Da Asti a Kathmandu

Pakistan 1


Come volevasi dimostrare, appena arrivo all'autostazione di Zahedan, vnego abordato da due poliziotti che mi portano con loro ad aspettare un taxi di fiducia che mi possa scortare fino al confine. ad ogni check point viene poi verificata la targa del veicolo e mi viene chiesto il passaporto per controllare se e' tutto ok. Passato il confine, si entra nel subcontinente indo-pakistanno, ed e' un piccolo shock anche per me che ci sono gia' stato. A Taftan non ci sono donne per le strade, gli uomini sono agghindanti con la tipica tunica musulmana, e mi guardano attentamente. Vengo a sapere dall'ufficiale della dogana che sono il primo straniero ad entrare da li' negli ultimi tre giorni, e forse proprio questo suscita la curiosita' delle persone. Taftan e' un posto infernale, caldo e polvere sono insistenti, avverto una leggera tensione nell'aria, ma forse e' solo suggestione. Decido di prendere immediatamente un autobus per Quetta, per un viaggio notturno che si rivelera' molto scomodo su ana strada davvero dissestata. Naturalmente mi tocca la compagnia di due individui armati, uno di Kalashnikov vero e proprio, l'altro di "normale"pistola, e non sono certo poliziotti! Devo ammettere che mi sono emozionato nel vedere un kalashnikov dal vivo per la prima volta,  e non ho avuto paura, ma solo un po' di timore perche', se ti porti un fucile d'asalto su di un autobus, e' perche' pensi che ti possa sevire, per cui...Comunque fila tutto liscio fino a Quetta, dove, vista la brutta aria che tira in citta', con il coprifuoco e tutto il resto, decido di non fermarmi per la notte, e mi avventuro in un altro lungo overnight di 24 ore fino a Peshawar, al confine con l'Afghanistan ed ai piedi delle montagne.