Creato da: venere893 il 09/08/2009
l'universo,un viaggio meraviglioso.

 

 

SISTEMI E PIANETI EXTRASOLARI

Post n°8 pubblicato il 25 Agosto 2009 da venere893

Le recenti scoperte di numerosi sistemi extrasolari hanno confermato che l'esistenza di pianeti attorno alle stelle non è una peculiarità del nostro Sole, bensì un fenomeno diffuso in tutta la galassia.

Storia dell'esplorazione extrasolare

PIANETI

I primi risultati ottenuti dagli studiosi in questo campo d'indagine sono giunti nel 1980, quando è stato osservato attorno alla stella Beta Pictoris un disco di gas e polvere (disco di accrescimento), dove probabilmente risiede un giovane sistema planetario in via di formazione, che quindi risulta conforme all'attuale modello di origine del sistema solare. Secondo questa teoria infatti, i pianeti si formano a partire da nubi di gas e polvere, che sono i residui della stessa materia interstellare che ha dato vita alla stella attorno a cui orbitano, e che per condensazione ed aggregazione gravitazionale, daranno poi vita ai cosiddetti planetesimi, e quindi ai pianeti.

La prima vera scoperta di un pianeta extrasolare è avvenuta invece nel 1995, quando è stata annunciata l'individuazione di un corpo orbitante attorno alla stella 51 Pegasi, la cui massa ammonterebbe a circa 0,5 - 2 volte quella di Giove.

STORIA

In seguito la ricerca di nuovi pianeti extrasolari ha avuto un'impennata portando il numero totale di quelli sinora osservati ad oltre 100, anche se solo alcuni di essi fanno parte di sistemi simili al nostro, essendo quasi tutti dei giganti gassosi che orbitano molto vicino alle loro stelle.

Metodi indiretti d'investigazione

Tutti questi corpi non sono stati individuati attraverso l'osservazione diretta al telescopio, cosa quasi impossibile considerata la distanza e la luminosità della stella, ma tramite l'influenza da essi esercitata sulle stelle attorno alle quali orbitano, e quindi su metodi indiretti d'investigazione, che permettono comunque di calcolare orbita e massa di eventuali pianeti:

  • Effetto Doppler - analizzando lo spettro della luce stellare si possono rilevare delle piccole oscillazioni della stella, che orbitando assieme al pianeta attorno al comune centro di massa, si allontana e si avvicina alla Terra, provocando uno spostamento delle righe spettrali rispettivamente verso il rosso o verso il blu.
  • Misure astrometriche - misurando quei piccoli spostamenti angolari della stella rispetto allo sfondo celeste, che sono causati dalla sua rivoluzione attorno al comune centro di massa;
  • Transito - rilevando le periodiche variazioni di luminosità causati dal passaggio del pianeta davanti alla stella;

PIANETA

Tecniche e progetti futuri

Per individuare pianeti e sistemi extrasolari i maggiori enti spaziali stanno programmando per i prossimi 15 anni una serie di progetti, che unitamente a future missioni spaziali, si avvarrano di strumenti e tecniche sempre più perfezionate:

