VENTO DI PENSIERI.

EVOLVERSI (PARTE 16° ED ULTIMA)


Ben trovati a tutti Voi. Credo che in pochissimi abbiano seguito la mia lunga indagine circa la possibile evoluzione dell'uomo. Ma sono molto contento di averla fatta ed anche dei commenti che ho ricevuto. Vedete... non vi e' spettacolo piu' patetico di quello di un'epoca in cui si e' annoiati della vita. Materialmente il nostro mondo moderno è piu' ricco di quanto non lo fosse in tempi precedenti; ma noi spiritualmente non siamo che dei poveri. A nascondere il nostro stato di poverta' interiore non bastano tutti i nostri progressi fisici veramente meravigliosi, né l'abbondanza dei divertimenti e delle sensazioni. Infatti il compito di questi è per l'appunto di nascondere la nostra indigenza interna. Quando la nostra vita è arida, noi dobbiamo assolutamente creare degli stimoli artificiali al di fuori per sostituire quel che ci manca, o per lo meno cercare di produrre una tale ininterrotta sequela di sensazioni sempre nuove, da non avere tempo di accorgerci della mancanza di vita interna. Pochi soltanto possono sopportare la solitudine o il silenzio e trovare una ricchezza di vita sgorgante in loro stessi anche senza alcun stimolo esterno; eppure soltanto questi sono felici, soltanto questi vivono veramente. Dove si scorge la smania di divertimenti e di sensazioni esterne, vi e', in modo manifesto, un'abietta confessione della mancanza di vita interna. Qui sta la differenza tra i vivi e i morti: alcuni sono morti pur vivendo, altri non possono mai morire poiche' sono la vita stessa. Noi tutti cerchiamo la vita perche' essa e' felicità, è realtà; ma è soltanto quando abbiamo il coraggio di rinunciare al sensazionalismo ed agli stimoli esterni che possiamo aver successo nella nostra ricerca. L'uomo la cui natura interna non è ancora risvegliata conosce soltanto fatti, non misteri; per lui le cose hanno in se stesse la propria spiegazione: il mondo è là e che altro vi è da conoscere? Tale la visione animalesca: ai bovini può parere buona o cattiva la pastura, ma non hanno bisogno di spiegazione. L'uomo non risvegliato è contento dei fatti dell'esistenza: il suo ambiente, il suo cibo, il suo lavoro, la sua famiglia, gli amici sono fatti piacevoli o spiacevoli che lo circondano per i quali egli non ha bisogno di spiegazione alcuna. Non avrebbe significato per lui parlargli dei misteri nascosti nella sua vita e nel suo mondo; egli esiste ed il fatto di esistere gli è sufficiente. Vita e morte possono per un momento cagionargli gioia o dolore, ma esse gli sono familiari ed abituali e non suscitano in lui il bisogno di farsi delle domande. Ed e' proprio la familiarità della vita che nasconde il suo mistero alla mente animale. Ciò che susciterebbe meraviglia se veduto una volta, diventa familiare quando è veduto centinaia di volte e cessa di suggerire la possibilita' di ulteriori spiegazioni. Non abbiamo noi acceso e spento tante volte le nostre lampadine elettriche che l'inesplicata meraviglia dell'elettricità si è dileguata nella familiarità dell'azione ed il fatto è diventato la sua propria spiegazione? L'uomo primitivo viveva in un mondo di misteri e si muoveva fra angosciose paure ed ignoti terrori; ma faceva troppo parte della natura stessa per poterla investigare. Oggi, se dovesse intravedere un barlume del mistero della vita, si affretterebbe a nasconderlo ed anche a rinnegarlo per paura che il suo placido sonno intellettuale possa essere turbato. Piuttosto che correre il rischio di disturbare i suoi familiari e comodi fatti della sua esistenza, egli chiudera' gli occhi all'inesplicato e condannera' al rogo chi persistera' nel vedere e nell'indagare. La mia sensazione è che verrà il tempo in cui la maggior parte di noi sara' sbalzata fuori dalle vecchie rotaie familiari, quando il nostro vecchio mondo crollera' senza speranza di salvezza. Credo che lo svegliarsi al mistero della vita sara' un avvenimento rivoluzionario; per esso un vecchio mondo si distruggera' affinché un altro e migliore possa prenderne il posto. Chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo: le domande di sempre. Siamo quell'essere che porta il nostro nome, che credevamo di conoscere così bene nel passato? Siamo la forma che vediamo nello specchio, il nostro corpo, la discendenza dei nostri genitori? Chi dunque è che sente e pensa dentro di noi, che vuole e lotta, progetta e sogna, che può opporsi e guidare questo corpo fisico che ritenevamo esser noi stessi? LA NOSTRA STESSA COSCIENZA E' TERRA INCOGNITA. Non sappiamo come lavora la nostra mente. Che cosa accade quando pensiamo e sentiamo, quando una lotta morale ci travaglia, quando siamo ispirati, quando sentiamo il bello o ci sacrifichiamo per gli altri?  E' come se fossimo prigionieri nel vasto palazzo della nostra coscienza, vivendo confinati in una piccola e nuda stanza oltre la quale si estendono gli appartamenti del nostro mondo interno, dove non penetriamo mai, ma dove misteriosi visitatori - sentimenti, pensieri, idee, consigli, desideri e passioni - vengono e attraversano la prigione senza che noi sappiamo da dove vengano e dove vadano. La sete di verita' nel cercare di comprendere e conoscere il significato e lo scopo della nostra vita, dovrebbe animarci sempre. Qualsiasi sistema che pretenda di spiegare la vita e' destinato a fallire perche' la vita non puo' essere contenuta in un sistema in quanto essa e' continuo divenire. Ma l'uomo puo' e deve evolversi in modo tale che il mistero della vita non sia un problema da risolvere ma una realta' da sperimentare.Nel far questo, servitevi dell'INTUIZIONE amici miei. Vi e' molta piu' conoscenza intuitiva nella vita di ognuno di noi di quanto non realizziamo. Ben sovente ci accade, incontrando una persona o entrando in un luogo, di avere un lampo d'intuizione che, con infallibile certezza, ci conduce proprio nel cuore delle cose e ci procura una conoscenza del carattere della persona o del luogo, assai più profonda di quanto non sarebbe possibile ottenere con qualsiasi lungo processo di ragionamento o di deduzioni dall'esterno. Le nostre prime impressioni sono spesso di questa natura; anche prima che una persona abbia parlato, sappiamo già che cosa sarà per noi, se essa ci piacera' o meno, se confideremo in essa e ne faremo la nostra guida. Tutto questo e' conoscenza intuitiva, da non confondere con il semplice pregiudizio, e rappresenta nella nostra vita una parte molto piu' grande di quanto riteniamo. Determinate cose dobbiamo "sentircele" vere e debbono "risuonare" dentro di noi. Chi volesse approfondire tali argomenti, c'e' un bellissimo libro che tratta sulla possibile evoluzione dell'uomo. Tale libro potra' esservi di aiuto, parola mia. Il titolo è: "Frammenti di un insegnamento sconosciuto" di P. D. Ouspensky (allievo del maestro Gurdjieff), casa editrice Astrolabio. Grazie a tutti Voi. Davvero... grazie.