DIRE O NON DIRE

giuseppe pino fotografo


        Ugo Mulas Photo Giuseppe Pino © FOTOGRAFOGiuseppe Pino ©
Son House  1970 Photo Giuseppe Pino ©  Amare il ritratto e frequentare la scuola, che lui aveva frequentato. Muovermi nelle stesse aule una ventina di anni dopo, quando lui era già un grande e le notizie che lo riguardavano, arrivavano da New York. Le sue immagini, sulle riviste soprattutto di jazz, erano per noi un momento più che di riflessione, quasi di sospensione e di sbigottimento. Ricordo tra i sorrisi e le battute la domanda che ci facevamo guardandoci quasi scoraggiati “Come riesce a far fare quello che vuole a queste persone?”. E questo, mentre noi, non eravamo in grado di piegare alla nostra volontà, nemmeno il compagno di classe, che dovevamo ritrarre come esercizio di espressività. Era una domanda che, sapevamo, non avrebbe trovato risposta in quelle aule, eppure ce la ripetevamo puntualmente, ogni volta che usciva una sua copertina. “Come riesce a far fare quello che vuole a queste persone?” Le persone di cui parliamo, non erano un vecchio o un bimbo, fotografati per strada, a cui chiedi il favore di restare per qualche istante immobile e di guardare nella tua direzione. Stiamo parlando dei nomi più famosi del mondo del jazz e dello spettacolo. Leonard Cohen, fotografato a Milano nel '74 a testa in giù, praticamente irriconoscibile, Howard Johnson ritratto a Montreux nel 1975 con una tuba in testa e di lui si intravedono solo gli occhi quasi a margine della fotografia. Helen Humes, ripresa nel '74, su un palcoscenico che puoi solo ipotizzare, perché l’immagine, ci mostra solo le gambe dell’artista, dalla caviglia ai piedi; gambe appesantite e tagliate quasi a metà, da calzettoni neri di nylon  arrotolati ,che si infilano in un paio di improbabili sandali rossi.  
                                          Helen Humes 1974  Photo Giuseppe Pino © E poi Ella Fitzgerald, Duke Ellington, Louis Armstrong, Count Basie, Bill Evans, Miles Davis, Gato Barbieri etc etc, insomma, i nomi più rappresentativi del jazz nazionale e internazionale. Miles Davis, fotografato da Giuseppe Pino, in un paio di scatti così schietti , concisi e comunicativi, che diventarono per alcuni anni, l’icona stessa del personaggio.Anni dopo, scopersi la disponibilità di alcuni di questi artisti che, rispettando le tue capacità, si lasciano guidare e accettano l’impostazione che tu, hai deciso per lo scatto. Questa scoperta, non è servita però, a rivelarmi il segreto della grandezza dei ritratti di Giuseppe Pino, così immediati ma profondi, onesti, eppur allusivi, ironici ma mai caricaturali, insomma secondo me allora come adesso: perfetti, originali, ineguagliabili. a.b.
Giuseppe PinoFOTOGRAFO