VENTO DI PENSIERI.

EVOLVERSI (8° PARTE)


Ciao amici miei, eccoci di nuovo qui. Sì, lo so che non stiamo raccontando barzellette ma che volete farci: questi sono argomenti che mi stanno davvero a cuore. Siete pronti? Allora cominciamo. Dobbiamo parlare dell'IDENTIFICAZIONE e della CONSIDERAZIONE. L'IDENTIFICAZIONE è uno strano stato nel quale l'uomo trascorre piu' di meta' della sua vita. L'uomo si "identifica" con tutto: con cio' che dice, con cio' che sa, con cio' che crede, che non crede, che desidera, che non desidera, che l'attira o lo respinge. Tutto l'assorbe ed egli rimane incapace di separarsi dall'idea, dal sentimento o dall'oggetto che l'assorbe. Questo vuol dire che nello stato di identificazione l'uomo è incapace di considerare con imparzialita' l'oggetto della sua identificazione. E' difficile trovare una cosa, per piccola che sia, con la quale l'uomo non possa identificarsi. Al tempo stesso, in stato di identificazione, l'uomo possiede meno che mai un controllo sulle sue reazioni meccaniche. Manifestazioni quali la menzogna, l'immaginazione, l'espressione delle emozioni negative e il chiaccherare continuo ESIGONO L'IDENTIFICAZIONE. NON POSSONO ESISTERE SENZA IDENTIFICAZIONE. Se l'uomo potesse liberarsi dall'identificazione, si libererebbe da molte manifestazioni inutili e stupide.Il secondo fattore di sonno è uno stato molto vicino all'identificazione, che si chiama CONSIDERAZIONE. Infatti, "considerare" è identificarsi con altri. E' uno stato in cui l'uomo si preoccupa costantemente di cio' che gli altri pensano di lui: se lo trattano secondo i suoi meriti, se l'ammirano abbastanza e così via. La CONSIDERAZIONE ha una parte molto importante nella vita di ognuno, ma in taluni diventa un'ossessione. Tutta la loro vita è intessuta di considerazione cioe' di preoccupazione, di dubbio e di sospetto, tanto che non resta posto per nient'altro. Il mito del "complesso di inferiorità" e degli altri complessi è nato da questi fenomeni di identificazione e di considerazione, vagamente percepiti, ma non compresi.L'identificazione e la considerazione devono entrambe essere osservate molto seriamente. Soltanto la piena conoscenza di esse puo' indebolirle. Se non si puo' osservarle in se stessi, è facile osservarle negli altri. Occorre pero' ricordarsi che non si è in nulla differenti dagli altri. Sotto questo aspetto tutti gli uomini sono uguali. Ritornando a quel che è stato detto prima, dobbiamo sforzarci di comprendere piu' chiaramente come deve cominciare lo sviluppo dell'uomo, e in quale modo lo studio di se stessi puo' essere di aiuto. Fin dall'inizio, incontriamo una difficolta' costituita dal nostro linguaggio. Vogliamo, per esempio, parlare dell'uomo dal punto di vista dell'evoluzione; ma la parola "uomo", nel linguaggio ordinario, non ammette variazioni né gradazioni. L'uomo che non è mai cosciente e che neppure sospetta di non esserlo, l'uomo che lotta per divenire cosciente, l'uomo che è pienamente cosciente, è tutt'uno per il nostro linguaggio. In ogni caso è sempre l'uomo. Per evitare questa difficolta' e facilitare la classificazione delle nuove idee, questo "insegnamento" suddivide l'uomo in sette categorie. Le prime tre categorie sono praticamente sullo stesso livello. L'uomo numero 1 è l'uomo il cui centro istintivo o il centro motore prevalgono sui centri intellettuale ed emozionale, cioe': L'UOMO FISICO.L'uomo numero 2 , in cui il centro emozionale prevale sui centri intellettuale, motore ed istintivo: L'UOMO EMOZIONALE.L'uomo numero 3, in cui il centro intellettuale prevale sui centri emozionale, motore ed istintivo: L'UOMO INTELLETTUALE.Nella vita ordinaria, incontriamo soltanto queste tre categorie di uomini: ognuno di noi, ed ognuno di coloro che conosciamo, e' un uomo n. 1, o n. 2, o n. 3. Esistono categorie superiori di uomini, ma nessuno di noi appartiene sin dalla nascita a queste categorie. Tutti gli uomini nascono n. 1, 2 o 3, e possono raggiungere le categorie superiori soltanto attraverso una scuola. L'uomo numero 4 non e' nato tale, ma e' il prodotto di una cultura di scuola. Differisce dall'uomo n. 