Gryllo73

Petrarca sonetto tratto da il conzoniere


Solo et pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi tardi et lenti, et gli occhi porto per fuggire intenti ove vestigio human la rena stampi. Altro schermo non trovo che mi scampi  dal manifesto accorger de le genti, perché negli atti d’alegrezza spenti di fuor si legge com’io dentro avampi:sì ch’io mi credo omai che monti et piagge et fiumi et selve sappian di che tempre sia la mia vita, ch’è celata altrui. Ma pur sì aspre vie né sì selvagge cercar non so, ch’Amor non venga sempre ragionando con meco, et io co lui. Solo e pensieroso mi aggiro e misuro a passi le più deserte pianure a passi affaticati e lenti, e tengo lo sguardo vigile per fuggire qualsiasi luogo dove ci siano tracce di umanità. Non trovo altra difesa in grado di proteggermi dalla folla delle genti, alla quale risulta manifesta la mia condizione, perché, venuto meno ogni impeto di allegria, fuori si palesa il mio fuoco interiore: al punto che io ormai credo che monti, pianure, fiumi e boschi sappiano che genere di vita io conduca, e che resta sconosciuta agli altri uomini. Pur tuttavia non sono capace di trovare percorsi così impervi e inaccessibili, che Amore non venga sempre a discorrere con me, e io con lui.