VENTO DI PENSIERI.

EVOLVERSI (5° PARTE)


Ben trovati amici... continuiamo pure il nostro studio, passando in rassegna, in modo piu' dettagliato, i differenti stati di coscienza che puo' avere l'uomo. Come abbiamo gia' detto, quattro stati di coscienza sono possibili per l'uomo: il sonno, la coscienza di veglia, la coscienza di se' e la coscienza oggettiva. Tuttavia l'uomo vive soltanto in due di tali stati, in parte nel sonno ed in parte nella coscienza di veglia. E' come se possedendo una casa di quattro piani, egli non vivesse che nei due piani inferiori. Il primo e piu' basso livello di coscienza e' il sonno. E' uno stato del tutto soggettivo e passivo. L'uomo vive immerso nei sogni. Tutte le sue funzioni psichiche lavorano senza alcuna direzione. Non vi e' ne' logica, ne' continuita', ne' causa, ne' risultato, nei sogni. Immagini del tutto soggettive, sia echi di passate esperienze che di vaghe percezioni del momento, come rumori che raggiungono l'uomo che dorme, sensazioni fisiche, lievi dolori, tensioni muscolari, attraversano la mente, non lasciando che un'impercettibile traccia nella memoria, ed il piu' delle volte nulla.Il secondo grado di coscienza appare quando l'uomo si sveglia. Questo secondo stato, nel quale ci troviamo in questo momento, ossia lo stato in cui lavoriamo, parliamo, ci immaginiamo di essere coscienti, lo chiamiamo coscienza di veglia mentre in realta' dovrebbe essere chiamato "sonno di veglia". In effetti il sonno non si dissolve all'apparire del secondo stato, quando cioe' l'uomo si sveglia. Il sonno rimane con tutti i suoi sogni e le sue impressioni; vi si aggiungono soltanto un atteggiamento critico verso le proprie impressioni, pensieri meglio coordinati, azioni piu' disciplinate; e, in conseguenza di una certa vivacita' di impressioni sensoriali, di desideri e di sentimenti - in particolare del sentimento di contraddizione o di impossibilita', totalmente assenti nel sonno - i sogni divengono invisibili, proprio come luna e stelle scompaiono alla luce del Sole. Tuttavia sono tutti presenti ed esercitano sovente sull'insieme dei nostri pensieri, sentimenti ed azioni, un'influenza la cui forza puo' prevalere persino su quella delle reali percezioni del momento.Non mi riferisco in particolare a cio' che viene definito dalla psicologia moderna come subcosciente o pensiero subconscio. Si tratta semplicemente di espressioni errate, di termini errati che non significano nulla e non si riferiscono ad alcun fatto reale. Vedete, miei cari amici, in noi niente e' subconscio in modo permanente, perche' non vi e' niente di COSCIENTE in modo permanente, e non vi e' pensiero subcosciente per la semplicissima ragione che non vi e' pensiero cosciente.Ma ritorniamo agli stati di coscienza che esistono effettivamente: il primo e' il sonno, il secondo e' il sonno di veglia. Il primo, come ho detto, e' uno stato puramente soggettivo. Il secondo lo e' di meno; l'uomo gia' distingue l'io dal non io, cioe' il suo corpo dagli oggetti diversi dal suo corpo, e puo' conoscere, fino ad un certo punto, la loro posizione e la loro qualita'. Ma non si puo' dire che l'uomo in questo stato sia sveglio, dato che resta fortemente influenzato dai sogni e che in pratica vive piu' nei sogni che nella realta'. Tutte le assurdita' e le contraddizioni degli uomini e della vita umana in generale trovano spiegazione se comprendiamo che gli uomini vivono nel sonno, agiscono nel sonno e non sanno di dormire. E' utile ricordare che questo e' proprio il significato interiore di numerosi insegnamenti antichi. Il piu' conosciuto da noi e' il Cristianesimo, ovvero l'insegnamento degli Evangeli, nel quale tutte le spiegazioni della vita umana si basano sull'idea che gli uomini vivono nel sonno e devono anzitutto svegliarsi; tuttavia quest'idea e' assai raramente compresa come dovrebbe, cioe', in questo caso, "alla lettera".Ma il problema e': come puo' svegliarsi un uomo? L'insegnamento degli Evangeli esige il risveglio, ma non dice come svegliarsi. Lo studio psicologico della coscienza mostra che solamente quando l'uomo si rende conto di essere addormentato, si puo' dire che e' sulla via del risveglio. Non si potra' mai svegliare prima di aver provato che e' addormentato. Questi due stati, il sonno ed il sonno di veglia, sono i soli nei quali l'uomo vive. Al di fuori di essi, due altri stati di coscienza sono possibili per l'uomo, i quali diventano accessibili soltanto dopo una lotta dura e prolungata. Questi due stati superiori di coscienza vengono chiamati "coscienza di sè" e "coscienza oggettiva". Noi crediamo in genere di possedere la coscienza