  • Osservazione diretta - sfruttando la capacità di future tecnologie che permetteranno di rilevare direttamente eventuali corpi planetari orbitanti attorno alle stelle, attraverso tecniche interferometriche (soppressione della luce stellare e conseguente rafforzamento di quella del pianeta) e coronografiche (creazione di eclissi artificiali);
  • Keck Interferometer - sfruttando i due più grandi telescopi del mondo (Keck - Mauna Kea/Hawaii) ed usando le tecniche interferometriche, sarà possibile studiare le nubi di gas e polvere che circondano le stelle, dove nuovi pianeti si formano, ed ottenere le loro prime immagini;
  • Kepler - un nuovo telescopio spaziale che sarà lanciato dalla NASA nel 2007, e che si avvarrà di uno speciale specchio di un metro di diametro per rilevare quelle minime variazioni della luminosità di una stella dovute al transito di un pianeta;
  • Large Binocular Telescope Interferometer - con l'impiego del telescopio di Mt. Graham in Arizona, collegato ad un interferometro ad infrarossi, sarà possibile intercettare oggetti 10 volte più deboli di quelli finora inquadrati dal telescopio spaziale Hubble;
  • Space Interferometry Mission - programmata per il 2009, permetterà la misura delle distanze e delle posizioni stellari con una precisione centinaia di volte maggiore quella degli strumenti attuali, e quindi la possibilità di intercettare pianeti di tipo terrestre;
  • Terrestrial Planet Finder - la ricerca di pianeti simili alla Terra è uno degli obiettivi di questa missione che, tramite una capacità visiva 100 volte maggiore quella del telescopio spaziale Hubble, ottenibile con una serie di telescopi collegati in formazione spaziale, punterà ad analizzare la composizione chimica ed i parametri fisici di eventuali corpi planetari extrasolari capaci di supportare la vita. Indici di risoluzione saranno allora la presenza di un'atmosfera, di una temperatura e di dimensioni simili alla Terra, oltre alla distanza dalla stella, non troppo vicino, nè troppo lontano, la cosiddetta "zona abitabile", ossia una collocazione che permetta all'acqua di esistere allo stato liquido sulla superficie.

 
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LA SCOMPARSA DEI DINOSAURI

Post n°7 pubblicato il 25 Agosto 2009 da venere893

Fra i misteri ancora insoluti che continuano ad affascinare l'uomo abbiamo quello legato alla scomparsa dei dinosauri. Vissuti circa 65 milioni di anni fà, essi sono stati fra i primi esseri viventi a popolare il nostro pianeta, poi scomparsi in massa, dopo averlo dominato per milioni di anni.

Quale sia stata la causa che ha provocato la loro estinzione è ancora tutta da scoprire, ma gli studiosi sono quasi tutti concordi nel supportare l'ipotesi di una catastrofe di livello planetario che sconvolse l'intero ecosistema del pianeta. E' da verificare anche la provenienza di tale evento, ossia se esso sia stato provocato da circostanze terrestri, oppure se sia da ricercare in cause esterne provenienti dallo spazio.

DELLO

Quello che appare certo è che dev'essersi trattato veramente di un evento apocalittico di breve durata, visto che i resti di questi enormi animali si vanno ritrovando tutti riuniti negli stessi luoghi come se essi, consci della loro fine ormai prossima, si siano aggregati per fronteggiare un pericolo comune.

Ipotesi sulle cause relative alla scomparsa dei dinosauri

Le cause relative alla scomparsa dei dinosauri sono da ricercarsi o nel nostro pianeta o nello spazio esterno. Nel primo caso si potrebbe parlare di variazione dell'inclinazione dell'asse terrestre con conseguente sconvolgimento dell'ambiente e del clima, o ancora di un eccezionale incremento dell'attività vulcanica della Terra con produzione di immense quantità di gas e fumi che, per l'effetto serra da essi causato, avrebbero poi impedito il normale processo della vita.

Ma questi sono eventi che avrebbero avuto bisogno di tanto tempo per provocare un tale sconvolgimento, per cui l'ipotesi più probabile è da ricercarsi in cause esterne al nostro pianeta, considerando anche la globalità della catastrofe che toccò l'intera specie animale. Infatti la Terra, come tutti gli altri pianeti, è stata in passato, e lo è ancora oggi, probabile bersaglio di meteoriti, asteroidi, comete e radiazioni cosmiche di particolari intensità. Ciò in passato, essendo il sistema solare in via d'assestamento, si verificava abbastanza spesso, prova ne sono i crateri disseminati sulla superficie di Mercurio, della Luna e di altri corpi planetari. Pensiamo ad esempio alla cometa Shoemaker-Levy 9 disintegratasi su Giove, evento che se verificatosi sulla Terra avrebbe potuto scatenare immani conseguenze per l'uomo.

