solo un assaggio

Appeso ad un filo


Come la spada di Damocle in questo periodo quasi dipendo da un filo.Spesso mi è capitato nella vita, ma stavolta è diverso. Durante l’anno di speleologia mi sono dovuto affidare ad un filo, legato tramite l’imbragatura per scendere e risalire nelle buie viscere della terra.Avevo paura ma sono riuscito a vincerla, talvolta con fatica talaltra con la volontà.Ma ero consapevole dei rischi e li affrontavo per raggiungere paesaggi altrimenti non visitabiliRicordo i colori delle rocce, le formazioni calcaree di stalattiti e stalagmiti, le infiltrazioni di acqua che producevano giochi di ruscelli, cascate e pozze.Quando sono stato operato all’occhio, un finissimo filo d’acciaio teneva legata la porzione di cornea impiantata alla rimanente parte, quella mia originale.Quel fino è rimasto nel mio occhio per 9 mesi e poi è stato rimosso con una specie di tronchesino.Allora la riuscita dell’intervento era affidata ad un filo.Ma il filo da cui quasi dipendo adesso è di tutt’altra natura, nello specifico è un filo telefonico, sul quale passano ogni giorno diversi messaggi, sia dai cellulari che da internet e sul quale talvolta passa la tua e la mia voce.Non me lo sarei mai immaginato che un filo potesse assumere una funzione così importante, tra tutte quelle che ha assunto per me, forse la più coinvolgente, la più bella la più carica di emozioni.Ed è così che mi sento, appeso ad un filo, ma è una gradevole sensazione.E comunque nella vita, tutti siamo appesi ad un filo!