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Le Avventure dei Sette Elfi


 Le Avventure dei Sette Elfi  C’era una volta, in un posto sperduto ai confini della terra, un grande bosco. Era un bosco davvero particolare al cui centro era collocato un cerchio di pietre   magiche all’interno del quale c’era un albero fatato, chiamato Sequoia della vita, che ogni cinquanta anni rilasciava sette elfi con i poteri dei sette elementi: luce, fuoco, acqua, aria, terra, natura e amore. Gli elfi avevano una missione: andare per il mondo per non far mai mancare questi elementi. Questo bosco si chiamava Partecipanza, aveva alberi di tutte le dimensione: piccoli, grandi e medi, con chiome giganti, folte e meravigliose. L’albero più bello era ovviamente Sequoia, maestoso, con tanti rami aggrovigliati e con foglie di qualsiasi forma. Era un bosco misterioso e intrigante: era diviso in due parti, una buona in superficie e una cattiva sotto terra. Nella prima vivevano molti abitanti parlanti: lo Stregatto, paffutello, pigro, con occhi giganti, meravigliosi e azzurri, i maghi, che indossavano un buffissimo cappellino, le fate che trasformavano tutto quello che volevano e volavano e i folletti che saltellavano, bassi e brutti e ancora molti altri strani personaggi. Nella metà cattiva vivevano i Goblin, esseri malefici, brutti e antipatici che vivevano sottoterra perché odiavano vedere le persone felici e sorridenti. A capo di questi mostriciattoli c’era Erraias, un Goblin gigante. La sua faccia era stata schiacciata così tante volte che era ormai obbligato a portare una maschera, aveva soltanto una cosa bella: gli occhi, enormi e gialli come quelli dei gatti. I Goblin, guidati dal loro capo, volevano attaccare Sequoia da molti anni e stavano escogitando un piano per far perdere i loro poteri agli elfi. Volevano togliere le pietre dall’albero Sequoia, usando un fiore che cresceva solo ogni cento anni e annullava il potere magico delle pietre. Gli elfi si chiamavano Bergfolk, Bergamaller, Puka, Haldrik, Tulana, Cucupaca, Calassios. Tra tutti gli elfi Cucupaca era il più birbante. Gli elfi erano di tutti i colori: l’elfo con il potere dell’acqua era azzurro, l’elfo del fuoco era rosso, in pratica ogni potere aveva il proprio colore. Ogni giorno gli elfi, ad un orario prestabilito, andavano in giro per il mondo per controllare se i loro poteri funzionavano correttamente. I Goblin riuscirono a cogliere l’attimo e, usando il fiore magico, entrarono nell’albero rubando la sfera che conteneva i poteri degli elfi. Cucupaca arrivò per primo all’albero: vedendo che la sfera era scomparsa chiamò preoccupato gli altri elfi usando un corno, che era il loro richiamo abituale. Appena arrivarono gli altri elfi iniziarono la guerra contro i Goblin. La guerra si svolse nel bellissimo bosco della Partecipanza e gli elfi si fecero aiutare dagli abitanti del bosco. I folletti si nascosero nelle chiome degli alberi, le fate trasformarono i Goblin in animaletti carini e mansueti, i maghi uccisero i loro nemici lanciando saette e allontanandoli dal bosco, gli elfi nel frattempo attirarono i Goblin in una conca in modo che potessero diventare la cena Stregatto. La guerra durò tanto tempo, tra vittorie e sconfitte. Alla fine riuscirono a vincere gli elfi, che si ripresero i loro poteri e cacciarono via per sempre i Goblin dal bosco. Il bosco della Partecipanza, finalmente, era ritornato agli elfi e così vissero tutti felici e contenti. Incipit: Francesca, Riccardo, Luana, Eleonora, Hamady, Ridwan, Giulia, Chiara, Aurora classe 5B, Scuola Primaria “F.lli Cervi” Svolgimento: Saitta Alexander, Sara Goldoni, Gaia Palumbo, Nicolas De Luca classe 1B, Scuola Secondaria “D. Alighieri” (dal Web)