1, 2 e 3 per la conoscenza di se stesso, per la comprensione della propria situazione e per il fatto di avere acquisito UN CENTRO DI GRAVITA' PERMANENTE. Franco Battiato, il noto cantautore, si rifa' nelle sue canzoni proprio a questi insegnamenti. Avere un centro di gravita' permanente significa che l'idea di acquistare l'unita', la coscienza, un "Io" permanente e la volonta', cioe' l'idea del suo sviluppo, e' divenuta per lui piu' importante di tutti gli altri suoi interessi. A queste caratteristiche dell'uomo n. 4 occorre aggiungere che le sue funzioni e i suoi centri sono meglio equilibrati, e questo ad un livello che non avrebbe mai potuto raggiungere senza aver lavorato su se stesso. L'uomo numero 5 e' un uomo che ha acquisito L'UNITA' e la COSCIENZA DI SE'. Egli differisce dall'uomo ordinario, perche' uno dei centri superiori gia' lavora in lui, e possiede numerose funzioni e poteri che l'uomo ordinario, l'uomo n. 1,2 e 3, non possiede.L'uomo numero 6 e' un uomo che ha acquisito la COSCIENZA OGGETTIVA. Un altro centro superiore lavora in lui, ed egli possiede un numero molto piu' grande di nuove facolta' e poteri, al di la' di quanto l'uomo ordinario possa concepire.L'uomo numero 7 e' l'uomo che ha raggiunto tutto cio' che un uomo puo' raggiungere. Egli ha un IO PERMANENTE ed una VOLONTA' LIBERA. Ha la possibilita' di controllare in se stesso tutti gli stati di coscienza ed ormai non puo' piu' perdere niente di quanto ha acquistato. Secondo un'altra definizione, EGLI E' IMMORTALE NEI LIMITI DEL SISTEMA SOLARE.Comprendere una simile divisione dell'uomo in sette categorie e' molto importante, poiche' essa trova applicazione in tutte le forme possibili dello studio dell'attivita' umana. Nelle mani di coloro che la comprendono, costituisce poi uno strumento dei piu' sottili e pure dei piu' solidi, per la definizione di manifestazioni altrimenti impossibili da definire. Consideriamo per esempio i concetti generali di religione, di arte, di scienza e di filosofia. Cominciando dalla religione, possiamo vedere immediatamente che puo' esserci una religione dell'uomo n. 1, che comprende tutte le forme di feticismo comunque siano chiamate; una religione dell'uomo n. 2, cioe' una religione di emozione, di sentimento, che giunge talvolta al fanatismo, alle forme piu' brutali d'intolleranza, alla persecuzione degli eretici, e così via; una religione dell'uomo n. 3, teorica, scolastica, piena di sottili distinzioni sulle parole, sulle forme e sui rituali che acquistano importanza preminente; una religione dell'uomo n. 4, cioe' dell'uomo che lavora allo sviluppo di se stesso; una religione dell'uomo n. 5, cioe' dell'uomo che ha raggiunto l'unita' ed e' in grado di vedere e conoscere molte cose che l'uomo n. 1, 2 o 3 non puo' vedere, ne' conoscere; infine una religione dell'uomo n. 6 e n. 7 sulla quale non ci e' dato di conoscere nulla. La stessa divisione e' applicabile all'arte, alla scienza e alla filosofia. Ci sara' quindi un'arte dell'uomo n. 1, un'arte dell'uomo n. 2 e un'arte dell'uomo n. 3; una scienza dell'uomo n. 1, una scienza dell'uomo n. 2, dell'uomo n. 3, n. 4 e così via. Di esempi se ne possono fare molti. Questa estensione di concetti aumenta di molto la nostra possibilita' di trovare delle soluzioni giuste per un gran numero dei nostri problemi. E cio' significa che questo insegnamento ci offre la possibilita' di STUDIARE UN NUOVO LINGUAGGIO, beninteso "nuovo" per noi, che ci permettera' di collegare idee appartenenti a differenti categorie che sono in realta' legate tra di loro, e di separare delle idee che sembrano della stessa categoria, ma che in realta' sono differenti. La suddivisione della parola "uomo" in sette parole: uomo n. 1, 2, 3, 4, 5, 6, e 7, con tutto cio' che ne deriva, e' un esempio di questo nuovo linguaggio. Abbiamo così una quarta definizione della psicologia: LA PSICOLOGIA E' LO STUDIO DI UN NUOVO LINGUAGGIO. E forse questo nuovo linguaggio puo' essere la "lingua universale" che gli uomini talvolta cercano di scoprire o di inventare. Bene... a lunedì 22 giugno. Grazie a tutti voi per essere giunti fino a qui.