classe62

C'era una volta... "il Club"

negli anni '70 , nei sogni degli adolescenti di quei tempi non c'erano playstation, cellulari o Ipod, ma al primo posto per i ragazzi di quella generazione c'era il motorino. E quando Giogio quel giorno arrivò sulla sua vespa primavera 125 ET3 blu metallizata ancora i rodaggio, io non vedevo l'ora che arrivasse anche per me il giorno del mio quattordicesimo compleanno per salire sulla mia vespa 50, dare gas e fare il figo con gli amici e le ragazze. Ma come ho detto prima, questo nei sogni di un'adolescente come me. Nella realtà, mio padre su consiglio del fidanzato di mia sorella, quel giorno mi fece trovare sotto casa il derivato di un motorino. Si chiamava "Meteora" è probabilmente l'unico modello prodotto prima del fallimento di quella azienda era finito a me. IO! alto un metro e ottanta a soli quattordici anni, su un motorino con sellino monoposto stile moto da corsa e con manubrio basso praticamente un'incubo....ma questa è un'altra storia.

Per fortuna a parte questa parentesi fantozziana della mia adolescenza, quell'anno io e i ragazzi affittammo due camere a piano terra in una cascina ad un centinaio di metri da casa mia, per fare il nostro Club e dichiarare al mondo la nostra indipendenza.

Definizione di Club: luogo dove compatibilmente con i permessi dei proprietari; poter suonare con la band, ritrovarsi quando si bruciava scuola, fumare le sigarette, imboscarsi con le ragazze e poi la domenica invitare amici e ragazze di altre compagnie alle nostre feste. Dire che ti piacevano i Jethro Tull , i Pink Floid, Genesis,Dee Purple, Rolling Stone e Beatles faceva figo, in realtà nel nostro Club si suonavano dischi Santana, Disco Music a volontà e poi arrivavano loro I LENTI! Venditti, che parlava di un compagno di scuola, Baglioni, di un piccolo grande amore e anche i Cugini di Campagna con anima mia, ci avvisavano che era giunto il momento di invitare a ballare la ragazza che avevi fissato per tutto il pomeriggio. E così nella penombra di qualche faretto che andava ad intermittenza e di Alice che guardava i gatti sopra i tetti , tu cercavi di guardare dentro la camicetta sempre troppo abbottonata di lei.

Per quattro ore si ballava di tutto, si fumava qualche sigaretta, si beveva spuma e coca cola tra patatine e salatini fino alle 19.00 quando anche gli ultimi pomicioni si decidevano a lasciare il club.

Incredibile come in due stanze, noi e una trentina di ragazzi potessimo fare un tale casino.All'aperture delle finestre sommersi tra nuvole di fumo, portaceneri straboccanti, sigarette spente per terra e bicchierini di carta in ogni dove.. noi si restava lì a fare i conti con le pulizie. Ma era il nostro Club e anche se stanchi ma non domi c'era sempre uno di noi che prima di andare via proponeva ...che si fa stasera ragazzi una pizza, coca e poi a casa?