E' probabile dunque che similmente, all'epoca dei dinosauri sia avvenuto qualcosa del genere. Infatti, analizzando le stratificazioni del terreno, allo stesso modo degli anelli del tronco di un albero, gli studiosi hanno rinvenuto in diversi posti del mondo delle zone particolarmente ricche di iridio che risalirebbero proprio a 65 milioni di anni fà.

La pluralità dei ritrovamenti, ed il fatto che tale elemento è abbastanza raro sulla Terra, ed invece presente nello spazio interplanetario, fanno pensare ad un impatto con un corpo celeste che potrebbe essere un meteorite, un'asteroide o anche, come nel caso di Giove, una cometa. Un simile impatto avrebbe causato allora mutamenti irreversibili facendo innalzare la temperatura per l'effetto serra, a causa del pulviscolo atmosferico creato da un tale scontro, oppure modificato i parametri orbitali della Terra, con successivi cambiamenti climatici, anche se quest'ultima ipotesi rientra anche se indirettamente nell'ambito delle cause terrestri e perciò da scartare perchè troppo lenta.

Si sarebbe potuto trattare inoltre di una supernova, che esplosa nei paraggi del sistema solare abbia irradiato per secoli il nostro pianeta con malefiche radiazioni cosmiche, in maniera tale da superare lo schermo protettivo fornito dall'atmosfera.

DELL'

Le ipotesi sono dunque diverse, ma gli unici indizi di rilevanza scientifica sono allo stato attuale l'improvviso aumento dell'iridio ed i resti di un cratere localizzato nella penisola dello Yucatan in Messico che appunto portano il campo esplorativo nello spazio esterno al nostro pianeta.

La causa della scomparsa dei dinosauri, è dunque ancora tutta da dimostrarsi, ma sicuramente tutto ciò ha aiutato l'evoluzione della razza umana, essendo l'ingombrante presenza di questa razza animale un ostacolo difficilmente superabile per noi.

 
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IL FENOMENO DELLE MAREE

Post n°6 pubblicato il 24 Agosto 2009 da venere893

Il fenomeno delle maree

Le maree sono l'effetto più tangibile dell'influenza esercitata dal Sole e dalla Luna sul nostro pianeta, e sono quindi causate in maniera diretta dalla forza di gravitazione universale che vuole due qualsiasi corpi attrarsi in maniera reciproca in funzione della propria massa e della distanza che li separa.

Origine delle maree

La Luna esercita infatti una forza di attrazione sulla Terra che maggiormente si ripercuote sulla massa liquida perchè questa, a differenza di quella solida, è più soggetta alle deformazioni.

DEFORMAZIONE

Ad incrementare il fenomeno concorre anche il Sole con la sua forza di attrazione che comunque agisce in misura minore di quella lunare infatti, anche se più grande, la nostra stella dista dalla Terra 400 volte più della Luna, con la conseguenza che il nostro satellite farà sentire la sua influenza 2,2 volte di più.

Il risultato di queste forze mareali sarà allora un'oscillazione della massa liquida che provocherà in ogni istante un rigonfiamento del livello delle acque che si rifletterà anche nella parte opposta della Terra per cause che vedremo. Viceversa in altri due punti, diametralmente opposti, avremo due abbassamenti. Sono i cosiddetti fenomeni di alta e bassa marea che nell'ambito di un giorno lunare, 24 ore e 50 minuti, si verificheranno nello stesso luogo con una periodicità di 12 ore e 25 minuti ed un intervallo fra uno e l'altro di 6 ore 12 minuti e 30 secondi circa.

Oltre alla forza di gravitazione universale in questo fenomeno entra in gioco anche un'altra forza, quella centrifuga. Infatti la Terra e la Luna, legati da mutua attrazione, costituiscono un unico sistema che ruota attorno ad un baricentro collocato a circa 4800 km dal centro della Terra in direzione della Luna, con il risultato che la massa delle acque che si trova dalla parte opposta alla Luna si gonfia appunto per la forza centrifuga derivante dalla rotazione del sistema.

