ROMA (Reuters) - Riva Acciaio chieder� al gip di Taranto di mettere a disposizione del custode giudiziario, Mario Tagarelli, le somme dell'azienda sequestrate in modo da poter ripartire con la produzione.
E' l'accordo raggiunto nel vertice di stamani al ministero dello Sviluppo economico tra azienda, governo e custode, secondo quanto annunciato dal ministro per lo Sviluppo, Flavio Zanonato.
"Per rendere immediatamente possibile il riavvio dell'attivit� si è concordato che l'azienda chieda al gip una interpretazione estensiva dell'articolo 104 del codice di procedura penale in modo da rendere disponibili al custode giudiziario le somme sequestrate", ha detto il ministro prima di recarsi al Consiglio dei ministri sul Def.
Zanonato ha spiegato che "rimane aperta la necessit� di introdurre un criterio generale che non obblighi a far interrompere l'attivit� alle aziende poste sotto sequestro e di questo parlerò con il presidente del Consiglio [Enrico Letta] anche se non sono sicuro che potremo approvare una riforma oggi visto che la materia è molto complessa".
Beni di Riva Acciaio per circa 1 miliardo sono stati sequestrati dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'inchiesta per disastro ambientale alle acciaierie Ilva di Taranto, di propriet� della famiglia Riva. A seguito dell'operazione l'azienda ha sospeso le attivit� e lasciato a casa 1.400 lavoratori.
Bruno Ferrante, presidente di Ilva e rappresentante dei Riva al tavolo, ha detto che oggi "non si è parlato di cassa integrazione perché è prematuro. Noi riteniamo prioritarie altre strade che devono condurre alla ripresa dell'attivit� ".
Nel frattempo il sindacato chiede risposte rapide e certe e minaccia proteste.
"Se non verr� indicata una data precisa del rientro dei 1.400 addetti al lavoro nelle societ� del gruppo siderurgico, il sindacato metalmeccanico scender� in piazza a Roma la prossima settimana con una manifestazione nazionale", ha scritto in una nota Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm.
"Avvertiamo un clima di indecisione ed indeterminatezza che nuoce non solo al gruppo in questione, ma al settore industriale dell'intero Paese. In questo senso il sindacato metalmeccanico si prepara a mobilitarsi", conclude.
Era stato lo stesso Zanonato ad annunciare che alla riunione di governo odierna avrebbe proposto una correzione all'articolo 104 del Codice di procedura penale in modo da consentire ai custodi giudiziari di utilizzare anche le liquidit� nel caso di sequestro di aziende.
La Procura di Taranto, che ha dposto il sequestro preventivo dei beni dei Riva, ha spiegato sabato scorso che "al fine di garantire la continuit� produttiva dell'azienda, il provvedimento di sequestro non prevede alcun divieto di uso. Peraltro, lo stesso custode-amministratore è autorizzato ex lege a gestire eventuali necessit� di ordine finanziario".
Riva Acciaio sostiene al contrario di non avere nessuna facolt� d'uso dei beni sequestrati dalla Guardia di Finanza e ricorda che con l'operazione sono stati revocati dalle banche tutti i fidi impedendo non solo la "normale attivit� produttiva, ma anche operazioni minimali, quali pagare le utenze o gli spedizionieri per la consegna dei materiali gi� venduti".
(Alberto Sisto) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia