Ilmondodellefate

Il buon piccolo Enrico


Il buon piccolo Enrico Il piccolo Enrico camminò risolutamente verso la montagna che era più Lontana di quando sembrasse; invece di arrivarci in mezz’ora, come pensava  Camminò tutto il giorno di giungere ai suoi piedi. A circa due terzi del cammino  Vide un Corvo che aveva la zampina incastrata in una trappola tesagli da un bambino cattivo. Il povero Corvo cercava inutilmente di liberarsi di quella trappola che lo faceva soffrire terribilmente. Enrico corse verso di lui, tagliò la corda che imprigionava la sua zampa e lo liberò. Il corvo volò via ad ali spiegate e gli disse: grazie mille, mio coraggioso Enrico, ti restituirò il favore! Enrico fu molto sorpreso di sentir parlare un Corvo, tuttavia continuò per la propria strada. Un po’ di tempo dopo, mentre si riposava dietro un folto cespuglio e mangiava un pezzo del suo panino, vide un Gallo inseguito da una volpe. Il Gallo, che stava per essere catturato nonostante gli enormi sforzi per sfuggire all’astuto animale, passò vicino a Enrico il quale lo afferrò abilmente e lo nascose sotto i suoi vestiti senza che la volpe potesse vederlo. La volpe continuò a correre pensando che il Gallo fosse volato più lontano. Enrico non si mosse fin quando la volpe non scomparve dalla sua visita. Allora lasciò il Gallo che gli disse a bassa voce: grazie mille, mio coraggioso Enrico, ti restituirò il favore. Enrico oramai era riposato, quindi si alzò e continuo a camminare. Quando ebbe fatto buona parte del cammino vide una povera Rana che stava per essere divorata da un Serpente. La Rana tremava e non si muoveva, paralizzata dalla paura; il Serpente avanzava rapidamente verso di lei con la bocca spalancata. Enrico prese una grossa pietra e la lanciò abilmente tra le fauci del Serpente, proprio nel momento in cui questo stava per divorare la Rana, che la pietra entrò nella gola del serpente e lo soffocò. La Rana si allontanò saltando e esclamò: Grazie mille, mio coraggioso Enrico, ti restituirò il favore! Enrico, che aveva già sentito parlare il Corvo e il Gallo, non si stupì nel sentir parlare la Rana e continuò per la sua strada. Poco dopo giunse ai piedi della montagna, ma vide che c’era un fiume largo e profondo che scorreva innanzi a lui, talmente largo che si vedeva malapena l’altra sponda. Enrico si fermò alquanto perplesso “Forse,- si disse- troverò un ponte, o un guado o un battello”. Si mise quindi a costeggiare il fiume che girava tutto intorno alla montagna, ma era largo e profondo ovunque e non c’era nessun ponte o battello. Il povero Enrico si sedette piangendo in riva al fiume. “Fata Benevola, venite in mio aiuto!- esclamò mi serve sapere che in cima alla montagna c’è una pianta che salverà la mia povera mamma se non posso arrivarci?”. In quel momento il Gallo, che lui aveva protetto contro la volpe, apparve sulla riva e gli disse: La fata Benevola non può fare niente per te; questa montagna è fuori dalla sua potenza. Ma tu mi hai salvato la vita e voglio testimoniarti la mia riconoscenza.  Sali sulla mia schiena, Enrico, e, parola di Gallo, ti condurrò sull’altra sponda. Enrico non esitò, si lanciò sulla schiena del Gallo aspettandosi di cadere in acqua. Ma non si bagnò affatto in quando il Gallo fu così abile a prenderlo sul suo dorso che il bambino si trovò seduto così saldamente come se fosse stato in sella ad un  cavallo. Si attaccò energicamente alla cresta del Gallo che cominciò la traversata; il fiume era talmente largo che volarono per ventuno giorni prima di arrivare sull’altra riva e durante questi ventuno giorni Enrico non ebbe né fame, né sete, né sonno. Quando arrivarono Enrico ringraziò cortesemente il Gallo che drizzò graziosamente le sue piume e scomparve. Un istante dopo Enrico si voltò, anche il fiume era scomparso. “È senza dubbio il genio della montagna che vuole impedirmi di arrivare- Disse Enrico- ma con l’aiuto della Fata Benevola ecco che mi avvicino alla cima.” Autore: Fulvia Cascella (dal Web)