marilydl

Post N° 43


«Caro Silvio, - scrive l'ex capo dello Stato - l'indegna gazzarra inscenata dai gruppi parlamentari della Casa delle libertà mentre esprimevano il loro voto a favore della mozione di fiducia al governo Prodi i senatori a vita, di diritto e di nomina presidenziale, non mi è importata, per usare un linguaggio certo più moderato ed educato di quello usato nei nostri confronti, assolutamente un baffo»!, solo che mi è dispiaciuta perché ha reso come oggetto, non solo me, Andreotti e Scalfaro, «ragazzotti» che da oltre mezzo secolo «battono» le strade della politica e che a ben più violenti tipi di scontro e di colluttazione, di insulti e di imprecazioni, e da pulpiti politicamente ben più solenni del vostro, dalla destra di Giorgio Almirante alla sinistra di Giancarlo Paietta, ma con minore astio, maleducazione e cattiveria, sono adusi, ma per i due nuovi senatori a vita che per l'ambiente finora professionalmente frequentato, le severe stanze della Banca d'Italia e gli alacri studi di progettazione d'alto livello, pensavano di trovarsi nel «salotto buono» della politica italiana, tra l'altro architettonicamente copia della Camera dei deputati del Regno di Sardegna, a Palazzo Carignano, in Torino, e si sono trovati per colpa vostra sbalzati in un ambiente da suburra di quartiere malfamato della Roma della decadenza!».