di sè, cioe' di essere coscienti di noi stessi, o in ogni caso di poter essere coscienti di noi stessi nell'istante in cui lo desideriamo, ma in realta' la coscienza di sè e' uno stato che ci attribuiamo SENZA IL MINIMO DIRITTO. In quanto alla coscienza oggettiva e' uno stato del quale non sappiamo nulla. La coscienza di sè e' uno stato nel quale l'uomo diviene oggettivo verso se stesso, e la coscienza oggettiva e' uno stato nel quale egli entra in contatto con il mondo reale o oggettivo, dal quale ora i sensi, i sogni e gli stati soggettivi di coscienza lo tengono separato.I quattro stati di coscienza possono inoltre essere definiti secondo le possibilita' che essi offrono di conoscere la verita'. Nel primo stato di coscienza, il sonno, non possiamo sapere nulla della verita'. Anche se percezioni o sentimenti reali giungono a noi, essi si mescolano ai sogni, e in questo stato di sonno, non e' possibile distinguere i sogni dalla realta'. Nel secondo stato di coscienza, vale a dire nel sonno di veglia, possiamo conoscere soltanto una verita' relativa: di qui il termine di coscienza relativa. Nel terzo stato di coscienza, cioe' nello stato di coscienza di se', possiamo conoscere tutta la verita' su noi stessi. Nel quarto stato, che e' lo stato di coscienza oggettiva, l'uomo e' in grado di conoscere l'intera verita' su ogni cosa, puo' studiare le cose in sè, il mondo qual e'. Questo stato e' talmente lontano da noi che non possiamo neppure pensarvi nel modo giusto e dobbiamo sforzarci di comprendere che si possono avere dei lampi di coscienza oggettiva solo nello stato pienamente realizzato di coscienza di se'. Nello stato di sonno, possiamo avere dei barlumi di coscienza relativa. Nello stato di coscienza relativa, possiamo avere dei barlumi di coscienza di sè. Ma volendo avere la coscienza di sè per periodi piu' lunghi, e non solo per brevi istanti, dobbiamo comprendere che tali periodi non possono prodursi da soli: richiedono un ATTO DI VOLONTA'. Questo significa che la frequenza e la durata dei momenti di coscienza di se' dipendono dal potere che abbiamo su noi stessi. Significa di conseguenza che coscienza e volonta' sono quasi una sola e identica cosa, o in ogni caso, aspetti della stessa cosa. Dobbiamo ora comprendere che il primo ostacolo che si presenta all'uomo sulla via dello sviluppo della conoscenza di se' e' la convinzione che gia' la possiede, o almeno che puo' averla in qualsiasi momento lo voglia. E' molto difficile persuadere un uomo del fatto che egli non e' cosciente e non lo puo' divenire quando gli pare. Ed e' particolarmente difficile, in quanto la natura gli gioca in questo caso un "brutto tiro". Domandate ad un uomo se sia cosciente, o ditegli che non e' cosciente; egli affermera' di essere perfettamente cosciente e che e' assurdo dire che non lo e', dal momento che vi sente e vi comprende. Ed avra' completamente ragione, ma al tempo stesso completamente torto. Questo e' il tiro che gli gioca la natura. Egli avra' ragione, perche' la vostra domanda o la vostra osservazione l'avranno reso vagamente cosciente per un istante. L'istante successivo la coscienza sara' svanita. Ma egli ricordera' cio' che gli avete detto, cio' che ha risposto, e credera' certamente di essere cosciente. In realta', l'acquisizione della coscienza di sè presuppone un arduo e lungo lavoro. Come potrebbe un uomo sottoporsi ad un simile lavoro, se si ritenesse gia' in possesso proprio di cio' che costituisce il risultato promessogli in cambio di questo arduo e lungo lavoro? Naturalmente, un uomo non intraprendera' questo lavoro e non lo considerera' necessario, fino a quando non si convincera' di non possedere ne' la coscienza di sè, nè tutto cio' che e' in relazione con essa, cioe' l'unita' o l'individualita', un "Io" permanente, e la volonta'. Acquisire un Io permanente credendo di poter fare tutto da soli e' praticamente impossibile. Tutto questo richiede l'ausilio di scuole di lavoro, anche se oggi, e' difficilissimo incontrare dei validi maestri. Una scuola esige una pressione di lavoro molto forte ed io, qui, mi limito a dare qualche idea a coloro che sono interessati all'argomento. Dopo essersi liberati della prima illusione, quella di possedere gia' tutto cio' che si puo' avere, occorre liberarsi della seconda illusione, quella di poter ottenere qualche cosa da se stessi, perche' da noi stessi non e' possibile ottenere nulla. Stiamo comunque per arrivare al cuore del problema. Non finiro' mai di ringraziare abbastanza chi ha avuto ed ha ancora il coraggio e la pazienza di seguirmi. A lunedì 11 maggio. Un sentito saluto a tutti voi.