Gryllo73

Il romanziero Dario


 
Dario sembrava contento ma affaticato, il respiro non era lineare, interrotto ogni tanto da delle pause e si poteva sentire nel silenzio di quella stanza. Il viso come le mani, erano un po arrossate, e la pelle, sottile e quasi trasparente mostrava i segni del tempo, raggrinzita e cadente. Le palpebre degli occhi erano un po gonfie e attraverso il volto si intravedeva la malattia che con gli anni si era insinuata nel suo corpo. Il fisico e la mente rispondevano in modo più lento rispetto a dieci anni prima ma, era ancora felice, sorrideva e le stelle degli occhi si accendevano con le risposte e i concetti che esprimeva. Il tono della voce era sereno, pacato. Il fine del suo discorso non prevedeva la ricerca di consensi, ben conscio del fatto che le sue erano idee personali, posizioni possibili e non risposte definitive ed inviolabili. Aveva smesso da tempo di cercare la “verità”, l'unicum, l'uno da cui tutto scaturisce, assoluto e immutabile, immobile e uguale per tutti. Sarebbe stata una verità dispotica a pensarci bene, una verità limitata e limitante. La “verità” per Dario somigliava molto più alla felicità, alla libertà. Sentiva e aveva fatto suo il concetto che nulla può farci male se non lo vogliamo, sapeva che il modo di approcciare le cose della vita, il passato, il presente ed il futuro erano un modo di sentire, di intendere, un forma di pensiero cresciuta insieme a lui e non viveva di una vita propria ma insieme a lui si modificava nel tempo. Possiamo vedere solo ciò che siamo pronti a vedere si era detto, e il più delle volte siamo miopi. I nostri sensi, il nostro vissuto, la nostra sensibilità, sono limitati dalle idee che ci portiamo dietro, noi però per forza di cose ci interfacciamo con ciò che è fuori da noi perchè continuamente immersi in tutto questo,  la risposta del nostro sentire non può essere altro che l'interazione fra quello che c'è dentro di noi (che abbiamo messo noi con l'esperienza dentro di noi) in un dato momento e quello che c'è fuoriin un dato momento. Quello che c'è fuori da noi può essere indefinito ma, sicuramente pronto ad essere interpretato, plasmato dai nostri pensieri. Siamo noi la domanda e noi la risposta e tutto può cambiare se noi cambiamo.Mauro  "Non è la specie più forte che sopravvive né la più intelligentema quella più ricettiva ai cambiamenti"  Charles Darwin