Ilmondodellefate

Il Mistero della Quercia


 Il Mistero della Quercia   In una casetta vicino al bosco della Partecipanza viveva un bambino di nome Tom. Un giorno tornò da scuola portando il risultato della verifica di matematica… un disastro! Quindi suo padre si arrabbiò moltissimo e Tom, impaurito, scappò nel bosco. Si addentrava nella vegetazione intricata quando vide delle piccole fate luminescenti che lo imploravano di seguirle; la curiosità lo spinse a farlo. Molti rumori misteriosi lo attraevano ma continuò a camminare. A un tratto si arrestò: capì che il padre aveva ragione, quindi decise di tornare a casa. Tornando, notò che tutte le fatine erano concentrate in un preciso punto, Tom si avvicinò e loro si spostarono… a terra giaceva un cadavere! Tom rimase senza parole: quell’orrendo cadavere giaceva inerme per terra, sotto una grande quercia. Si mise a correre a più non posso; il suo cuore batteva all’impazzata e il povero ragazzo per poco non si mise a piangere. Dopo qualche minuto di corsa, le fronde e le piccole piante del bosco iniziavano a sparire per far spazio a una graziosa stradina che portava alla città. Tom, nel vederla, si sentì sollevato perché si era perso e così, sfiancato dalla corsa, tornò a casa a passo svelto pensando a cosa fare. Dopo circa 20 minuti, finalmente Tom arrivò al parchetto di fronte a via Red 3, ancora scosso da ciò che aveva visto. Stava calando la sera e la luna stava salendo in cielo quando cominciò a piovere. “Mamma e papà saranno preoccupati” pensò disperato “vorranno sapere dove sono stato e papà mi sgriderà per il brutto voto”. Poi cercò di riflettere per trovare una scusa credibile ma, venendogli in mente solo l’orribile immagine del cadavere e pensando che se l’avesse raccontato nessuno gli avrebbe creduto, si fece coraggio e si avviò verso la porta di legno di casa sua. Attraversò la strada, salì sul marciapiede e, prima di entrare, guardò la sua casetta, circondata da siepi e piccole aiuole di margherite, pensando che dopo la sgridata che lo aspettava non si sarebbe più ripreso. Bussò e… “Entra pure!” disse sua sorella Ella, con la sua voce sempre allegra. Tom entrò timidamente, tutto infangato e con qualche graffio sul viso. “Santo cielo! Cosa ti è successo? Dove sei stato, tesoro mio!” esclamò la mamma preoccupata. Subito dopo arrivò il padre e, vedendolo conciato in quel modo, non ebbe il coraggio di rimproverarlo per il brutto voto e lo abbracciò. Tom, quasi piangendo, corse in camera disperato, con troppi pensieri in testa. I genitori lo lasciarono andare, ragionando sul suo stato d’animo e pensando a come consolarlo. “Tom, aspetta! Torna!” gridava Ella correndogli dietro. Intanto il ragazzo si era sdraiato sul letto, a pancia in giù, piagnucolante. “Tom, ascoltami, per favore… dimmi cos’è successo. Voglio solo aiutarti” disse Ella, appoggiandosi alla sponda del letto. “No, vattene!” le rispose Tom. La sorella, siccome non voleva insistere, fece per andarsene, ma Tom riprese: “Anzi, no…ti racconterò tutto. Ma per favore non parlarne a nessuno! Nessuno, ok?” Ella, soddisfatta, rispose: “Bene, ti ascolto!” Tom raccontò tutto e, quando si fu confidato, si sentì come se si fosse liberato da un grosso peso. Durante la cena chiarì tutto con suo padre, poi andò a letto sperando di dormire beato. Invece fece dei sogni orribili: sentiva delle voci, il bosco buio pullulava di alberi neri e i fiotti di sangue schizzavano sugli alberi. Il giorno dopo si svegliò di soprassalto, sollevato dal fatto che tutto ciò che aveva visto fosse stato un brutto sogno. Fece colazione con qualche biscotto e una tazza di latte, poi si vestì e partì per andare a scuola. Arrivò in anticipo ed ebbe modo di raccontare tutto ai suoi amici John e Giulia. John è un ragazzino povero al servizio di un vecchio e avaro mercante ed è un grande amico di Tom; insieme passano gran parte delle giornate. È una persona degna di fiducia: se gli riveli un segreto stai pur certo che dalla sua bocca non uscirà una mosca!         tratto dal racconto(dal Web)