Gryllo73

Il romanziere Dario


 
Dario, da anni uno scrittore di successo, la sua fama, la sua scrittura leggere e ordinata, avevano oltrepassato con slancio il sopraggiungere degli anni. Già dagli anni trenta, giovanissimo amava scrivere, prima della frequentazione del liceo la sua immaginazione, la sua fantasia lo portavano a comporre poesie e romanzi. La sua anima aveva quasi bisogno di esternare, mettere sulla carta e scrivere quasi come poter in un certo senso fermare l'attimo registrare quanto la vita gli faceva provare. Meridionale di origini aveva trovato in Roma la sua città ideale dove si era stabilito definitivamente appena dopo la fine della seconda guerra mondiale. La sua casa con il grande studio annesso era rimasta sempre la stessa, sospesa, eterna come trastevere, affacciandosi dalle sue finestre poteva vedere le botteghe degli artigiani,i tavoli chiassosi gremiti di turisti, godere della semplicità e al tempo stesso della grandezza di Roma a lui tanto cara. Erano le otto del mattino e come di consueto fece una lunga toilette, si rasò con acqua fredda e al termine passò con le mani un po del suo dopobarba dandosi qualche colpettino alle guance in un modo quasi confidenziale, affettuoso e sorrise, complice degli anni che passavano inesorabili  scavando rughe sempre più profonde sul su volto come per voler cancellare ogni espressione. Le ciglia erano folte, lunghe e bianchissime come i capelli divenuti bianchi e soffici come neve a causa della vitiligine. Il naso con l'età era divenuto tozzo e allungato lento nei movimenti si intravedeva ancora la bellezza che aveva dato vigore a quel corpo anche dagli occhi dipinti da un nero intenso e magnetico che ancora catalizzava l'attenzione di tutti quelli che incrociavano il suo sguardo. Continua..                               Mauro