Faro ...

ubi sunt


 Pur vivendo all'aperto abbiamo chiuso le porte e sigillato le finestre.Ti leggo sempre come ben sai, ed è un po' come accompagnarti con gli occhi  mentre vai a scuola:grembiale e cestino della merenda.Non ero abituato all'idea che ti relazionassi con altri, cercavo sempre un po' di me nelle tue parolee trovarlo mi faceva sentire intrecciato e soprattutto vivo.Vorrei scriverti addosso ma mi pare di esser importuno, insinuarmi in conversazioni come un estraneo, una brutta sensazione (problema mio ovviamente).Sei sempre stata la mia unica ispirazione allo scrivere e ora lo scrivere mi manca, prendevo la "penna" e cominciavo a grattare avidamente sui tasti, quasi fossero loro a muovere i polpastrelli, prendevo atto di quanto stendevo solo dopo averlo imparato con gli occhi.E adesso? Adesso impongo taumaturgicamente le mani sui tasti e... niente.Se fossi meno timido ti chiederei di aiutarmi.. magari un sms una parola un post un croccantino passo, due foglie di menta, una musica dolce, uno di quei tuoi rami, un sospiro un'allucinazione un sogno un fritellone un'ora di pesca un temporale ...Poi ti cito come solevi far tu...Adesso  vesto di una lacrimaper incontrare il tuo ricordo e ...é veramente una bella immagine, parla di struggimenti di guarigioni di strazi e curiazi merita ogni commento meglio se dignitosamente tacito...per fortuna non è per me.. e son felice tu l'abbia superato (vero?).né io ora ne verserò per noi     (plink)