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EDUCAZIONE SESSUALE


EDUCAZIONE SESSUALE, PER 50% RAGAZZI NON CONTALONDRA - La metà dei ragazzi italiani considera l'educazione sessuale una perdita di tempo e quando si tratta di prendere in considerazione metodi contraccettivi il 62% dei giovani ritiene sia un compito riservato alle donne. E' l'allarmante fotografia scattata dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) attraverso l'annuale indagine condotta sulle spiagge. "Dobbiamo essere lucidi: le strategie sino ad oggi usate per affrontare il tema della contraccezione e della salute sessuale sono perdenti. Un vero e proprio fallimento": è il duro giudizio espresso dalla dottoressa Alessandra Graziottin, Direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell'ospedale San Raffaele Resnati di Milano. Graziottin e altri esperti del settore hanno illustrato i risultati dell' indagine della Sigo a Londra, in occasione della Giornata Mondiale della Contraccezione, che si celebrerà il 26 settembre. "Indagine che - dice la Graziottin - pur non essendo di carattere rigorosamente statistico, possiede comunque un enorme valore: ci insegna ad ascoltare cosa pensano i ragazzi". E non é un pensiero incoraggiante. La ricerca - che è stata condotta facendo un parallelo fra sesso e sport per dimostrare come in entrambi i casi sia importante conoscere le regole per poter raggiungere risultati vincenti - indica infatti che su 1.200 intervistati il 22% non raggiunge la sufficienza nel prendersi cura del proprio corpo, il 31% non considera la contraccezione sicura come un modo per rispettarsi e restare in forma. Solo il 30% degli intervistati, poi, la ritiene una responsabilità di entrambi, mentre per ben il 62% è un compito che riguarda solo la donna, un'idea particolarmente radicata tra le ragazze, visto che il 78% degli intervistati erano donne. E in caso di gravidanza indesiderata, per il 54% è una propria leggerezza, mentre per il 41% si tratta di una 'colpa' del partner.Ma al di là dei sondaggi e delle domande che "fanno colore", la dottoressa Graziottin ha presentato una serie di indicatori oggettivi che confermano - e in parte spiegano - le voci raccolte sulle spiagge. "Dopo il picco raggiunto nel 1999 - ha detto - la vendita dei preservativi è crollata, e oggi siamo ai valori di 14 anni fa; in compenso le malattie sessuali come la Clamydia sono in aumento, soprattutto nella fascia 15-25 anni, così come la vendita della pillola del gorno dopo. Per quanto riguarda l'aborto nelle under 20, poi, siamo tornati ai valori degli anni '80''. Che fare, allora? Tre gli interventi essenziali: coinvolgere di più i maschi nelle strategie di contraccezione; usare una comunicazione 'uomo a uomo', visto che gli studi dimostrano come i ragazzi ascoltino più volentieri i consigli dati da persone del stesso sesso, meglio ancora se di età, cultura ed etnia simile alla loro; e far passare il concetto della responsablità condivisa all'interno della coppia. E per avere successo laddove sino ad oggi si è clamorosamente fallito ecco giungere in aiuto il CONI. "Per facilitare il contatto abbiamo in questa occasione utilizzato lo sport, un linguaggio universale", ha spiegato Giorgio Vittori, presidente Sigo. Così è nato l'opuscolo 'Sesso, conosci le regole del gioco?', che sarà diffuso da oggi anche ai concerti, nei luoghi di aggregazione, nelle palestre e negli ambulatori dei ginecologi. "Sono convinta - ha sottolineato la Graziottin - che usare gli atleti come esempi per i ragazzi in materia di contraccezione e sessualità sia la scelta giusta. E non dimentichiamoci gli allenatori: per i ragazzi contano quanto la figura paterna".