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La Federazione della sinistra...


  LA FEDERAZIONE DELLA SINISTRA IL 26 NOVEMBRE SARA’ IN PIAZZA A ROMA CON IL POPOLO DELL’ACQUA PER DIFENDERE DIRITTI E DEMOCRAZIA
Il 26 Novembre le compagne ed i compagni della Federazione della Sinistra saranno in piazza a Roma con il “popolo dell’acqua” per difendere i diritti e la democrazia oggi pesantemente in gioco.- Il diritto all’acqua che per essere universalmente riconosciuto, insieme a tutti i beni comuni, deve essere sottratto alle fauci insaziabili di un mercato globale che insieme ad essi sta divorando anche il nostro futuro.- La democrazia del “popolo sovrano” che, partecipando in massa al referendum del 12 e 13 giugno, ha deciso che la gestione dei beni e dei servizi fondamentali dev’essere pubblica e partecipata, e non può vedersela sottratta, come si sta continuando a fare senza alcun ritegno, da parte di Governi locali o nazionale, di destra, centro sinistra o tecnici che siano, comunque obbedienti alla suprema volontà dei poteri forti e sovrannazionali della finanza e dell’economia.Saremo in piazza perché in momenti come questi, solo la lotta e la partecipazione diretta, possono aprire strade alternative ad un modello economico e sociale ingiusto e distruttivo in crisi profonda, al quale l’attuale bipolarismo, subalterno a un unico pensiero liberista, non vuole e non riesce ad immaginare altro.Ci saremo quel giorno a Roma, così come continueremo ad essere presenti e combattivi in tutte le città, nei territori e nelle istituzioni locali con i nostri rappresentanti eletti, affinché attraverso atti formali e innumerevoli vertenze, quella volontà sovrana prenda materialmente corpo.  Affinché a gestire l’acqua non siano soggetti privatistici  come le attuali SpA, private o “pubbliche” che siano, ma organismi di diritto pubblico, gli unici adeguati ad offrire trasparenza ed opportunità di reale partecipazione, come il Comune di Napoli  splendidamente ed autorevolmente ci indica possibile.  Ed affinché il profitto sia subito spazzato via dalle bollette tramite atti dovuti dei gestori, interventi giurisdizionali o, in loro mancanza, da azioni collettive di “obbedienza civile” a quanto la legge impone ma le istituzioni negano.Ci impegneremo per essere in tanti perché sarà importante contrapporre alla sfacciata ed ostinata continuità dei privatizzatori, che procede avanti nonostante crisi di governo e di sistema, l’irriducibile continuità dell’indignazione e della rivendicazione attiva di un modello economico alternativo che metta al centro la vita ed i diritti umani anziché le merci e la finanza. Un’alternativa che oltre ad essere indispensabile ed urgente sarà concretamente praticabile se, come è certo, non desisteremo.Massimo Rossi