in Italia sono state uccise 62 donne, 141 sono state oggetto di tentato omicidio, 1.805 sono state abusate.

Un milione e 400mila donne ha subito uno stupro prima dei 16 anni.

Nel mondo, inoltre, sono milioni le donne vittime di soprusi: 150 milioni di bambine e adolescenti vittime di abusi; 400 mila le donne ridotte ogni anno in schiavitu' in Europa.

Fonte: Rainews24


 
 
 

del gioco (!!)

Post n°36 pubblicato il 24 Novembre 2007 da Fajr
 

scusate se ancora numeri, ma...
è un periodo particolare...

25
24
400
70%
oltre 14 milioni
94%
24,8%
18,2%
44%
36%
8%
10%
69%
6.800.000
16 e 70
12 milioni
4 milioni
5 milioni
un milione
12 mesi
1,2 milioni
sei mesi del 2007
62
141
1.805
un milione e 400mila
16
150 milioni
400 mila

anche con google, yes...

 
 
 

soluzione

Post n°35 pubblicato il 23 Novembre 2007 da Fajr
 

clap, clap, clap per miti, nel, mar, edo

pulizia della coperta per tutt* altr*


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