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video musicaleIL REGNO DELLE STELLEQuanto è bello perdersi nel regno delle stelle, SIAMO COME DELLE STELLETu sei così, io sono così. IL DESTINO SIAMO NOI
Post n°3 pubblicato il 11 Agosto 2009 da venere893
Attualmente le costellazioni ufficiali sono 88 e più della metà di esse ci sono state tramandate dall'astronomo greco Tolomeo, che raccogliendo le testimonianze e gli studi precedenti, ne elencava 48 nel suo Almagesto. Il nome di molte di loro è quindi per la maggior parte di origine babilonese o greca, ed è stato mantenuto fino ai giorni nostri, così come quello di alcune stelle. Tutto questo per quanto riguarda il cielo boreale, essendo quello dell'altro emisfero, o quanto meno la parte più a Sud di esso, nascosto, per via della latitudine, agli osservatori di tutta l'area mediterranea. Le costellazioni australi sono dunque di origine molto più recente, risalgono infatti agli ultimi quattro, cinque secoli, quando i circumnavigatori dalla Terra, esplorando quelle zone, si servirono del cielo meridionale per orientarsi durante la navigazione. Fornirono così preziose indicazioni agli astronomi di quel tempo che stilando nuove mappe celesti completarono la nostra conoscenza in merito. Fra questi ricordiamo Plancius, Bartsch, Hevelius, De Lacalle e soprattutto Bayer che, autore fra l'altro di un celebre atlante, introdusse un sistema per indicare le stelle adoperando le lettere dell'alfabeto greco secondo un'ordine decrescente di luminosità. A compimento dell'opera di questi illustri studiosi, nomi e confini di ogni costellazione vennero definitivamente fissati, rispettivamente nel 1922 e nel 1930, dall'I.A.U., il massimo organo astronomico mondiale. Le costellazioni sono comunque delle entità di natura prospettica, formate da corpi che appaiono come facenti parte di un unico sistema, ma che in realtà nello spazio tridimensionale hanno in comune solo lo stesso settore celeste, essendo a volte situati a distanze di milioni di anni luce gli uni dagli altri.
Post n°2 pubblicato il 10 Agosto 2009 da venere893
Inseparabile compagna della Terra, la Luna è il corpo celeste più vicino a noi, e per questo ben visibile, anche se non avendo una fonte energetica interna essa risplende solo per via della luce solare riflessa dalla sua superficie.
foto NASA-NSSDC Le sue dimensioni, pari a circa un quarto di quelle terrestri, fanno di essa un mini pianeta che probabilmente si è formato per l'aggregazione di materiale meteoritico adiacente all'orbita terrestre durante il periodo di formazione del sistema solare. In origine è molto probabile che sulla Luna vi sia stata attività vulcanica, lo dimostrano i reperti prelevati durante le missioni Apollo, analizzando i quali si riconoscono strutture simili a quelle presenti attorno ai vulcani terrestri. In particolare sono sicuramente di tale tipo quei canali che sembrano essere i resti dell'erosione esercitata dal materiale magmatico fuoriuscito miliardi di anni fà da fratture createsi sulla superficie. foto NASA Mancando un'atmosfera, la temperatura ha una forte escursione termica fra la parte illuminata e quella buia, raggiungendo anche un massimo di oltre un centinaio di gradi. Inoltre la gravità, essendo solo un sesto di quella terrestre, rende il satellite del nostro pianeta un mondo completamente inospitale. In ultima analisi c'è da ricordare come la Luna ed il nostro pianeta siano legati da una forza di mutua attrazione che si rende evidente nel fenomeno delle maree e che produce un rallentamento della rotazione della Terra, con la conseguenza che il giorno terrestre va continuamente ed impercettibilmente aumentando
foto NASA-NSSDC Strutture lunariLa Luna ha una superficie accidentata composta da zone montuose miste a pianure che vengono denominate mari (nulla a che vedere con i nostri, data l'assenza di acqua presente solo sotto forma di ghiaccio nelle zone polari). La più famosa di queste regioni è il Mare della Tranquillità, dove il 21 luglio 1969 sbarcò l'Apollo 11 aprendo le porte all'esplorazione umana del nostro satellite naturale. Sono comunque degni di nota anche l'oceano Procellarum ed il mare Imbrium, che per le loro vaste dimensioni sono visibili persino ad occhio nudo. Nella superficie lunare, che conosciamo ormai dettagliatamente fin nei minimi particolari, spiccano inoltre quegli immensi crateri che sono i resti di un remoto bombardamento meteoritico. Tre di essi, chiamati coi nomi di altrettanti grandi astronomi del passato, Tolomeo, Tycho e Copernico, sono visibili dalla Terra anche con un modesto binocolo visti i loro diametri che rispettivamente ammontano a 153, 87 e 90 km. foto NASA-NSSDC La Luna, come dicevamo, è composta anche da catene montuose, che raggiungono in alcuni casi i 9000 m di altezza, e che sono state battezzate con nomi simili alle analoghe strutture terrestri. Fra esse ricordiamo le Alpi, i Carpazi e gli Appennini lunari.
Post n°1 pubblicato il 10 Agosto 2009 da venere893
Nel corso della storia diversi filosofi si sono posti il problema dell'origine e dell'evoluzione dell'universo, fornendo quasi sempre come soluzione, quella dell'esistenza di una entità infinita ed incommensurabile, spesso identificata con la nostra stessa galassia. L'ipotesi di una pluralità di universi-isola, fù invece postulata per la prima volta nel 18° secolo da E. Kant, secondo il quale il sistema solare era contenuto in un immenso contenitore di stelle (la Via Lattea), che insieme ad altre analoghe strutture popolavano l'intero cosmo. Ambedue le ipotesi furono ampiamente discusse dagli studiosi fino ai primi 20 anni del secolo scorso, finchè non arrivò la scoperta dello spazio extragalattico, ad opera di E. Hubble nel 1924, che dettando la parola fine sulla questione, disegnava l'immagine completamente nuova di uno spazio immenso e sconfinato suddiviso a sua volta in diversi "universi-isola", le galassie, ognuna delle quali composta da centinaia di miliardi di stelle ed altri oggetti celesti. Principio cosmologicoNasceva così la moderna cosmologia, una scienza dedita allo studio delle origini e dell'evoluzione dell'universo, la quale ci fornisce tuttora, la configurazione di un gigantesco sistema strutturato in livelli gerarchici. Partendo infatti dalla Terra, che non è un punto privilegiato, ma solo il nostro posto d'osservazione, arriviamo al Sole, e quindi al sistema solare, giungendo poi, attraverso la nostra galassia, agli ammassi di galassie ed ai superammassi, sino ad arrivare concettualmente ai "confini dell'universo", da dove questo appare in maniera isotropa ed omogenea, uguale in ogni direzione ed in ogni luogo (principio cosmologico).
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