DIRE O NON DIRE

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 MILANOEdoardo Bennato video hesse_f I PENSIERI  non sono più abituata a camminare in città. Anni fa, mentre affiancavo superavo incrociavo, i pensieri degli altri, in qualche modo, mi sfioravano. Alcuni li scambiavo per miei, altri, troppo distanti, li fendevo come nebbia ottundente. Ma  quelli che si facevano rincorrere, senza farsi del tutto prendere, mi hanno sempre fatta innamorare. Anche i luoghi segnano il loro corso. Dove sono nata non ho mai percepito varietà, e  quando camminavo tra le persone, non mi chiedevo cosa le sfiorasse. Lo sapevo. Conoscevo i loro pensieri. Di sicuro li avevo rimuginati, io pure, più di una volta. Adesso in città cammino tra silenzi e segreti. Forse ho perso la capacità di accogliere e interpretare,  o forse, chi mi incrocia, li tiene in uno scrigno, ben riposti e celati anche a se stesso. Ho vissuto 8 anni in Brera e la sera, chi eri, e il futuro, veniva svelato per poco. Un tavolino, due sedie, ed ecco la chiave. Uno di fianco all’altro per conoscere quel che si aveva dentro. Nessun segreto per chi aveva in mano le carte. Non fossero bastati un sorriso o una ruga, lo si svelava con un cuori o un bastoni. Quel 3, che ad un occhio inesperto, poteva sembrare intrusione, era, invece, per colui che prevedeva, la perfezione. Lui e lei che creavano una vita.  Se alla carta si aggiungeva un sostegno, l’armonia diventava assoluta, 4, che sono le mura, 4, la casa dei sogni. Cammino stasera per Brera. Un serpente colorato di borse, scarpe, gioielli, che si snoda per ogni lato. Più nessuno,  con un mazzo di carte, ha un  futuro da svelarti, ma tutti hanno qualcosa da  vendere. Anche i pensieri che un tempo non mi erano estranei, ora non si fanno più prendere. La stanchezza forse li copre. O la sfiducia. La stessa che ho io nel toccare, in una bancarella, le borse di Prada.Milano 2024