Fanhe

Jatropha


L'acquazzone, tanto, ha bagnato opportunamente il nostro lavoro degli  orti e rinfrescato la notte, che non pare di essere in Africa. Il tetto in lamiera trasforma ogni pioggia in uno straordinario concerto.Ben riposato, sono a in cerca di semi di jatropha. Le siepi sono tante, ma dei loro frutti sono rimasti gli ultimi. Pur velenosi, sono divorati da microscopiche formiche o animaletti simili.Alla siepe della moranza di Grigiu incontro Teresa 6 anni, Piperni 3 anni e uno più piccolo dal nome facilissimo, che non ricordo. Ciascuno aveva in mano, come giocattolo, un granchio e me lo mostravano con orgoglio.Il granchio si difendeva dalle loro carezze con la strategia di sembrare morto.Teresa mi ha chiesto come tutti cosa facevo del cum, nome balanta dalla jatropha.. “Sabon, gasolio.” è la mia risposta.Ad un'altra siepe trovo Latna, anziano uomo grande, che vive da solo e ogni giorno passa davanti a noi per andare al pozzo ad attingere due secchi di acqua. Era appisolato ai piedi di un baob, ma dopo avermi sorriso con i pochi denti che gli son rimasti, vedendo che raccoglievo pulga si è attivato ad aiutarmi. Tentava anche di arrampicarsi. Al che è arrivata una giovane donna con due bambini, lo ha fatto scendere e con grande disinvoltura si è arrampicata lei a cogliere i semi più alti, che mi offriva con il panorama bellissimo delle sue gambe. In poco tempo abbiamo riempito un sacchetto. Quando ci siamo salutati ha preso la mia mano sinistra e guardando la fede mi ha chiesto se gliela regalavo. Ho spiegato che è il simbolo del mio casamento, assolutamente personale, e non potevo regalargliela. Ha accettato con semplicità la risposta, come fanno sempre per tutti i dinieghi.All'ora di pranzo Latna è arrivato con un secchiello di semi bellissimi già sgranati. Sapendo che non se la passa troppo bene, l'ho ricompensato con 500 fa.