CENTRIFUGA

I livelli d'innalzamento delle acque si fanno sentire particolarmente vicino le coste e possono raggiungere anche i 15 metri, mentre in mare aperto o in mari chiusi come l'Adriatico, toccano il metro di altezza.

C'è da dire infine che oltre ad agire sulla massa liquida questo fenomeno influenza anche il moto di rotazione della Terra. Infatti la Luna trascinando con sè le acque, agisce come un freno sul nostro pianeta, con il risultato di farne rallentare il periodo di rotazione, e dunque la durata del giorno, che va crescendo sempre più anche se in maniera impercettibile.

Classificazione delle maree

La maree comunque possono essere distinte in:

  • Lunari - quando l'innalzamento delle acque si verifica in direzione della Luna;
  • Antilunari - quelle che si creano nella direzione opposta;
  • Equinoziali o Vive - nei periodi di Luna Piena o Nuova e perciò quando all'allineamento si aggiunge anche il Sole;
  • di Quadrature o Morte - al primo o all'ultimo quarto è perciò quando il nostro pianeta ed i due astri maggiori formano un angolo di 90°.

CLASSIFICAZIONI

 
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costellazioni dello zodiaco

Post n°5 pubblicato il 11 Agosto 2009 da venere893

Un discorso a parte meritano quelle 12 costellazioni che fanno parte dello zodiaco, ovvero di quella striscia del cielo concentrica all'eclittica, su cui si spostano apparentemente tutti i corpi principali del sistema solare. Fra questi uno in particolare, il Sole, attraversa ogni mese un settore pari a 30° (segno zodiacale) effettuando quindi un giro completo in un anno solare.

Per convenzione, si è allora stabilito sin dall'antichità, di identificare ognuna di queste suddivisioni con l'omonima e corrispondente costellazione. A partire dalla prima sono: Ariete, Toro, Gemelli, Cancro, Leone, Vergine, Bilancia, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario e Pesci. Tuttavia dello zodiaco fa parte anche la costellazione di Ofiuco, che il Sole attraversa in Dicembre, la quale però non è compresa fra i 12 segni zodiacali tradizionali.

costellazioni

Precessione degli Equinozi

A causa del fenomeno della "precessione degli equinozi", un lento e continuo movimento dell'asse di rotazione del nostro pianeta, che oscillando descrive un cerchio in 26000 anni, ogni riferimento celeste varia la sua posizione di circa 1,5° ogni secolo. Ogni 2000 anni si verificherà allora uno slittamento pari a 30°, con il risultato che ogni costellazione occuperà il posto del segno zodiacale immediatamente successivo. Infatti gli equinozi, le intersezioni dell'eclittica con l'equatore celeste, detti anche "punto d'Ariete" e "punto della Bilancia", si trovano ai giorni nostri rispettivamente nei Pesci e nella Vergine e non più in quelle da cui anticamente presero il nome.

 
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visibilità delle costellazioni

Post n°4 pubblicato il 11 Agosto 2009 da venere893

Nonostante le stelle possano considerarsi fisse, ogni costellazione muta la sua posizione (rispetto alla nostra e non allo sfondo celeste) per effetto del moto apparente del cielo. Questo perchè la Terra, oltre a girare su se stessa, compie anche un moto di rivoluzione attorno al Sole, offrendoci ogni notte una visuale della volta celeste leggermente diversa. Ognuna di esse allora, con il passare dei mesi, apparirà alla stessa ora sempre più spostata verso Ovest, sino a quando scomparirà sotto l'orizzonte occidentale per riapparire poi, dopo un certo periodo di tempo, da quello orientale.

Fanno eccezione le costellazioni attigue ai poli che, per effetto della sfericità della Terra, ruotano attorno ad essi descrivendo dei cerchi completi fra lo zenit e l'orizzonte. Per questo sono dette circumpolari, e sono visibili solo dall'emisfero di cui fa parte il polo celeste attorno a cui ruotano, rimanendone invece occultate nell'altro. Si distinguono in boreali ed australi.

visibilità

 
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