storie di una volta

il posto delle favole

 

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A mille ce n'è nel mio cuore di fiabe da narrar,
venite con me nel mio mondo fatato
per sognar... non serve l'ombrello e
il cappottino rosso o la cartella per venir
con me , basta un pò di fantasia e di bontà

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Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 24 Settembre 2007 da fata_Piumetta
 

C'era una volta un Re e una Regina, che avevano una figlia unica, e le volevano più bene che alla pupilla de' loro occhi.Mandò il Re di Francia per domandarla in sposa.Il Re e la Regina, che non sapeano staccarsi dalla figliuola, risposero:- È ancora bambina.Un anno dopo, mandò il Re di Spagna.Quelli si scusarono allo stesso modo:- È ancora bambina.Ma i due regnanti se l'ebbero a male. Si misero d'accordo e chiamarono un Mago:- Devi farci un incanto per la figlia del Re, il peggiore incanto che ci sia. Fra un mese l'avrete.Passato il mese, il Mago si presentò: Ecco qui. Regalatele questo anello; quando lo avrà portato in dito per ventiquattr'ore, ne vedrete l'effetto.Regalarglielo non potevano, perché s'eran già guastati coi parenti di lei. Come fare?- Ci penserò io.Il Re di Spagna si travestì da gioielliere, e aperse una bottega dirimpetto al palazzo reale.La Regina volea comprar delle gioie e lo mandò a chiamare.Quello andò, e in uno scatolino a parte ci avea l'anello.Dopo che la Regina ebbe comprato parecchie cose, domandò alla figliuola:- O tu, non vuoi nulla?
- Non c'è niente di bello - rispose la Reginotta.
- Ci ho qui un anello raro; le piacerà.E il finto gioielliere mostrò l'anello incantato.- Oh, che bellezza! Oh, che bellezza! Quanto lo fate?
- Reginotta, non ha prezzo, ma prenderò quel che vorrete.Gli diedero una gran somma e quello andò via.La Reginotta s'era messo in dito l'anello e lo ammirava ogni momento:- Oh, che bellezza! Oh, che bellezza!Ma dopo ventiquattr'ore (era di sera):- Ahi! Ahi! Ahi!Accorsero il Re, la Regina, le dame di corte, coi lumi in mano.- Scostatevi! Scostatevi! Son diventata di stoppa.Infatti la povera Reginotta avea le carni tutte di stoppa.Il Re e la Regina erano proprio inconsolabili. Radunarono il Consiglio della Corona.- Che cosa poteva farsi?
- Maestà, fate un bando: Chi guarisce la Reginotta sarà genero del Re.E i banditori partirono per tutto il regno, con tamburi e trombette.- Chi guarisce la Reginotta sarà genero del Re!n una città c'era un giovinotto, figlio d'un ciabattino. Un giorno, vedendo che in casa sua si moriva di fame, disse a suo padre: Babbo, datemi la santa benedizione: vo' andare a cercar fortuna pel mondo. Il cielo ti benedica, figliuolo mio!E il giovinotto si mise in viaggio.Uscito pei campi, in una viottola incontrò una frotta di ragazzi che, urlando, tiravan sassate a un rospo per ammazzarlo.- Che male vi ha fatto? È anch'esso creatura di Dio: lasciatelo stare.Vedendo che quei ragazzacci non smettevano, saltò in mezzo ad essi, diè uno scapaccione a questo, un pugno a quello, e li sbandò: il rospo ebbe agio di ficcarsi in un buco.Cammina, cammina, il giovinotto incontrò i banditori che, a suon di tamburi e di trombette, andavan gridando:- Chi guarisce la Reginotta, sarà genero del Re.
- Che male ha la Reginotta?
