Ilmondodellefate

Acer


  Acer   Oops Acer, una piccola disamara, si era staccata dall’ albero madre. Ora volteggiava felice nel vortice di un vento impetuoso. Grandi molti farsi portare e intanto osservava tutto, colline, case ruscelli, case. Il suo volare durò molto e si sentiva un po’ stanca.  Quando vide un piccolo giardino con delle rose, un albero di melograno, altri fiori e tante casette intorno, chiese al vento di poter scendere. Lentamente cominciò a scendere e si ritrovò tra le scale e muretto. Era tanto stanca che si addormentò subito. Riposò tanto che si sveglio piccolo stelo con qualche foglia. Ohhhh non riesco più a muovermi! Che magia è questa? Sei ora un piccolo germoglio di albero! Gli disse sorridendo Acerina una piccola fata vicino. Io sarò il tuo aiuto. Ogni giorno era sempre più bello e forte, si svegliava contento di scoprire qualcosa di nuovo e di entusiasmante, quando si vide osservato da due occhi marroni luminosi, si presentò: “Io sono Acer, un piccolo alberello e tu? “Io sono lilly la cagnolina di casa.”. Iniziò una bellissima amicizia. Lilly lo salutava sempre quando usciva e poi raccontava la vita con la famiglia. Acer ripensava alle notizie di lilly, cominciò ad amare tutti i membri della famiglia come la cagnolina. Passò molto tempo. Passarono anni e si ritrovò alto. I suoi rami incurvati erano uno splendore. Il vento giocava ogni giorno tra le foglie e le disamare si muovevano graziose. Tutto sembrava perfetto. Stava quasi per superare in altezza il tetto del villino, quando era Vicino, l’uomo che abitava accanto, se ne accorse e tremò al pensiero del pericolo. Ne parlò con decisione al Signore e alla Signora della casa, che lo ascoltarono gentilmente senza farci troppo caso. Avevano troppo da fare, lilly non stava bene, i figli lontani e altri problemi. Vicino ogni giorno lo guardava con terrore e diceva: “Non è possibile, è troppo alto. È pericoloso!” all’Amministratore e agli abitanti degli villini. Ogni giorno Acer si svegliava sempre più forte e orgoglioso di quei bellissimi rami arcuati che sembravano abbracciare l’aria. Era felice. Lilly ogni giorno era sempre più stanca e faticata a risalire i gradini e lui così grande non poteva aiutarla. Poi un giorno lilly non venne più. Acer chiese a Fata Acerina come mai lilly non venisse più, e Fata Acerina parlò di un posto magnifico dove le piante e gli animali vivevano felici e senza problemi. Venne Giardiniere con la sega. Vicino aveva pensato a tutto, aveva chiamato Giardiniere, aveva prestato la scala e ora Giardiniere poteva tagliare rami. Non fu possibile salvarlo da Giardiniere. Acer sentiva le ferite che sega portava ai suoi rami, li vedeva cadere, anche la cima di cui era stato così orgoglioso. Acer era stato torturato a dovere,tagliato spezzato e dimezzato. Fata Acerina piangeva per tale crudeltà. Allora gnomo le disse: “Dai, prendiamo i rami e facciamo qualcosa in suo ricordo. Vedrai che in questo modo i rami tagliati vivranno ancora e poteranno gioia. Allora gnomo sussurrò alla Signora e lei dopo cominciò a tagliare i rami in piccoli pezzi di misura differente. Ne fece dei mucchietti e andò a prendere il filo di canapa. Con il filo di canapa uni i legnetti fra loro facendo come una scaletta che pian piano si allargava. Poi Gnomo chiese alla fata di aiutarlo. Fata Acerina capì, suggerì alla Signora di andare a prendere tanti piccoli oggetti e la Signora li appese, e usò fiocchi e verdi….sistemò i piccoli alberelli sul divano e uno mise sul tavolo in bella mostra. È un piccolo alberello di Natale! Disse la Signora quando la mattina il Signore vide sul tavolo l’alberello. È il dono del nostro albero e lo regaleremo dicendo: “Questo alberello è il dono di Acer e se lo osservi con attenzione scopri che il tuo cuore cambia e senti che ti dona pace, amore e gioia perché fatto col cuore.” Gnomo e Fata Acerina furono molto felici di aver suggerito di fare gli alberelli  e pieni di gioia andarono ad accarezzare Acer e gli raccontarono degli alberelli.   Autore: Maria Pia di Nisio Tratto dal sito: Poeti Poesia.com