Favolosa

Cosa pensa il Pensatore?


Se ne rimane li, impietrito, nel suo elegante abito, come se mai nessuna vita lo avesse attraversato dentro, come una statua, etereo, mentre però i suoi occhi vibrano di un intenso non mai sondato, sorridenti e seri, accigliati e dolci, benevoli e rimproveranti, ed al contempo vicini e lontani, ed al contempo lucidi e opachi, ed al contempo sobri e pazzoidi, intimi, sciolgono, feriscono ed al contempo rallegrano, resuscitano ed al contempo uccidono, fanno male, fanno bene, fanno tutto ed il contrario di tutto, sono gli occhi di un Angelo o forse di un Demone? Scherniscono o … nooooooo … non saran mica  tristi? E quelle labbra, morbide da sprofondarci dentro, giocano le loro linee con le ombre tanto da non poterne decifrare l’espressione, ma quel che è certo è che … non sono sorridenti, e tutto il Bosco aspetta quel Sorriso, perché da esso dipende la sua sopravvivenza.Il Pensatore è l’anima del Bosco, nessuno sa quale maledizione lo abbia voluto tale, ma sta di fatto che ormai da anni tutti gli Animali che lo abitano si recano a turno al suo cospetto nel tentativo, vano, di interpretarne il pensiero; qualora qualcuno dovesse riuscire nell’impresa, leggenda vuole che le sue labbra si pieghino all’insù, nel gesto di un sorriso, e che finisca al contempo l’inverno e quindi l’inferno che vuole il Bosco in questione privo di frutti, di cibo, di acqua, di ispirazione e sentimento, e quindi persino privo di riprodursi, di dar continuità alle  specie; il Bosco è morto se il Pensatore non sorride, e perché sorrida qualcuno deve interpretare il suo pensiero.Che cosa pensa il Pensatore?Si reca al suo cospetto l’Aquila, lo osserva a lungo, lo scruta ed egli scruta lei, pur senza mai modificare quell’espressione ambigua, poi l’Aquila si esprime: “ Il Pensatore pensa a tutti i voli che ha spiccato, alla gioia, alla paura, all’ansia, all’euforia, alle ambizioni che sempre lo hanno spinto a volare, e non importa quali o quanto lo abbiano portato in alto, conta lo spirito che c’era dentro, a questo pensa il Pensatore!”Poteva essere, e tutti gli abitanti del Bosco speravano fosse così, ma benché alcuni giurarono di avere scorto per un fulmineo istante un luccichio negli occhi del Soggetto, le sue labbra rimasero impalpabili, e fu l’inverno, ancora, per il Bosco.E giunse al suo cospetto il Leone, forte, orgoglioso, fiero, lo fissò dritto negli occhi mentre accarezzava  con la zampa la sua folta e lucida criniera poi gli disse:” Quanto coraggio c’è voluto ad esser quel che sei? Quanti si son tirati indietro nel mentre tu, pur contro i tuoi interessi, sei sempre andato avanti? Calunniato, accusato, ferito, contrastato, sanguinante a volte, ma forte dei tuoi principi, dei tuoi ideali, delle tue convinzioni, che mai nessuno è riuscito a sottrarti; adesso ti chiedi, continuare perché? Per coerenza? Per dimostrare a te stesso e agli altri che avevi ragione a crederci, nelle tue guerre perse? Per fare rabbia a chi ti ha sempre remato contro, e dare gloria a chi invece , con facili  parole di conforto ti sosteneva, mentre comunque il c .. o lo rischiavi sempre e soltanto tu? Ebbene, se è solo per questo, se non c’è niente di più, da leone a Leone, io credo che non ne valga la pena”.Così dicendo il leone gli volse le spalle e si incamminò verso la sua fiera tana, ma nell’andare non seppe resistere e si voltò a guardare l’espressione del Pensatore, che non era variata neppure di una virgola.Ed era giunto il turno dell’Elefante, ma siccome dopo mesi di cammino era giunta finalmente la Lumaca, gli cedette il turno, onde evitare che tornasse alla sua casa ad aspettare la sua ora di parlare al Pensatore, e la Lumaca disse:” Il Pensatore pensa ai lunghi cammini che ha percorso per arrivare fin qui, fino al punto di non ritorno, fino alla svolta, definitiva, finale,  cos’ha raccolto lungo la strada? Che cosa ha perso? Il Pensatore sta bilanciando, e tutti noi non siamo che un chicco dall’una o dall’altra parte della bilancia, il suo pensiero penderà come sempre dalla parte verso cui pende la più parte di noi, perché egli non ha mai pensato soltanto  a se stesso, ma al bene comune di chi non lo merita”.Superfluo dire che l’espressione del Pensatore, imperturbabile come immortale, restava figara, e l’Elefante ormai spazientito dall’alto della sua grezza mole schiacciò la Lumaca senza neanche attendere che si recasse altrove e finalmente sbraitò:” Caro Pensatore, io ti ho capito sai? Tu vuoi qualcosa in cambio, perché sorridere senza ottenere nulla? Ebbene eccoti, gli ultimi frutti del Bosco raccolti in tuo onore, mangiali, godine, saziati, in cambio di un solo sorriso, che faccia di me l’Eroe che ha salvato il Bosco, e di te il più ricco e sazio dei Pensatori”.Al che, qualcuno giurò persino, d’aver visto le lacrime vacillare nello sguardo del Pensatore, ch’eppure non pianse e non rise, se ne restò li perpetuo, nel suo elegante abito, nel suo elegante sguardo, nel suo gentile e mai villano gioco d’ombre, ad aspettare l’arrivo della Volpe, e della Zebra, e del Ghepardo e della Talpa,  pare che persino alcuni Umanoidi simili a Lui fossero partiti da terre lontane per la salvezza del Bosco, di quel fitto Bosco che forse non meritava d’esser salvato, ma che era stato per brevi o lunghi tempi la Casa di tanti, e tanti volevano salvarlo.CHE COSA PENSA IL PENSATORE ???