- È diventata di stoppa.Salutò e continuò per la sua strada, finché non gli annottò in una pianura. Guardava attorno per vedere di trovar un posto dove riposarsi: si volta, e scorge al suo fianco una bella signora. Trasalì.- Non aver paura: sono una Fata, e son venuta per ringraziarti.- Ringraziarmi di che?- Tu m'hai salvato la vita. Il mio destino è questo: di giorno son rospo, di notte son Fata. Ai tuoi comandi!
- Buona Fata, c'è la Reginotta ch'è diventata di stoppa, e chi la guarisce sarà genero del Re. Insegnatemi il rimedio: mi basterà.
- Prendi in mano questa spada e vai avanti, vai avanti. Arriverai in un bosco tutto pieno di serpenti e di animali feroci. Non lasciarti impaurire: vai sempre avanti, fino al palazzo del Mago. Quando sarai giunto lì, picchia tre volte al portone...Insomma gli disse minutamente come dovea fare:- Se avrai bisogno di me, vieni a trovarmi.Il giovinotto la ringraziò, e si mise in cammino. Cammina. cammina, si trovò dentro il bosco, fra gli animali feroci. Era uno spavento! Urlavano, digrignavano i denti, spalancavano le bocche; ma quello sempre avanti, senza curarsene. Finalmente giunse al palazzo del Mago, e picchiò tre volte al portone.- Temerario, temerario! Che cosa vieni a fare fin qui?
- Se tu sei Mago davvero, devi batterti con me.Il Mago s'infuriò e venne fuori armato fino ai denti: ma, come gli vide in mano quella spada, urlò- Povero me!E si buttò ginocchioni:- Salvami almeno la vita!
- Sciogli l'incanto della Reginotta, e avrai salva la vita.Il Mago trasse di tasca un anello, e gli disse:- Prendi; va' a metterglielo nel dito mignolo della mano sinistra e l'incanto sarà disfatto.Il giovanotto, tutto contento, si presenta al Re:- Maestà, è vero che chi guarisce la Reginotta sarà genero del Re?- Vero, verissimo.- Allora son pronto a guarirla.Chiamaron la Reginotta, e tutti quelli della corte gli s'affollarono attorno; ma le avea appena messo in dito l'anello, che la Reginotta divampò, tutta una fiamma! Fu un urlo. Nella confusione, il giovanotto poté scappare, e non si fermò finché non giunse dove gli era apparsa la Fata:- Fata, dove sei?
- Ai tuoi comandi.Le narrò la disgrazia.- Ti sei lasciato canzonare! Tieni questo pugnale e ritorna dal Mago: vedrai che questa volta non si farà beffa di te.E gli disse minutamente come dovea regolarsi.Il giovinotto andò subito, e picchiò tre volte al portone.- Temerario, temerario! Che cosa vieni a fare fin qui?
- Se tu sei Mago davvero, devi batterti con me.Il Mago s'infuriò e venne fuori, armato fino ai denti. Ma come gli vide in mano quel pugnale, si buttò ginocchioni:- Salvami almeno la vita!- Mago scellerato, ti sei fatto beffa di me! Ora starai lì incatenato, finché l'incanto non sia rotto.Lo legò bene, piantò il pugnale in terra, e vi attaccò la catena. Il Mago non poteva muoversi.- Sei più potente, lo veggo! Torna dalla Reginotta, cavale di dito l'anello del gioielliere e l'incanto sarà disfatto.Il giovinotto non avea viso di presentarsi al Re; ma saputo che la Reginotta se l'era cavata con poche scottature, perché tutti quei della corte aveano spento le fiamme, si fece coraggio e si presentò:- Maestà, perdonate; la colpa non fu mia; fu del Mago traditore. Ora è un'altra cosa. Caviamo di dito alla Reginotta quell'anello del gioielliere, e l'incanto sarà disfatto.Così fu. La Reginotta diventò nuovamente di carne, ma pareva un tronco: non avea lingua, né occhi, né orecchi; era rovinata dalle fiamme. E se lui non la guariva intieramente, non potea diventar genero del Re.Partì e andò in quella pianura dove gli era apparsa la Fata:- Fata, dove sei?
