Favolo

Post N° 1


Cip e Ciop
Due teneri scoiattolini nati in gabbia, atti ad incrementare quell’allevatoio di scoiattoli poi addestrati a rubar noci dalle mani dei turisti,pare che fosse in voga nei dintorni addirittura pagare per farsi rubar le noci da uno scoiattolino tenero e dolce,ore ed ore di addestramento,per essere a modo,per adempiere al proprio dovere,e Cip e Ciop eran davvero a modo,ma la domanda che dimorava eterna dentro i loro occhi era :”Ma quando? Quando quando mille volte quando? In tutto ciò quando è il momento di rotolarci liberi nell’erba senza paura di sporcarci o di sporcare,quando di ridere anche senza un motivo e di rincorrerci sui rami e di allisciare al sole le nostre code?” … si guardavano Cip e Ciop, percepivano l’uno dell’altro la malcelata preghiera dal tono grave e profondo :”Salvami”,eppure si ignoravano come pochi altri,poiché era insito e conscio in loro che se altri occhi avessero colto quel loro guardarsi interiore che andava sin oltre le regole lo avrebbero trasformato in qualcosa di orrido e mostruoso,come facevano con tutto,con tutto quanto,gli occhi della gente; in quel loro ignorarsi c’era dentro tutto il profondo rispetto e l’importanza che avesse per entrambi quell’angolo immaginario di verde dove si è giocondi e nulla più, e quanto volessero proteggerlo,ignorandosi. Così nacque tra i due una specie di linguaggio implicito al contrario, come un tacito gioco,a volte Cip sbirciava Ciop ed era conscia che tanto più la ignorava tanto più le voleva bene, altrove, in quel fazzoletto immaginario di mondo dove persino amare non è peccato per uno scoiattolo, e dico persino.  Ciop sbirciava Cip,ma sapeva di non doversi mostrare troppo interessato ai suoi movimenti o lei subito si sarebbe sentita spronata a confermargli attenzione,ed attenzione dopo attenzione si fa presto ad esser intercettati come “diversi” e messi da parte, tra quelli che van per  le pellicce, di sotto marca, ma dentro i loro cuori poi si incontravano li,e parlavano di tutto tra un gioco e l’altro, si consolavano delle fatiche,delle paure,si volevano un gran bene,ridevano delle cose brutte e piangevano per quelle belle, tutto al contrario insomma,tutto capovolto, da far venire il capogiro.  Un giorno,come era da prevedersi Cip fu ritenuta pronta per esser trasferita altrove,e fu infilata nel furgone che ogni giorno portava avanti e indietro migliaia di scoiattoli, si guardarono un’ultima volta attraverso quel vetro  senza neanche riuscire a vedersi bene tra gli abbaglianti riflessi del sole,nessuno dei due versò una lacrima,confermando fino alla fine all’altro quanto lo amasse.