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Brescia la nuova Seveso, PCB da record nel sangue dei bresciani ..

Post n°305 pubblicato il 01 Aprile 2013 da fabpat72
 

Quando nasce un fiore a Brescia ..

La natura a Brescia ..

Un’inquinamento inodore e incolore che procura morte. La Caffaro a Brescia, la Monsanto ad Anniston in Alabama (USA). Presso l’impianto Monsanto di Anniston e nella Caffaro di Brescia, sono stati prodotti policlorobifenili (PCB). Il Pcb è dannoso per l’uomo, provoca il cancro e soprattutto può dare asma, glicemia, pressione alta. Il Pcb è una molecola che si trova nel terreno inquinato e per rimuoverla occorre togliere circa 40 cm di terra. Inoltre il Pcb entra nella catena alimentare e si diffonde nella zona. A Brescia c’è una emergenza sanitaria, un allarme che tutti vogliono nascondere e che riguarda 25mila tra uomini, donne e bambini. Sono gli abitanti della zona che si estende a sud della Caffaro, la fabbrica adesso chiusa che dagli anni trenta fino a metà degli anni 80 ha prodotto migliaia di tonnellate di Pcb (policlorobifenili), al pari della diossina un pericoloso cancerogeno, sversandone centinaia di tonnellate allo stato puro nell’ambiente circostante. Che cosa è stato fatto finora? Quasi nulla. Un’ordinanza del Comune, in vigore da dieci anni, vieta alle persone che vivono nelle zone contaminate di passare sulle superfici non coperte da asfalto o da cemento, mentre la bonifica non è mai partita perché la Caffaro è una società fallita, una scatola vuota senza soldi e al ministero dell’Ambiente risorse non ce ne sono. Quindi se in Alabama la Monsanto ha pagato non solo la bonifica, ma anche l’indennizzo delle persone affette da malattie derivanti da Pcb, a Brescia la gente continua a vivere, e ad ammalarsi, in mezzo a questa tossina che entra nel sangue ed è riscontrabile anche nel latte materno. In Italia i cittadini pagano anche con la vita le scelte di pochi irresponsabili che pensano al profitto a tutti i costi, anche se ricchezza significa privare dell’infanzia i bambini, anche se significa immergere le madri nei sensi di colpa perchè convinte che la verdura prodotta nel proprio orto è sana. Anche perchè a Brescia il comune non si costituisce parte lesa… CHE INTERESSI CI SONO? CHE VERGOGNE DOBBIAMO ANCORA SOPPORTARE IN ITALIA SULLA PELLE DEI NOSTRI FIGLI, PARENTI E AMICI? Paolo Corsini, sindaco di Brescia fino al 2008, getta la palla al ministero dell’Ambiente, e si leva ogni responsabilità. Quando gli viene chiesto come mai non ha avviato una procedura contro l’azienda, minaccia di denunciare il giornalista di diffamazione.

- Clicca qui per vedere l'ultima puntata di PRESA DIRETTA sul caso Brescia -

 
 
 
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