Punto esclamativo !

Mille Piani


Nel buio, colta dalla paura, un bambino si rassicura canticchiando. Cammina, si ferma al ritmo della sua canzone. Essa è come l’abbozzo, nel caos, di un centro stabile e calmo, stabilizzante e calmante. Adesso, invece, siamo a casa nostra. Ma casa nostra non è preesistente: si è dovuto tracciare un cerchio attorno a un centro fragile e incerto, organizzare uno spazio limitato. Adesso, finalmente, si comincia ad aprire il cerchio, lo si apre, si lascia entrare qualcuno, si chiama qualcuno, oppure si esce, ci si getta verso l’esterno. Ci si lancia, si rischia l’improvvisazione. Si esce di casa al suono di una canzonetta. Sulle linee motorie, gestuali, sonore che indicano il percorso abituale di un bambino s’innestano o iniziano a germogliare le linee di erranza, con anelli, nodi, velocità, movimenti, gesti e sonorità differenti. A volte il caos è un immenso buco nero, e si cerca di fissarvi un punto fragile come centro. A volte si organizza attorno al punto un’andatura (più che una forma) stabile e calma: il buco nero è divenuto una dimora. Altre volte ancora, su quest’andatura, s’innesta una fuga, fuori dal buco nero. E le tre cose insieme. Forze del caos, forze terrestri, forze cosmiche: tutto questo si affronta e confluisce nel ritornello. Ambienti e ritmi. Il ritmo è critico, tesse istanti critici, o si tesse al passaggio di un ambiente in un altro. (Gilles Deleuze e Félix Guattari, Mille Piani)