- Ai tuoi comandi.Le narrò la disgrazia.- Ti sei lasciato canzonare!E gli disse, minutamente, come dovea regolarsi.Il giovanotto tornò dal Mago:- Mago scellerato, ti sei fatto beffa di me! Lingua per lingua, occhio per occhio!
- Per carità, lasciami stare! Vai dalle mie sorelle, che stanno un po' più in là. Devi fare così e così.Cammina, cammina, arriva in una campagna dove c'era un palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone.- Chi sei? Chi cerchi?
- Cerco Cornino d'oro.
- Capisco: ti manda mio fratello. Che cosa vuole da me?
- Vuole un pezzettino di panno rosso; gli si è bucato il mantello.
- Che seccatura! Prendi qua.E gli buttò dalla finestra un pezzettino di panno rosso, tagliato a foggia di lingua.Andò avanti, e arrivò a piè d'una montagna dove, a mezza costa, c'era un palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone.- Chi sei? Chi cerchi?
- Cerco Manina d'oro.
- Capisco: ti manda mio fratello. Che cosa vuole da me?
- Vuole due grani di lenti per la minestra.
- Che seccatura! Prendi qua.E gli buttò dalla finestra due grani di lenti, involtati in un pezzettino di carta.Andò avanti, e arrivò in una valle, dove c'era un altro palazzo simile a quello del Mago. Picchiò al portone.- Chi sei? Chi cerchi?
- Cerco Piedino d'oro.
- Capisco: ti manda mio fratello! Che cosa vuole da me?
- Vuole due lumachine per mangiarsele a cena.
- Che seccatura! Prendi qua.E gli buttò dalla finestra le lumachine richieste.Il giovanotto tornò dal Mago:- Ho portato ogni cosa.Il Mago gli disse come doveva fare, e il giovanotto stava per andarsene:- Mi lasci qui incatenato?
- Lo meriteresti, ma ti sciolgo. Se mi hai ingannato, guai a te!Il giovane si presentò al palazzo reale e si fece condurre dalla Reginotta.Le aperse la bocca, vi mise dentro quel pezzettino di panno rosso, e la Reginotta ebbe la lingua. Ma le prime parole che disse furon contro di lui:- Miserabile ciabattino! Via di qua! Via di qua!Il povero giovane rimase confuso:- Questa è opera del Mago!Senza curarsene, prese i due semi di lenti, con un po' di saliva glieli applicò sulle pupille spente, e la Reginotta ebbe la vista. Ma appena lo guardò, si coprì gli occhi colle mani:- Dio, com'è brutto! Com'è brutto!Il povero giovane rimase:- Questa è opera del Mago!Ma, senza curarsene, prese i gusci delle lumachine che aveva già vuotati, e con un po' di saliva glieli applicò bellamente dov'era il posto degli orecchi: la Reginotta ebbe gli orecchi.Il giovane si rivolse al Re e disse:- Maestà, son vostro genero.Come intese quella voce, la Reginotta cominciò a urlare:- Mi ha detto: Strega! Mi ha detto: Strega!Il povero giovane, a questa nuova uscita, sbalordì: È opera del Mago!
- E tornò dalla Fata.
- Fata, dove sei?
- Ai tuoi comandi.e narrò la sua disgrazia.La Fata sorrise e gli domandò:- Le hai tu tolto di dito l'altro anello del Mago?
- Mi pare di no.
- Vai a vedere; sarà questo.Come la Reginotta ebbe tolto di dito quell'altro anello, tornò gentile e tranquilla.Allora il Re le disse:- Questi è il tuo sposo.La Reginotta e il giovanotto si abbracciarono alla presenza di tutti, e pochi giorni dopo furono celebrate le nozze.

E furono marito e moglie;
E a lui il frutto e a noi le foglie.

LUIGI CAPUANA

 
 
 
 
 

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Un blog di: fata_Piumetta
Data di creazione: 14/02/2006
 

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