pensieri e parole

LASSU' QUALCUNO MI AMA. CREDO.


Giornata infernale. Decisamente. Per diversi motivi. Sono strasicuro che volete saperli. Ed io, siccome sono buono d'animo, ho deciso di accontentarvi. Per cui iniziamo la dissertazione. Sveglia alle 7. Si avete letto bene. Devo studiare. Estetica. Che, a scanso di equivoci, non ha niente a che vedere con peli, sopraciglia, cerette o manicure. Si tratta di filosofia. Nietzsche e compagnia bella. Stress. Ho l'esame alle 15. Ed ho la testa in panne. Comunque sia mi alzo. Mi lavo. Mi avvicino allo specchio. E mi accorgo che il vulcano si è volatilizzato. Sparito. Puff. Svanito nel nulla. Come il fidanzato di una mia amica dopo aver saputo di averla messa incinta. Non ha lasciato nemmeno l'ombra. Sono tornato bello come il sole. Chiamatemi Apollo. Splendo di luce propria, ma nessuno potrà accorgersene oggi. Mi piego sui libri immediatamente. Rialzo la testa solo verso le 12 per vedere il pancione della Clerici. Ma si vedono solo le sue tettone enormi. Mamma mia. Che impressione. Vabbè. Mi immergo di nuovo nella lettura fino alle 13. E, sarà il numero, ma è qui che inizia la serie di eventi sfortunati. Mi siedo a tavola e si fracassa la sedia. Cado. Bollettino di guerra: una sedia rotta, una tovaglia strappata, un bicchiere frantumato ed un numero imprecisato di tovaglioli che galleggiano nell'acqua che ha creato un rivoletto sul pavimento. Non importa. Mi rialzo, mangio velocemente come un road runner e poi via sotto la doccia. Cado di nuovo. Maledetta forza di gravità. Mi rialzo, batto un ginocchio contro il water e mi lancio nella vasca. Letteralmente. Faccia direttamente spalmata sulla ceramica. Non demordo. Mi lavo. Esco dalla doccia. In piedi per fortuna. Mi vesto in tempo record. Prendo libri, borsa e soldi per il pullmann e mi fiondo alla fermata. Inciampando un altro paio di volte, tanto per non farmi mancare niente. Arrivo alla fermata. Sono le 14e05. Ho tutto il tempo. Sono le 14e15. arriverò giusto giusto. Sono le 14e30. Scostato il fumo che mi esce dalle orecchie, scorgo il tram. Vabbe dai, il percorso nuovo è più veloce. Che culo. Merda. Ha ripreso il percorso vecchio. Non ce la farò mai. Mucha mierda. Mierdissima. Sono le 15.00. Addio esame. Ho studiato a ufo. Che stress. Arrivo davanti all'aula alle 15e15. Il professore? Deve ancora arrivare. Ho come uno svenimento. Che stress. Però l'esame l'ho dato. Scritto. Sudato. Stressato. Ma per la prima volta fefekko ha avuto una botta di culo. Evvai. La ruota gira finalmente. E mica può piovere per sempre.