felici e sognatori

Cuffiette, auricolari e nuove cuffiette, la vera storia, dagl'anni '70 ai giorni nostri.


Dopo anni di dominio incontrastato, gli auricolari sembrano cedere posizioni alle cuffiette.Questa è la storia di cuffie e auricolar tra gli anni '70 e i giorni nostri.Nel corso degl' anni '70 l'inesorabile sviluppo dell'elettronica aveva ormai sostituito le valvole con i transistor.        I collegamenti tra i vari componenti elettronici avvenivano già per mezzo dei circuiti stampati e non trmite fili e cavetti, accelerando la produttività e riducendo costi e dimensioni del prodotto(questi circuiti, tra l'altro, venivano spesso stampati in modo artigianale da aziende serigrafiche tessili in modo semi-artigianale, usando la stessa strumentazione usata per decorare le stoffe. Lo dico con certezza perchè ho conosciuto un vecchio serigrafo che all'epoca aveva lavorato proprio in questo campo). La musica, fino all'avvento dei CD, era registrata su supporti analogici, dischi e nastri.Sebbene l'avvento dell'elettronica avesse ridotto già le dimensioni di radio, registratori a nastro (affiancati dai mangianastri) e giradischi (affiancati dai mangiadischi), questi apparecchi più che portatili erano trasportabili. Cioè, solitamente, per essere utilizzati venivano appoggiati su di un tavolo ed utilizzati in modo collettivo.Poteva succedere che qualcuno avesse bisogno di ascoltare la sua musica preferita senza disturbare gli altri o senza essere disturbato da rumori esterni. In questa rara evenienza si utilizzavano le cuffie.Queste erano state concepite per scopi professionali, erano quindi apparecchi piuttosto costosi e abbastanza ingombranti. Tuttavia la riproduzione del suono era eccezionale e la forma avvolgeva interamente il padiglione auricolare in modo da isolare completamente l'ascoltatore dai rumori esterni. Erano quasi sempre nere, con l'imbottitura in pelle e una grossa manopola da un lato per differenziare il volume tra la parte destra e la sinistra.Il cavetto era anch'esso concepito pensando ad un apparecchio sostanzialmente fisso, quindi era molto lungo ed avvitato su se stesso come una molla, nella stessa maniera dei cavi dei vecchi telefoni grigi ***(forse qualcuno li ricorda, quelli che si girava la ruzzola invece di pigiare i bottoni o sfiorare il touch screen con le dita).Esisteva comunque una nicchia di mercato d'avanguardia, ed era costituita soprattutto dai tifosi accaniti che la domenica mattina dovevano portare la moglie da qualche parte o che comunque non potevano andare allo stadio.In loro soccorso, tra fine anni '70 e inizio anni '80, comparvero le radioline che al tempo venivano chiamate "radioline giapponesi".Queste erano il vero primo dispositivo sonoro davvero portatile della storia. Le dimensioni erano molto contenute e potevano essere tenute nella tasca della giacca, anche se solitamente venivano tenute in mano perchè per ricevere correttamente il segnale bisognava variarne l'angolazione a seconda dei propri spostamenti.Per questi apparecchi esisteva l'auricolare (al singolare).L'auricolare venne concepito nella notte dei tempi come oggetto in bachelite per ascoltare i flebili segnali della radio a galena di "marconiana" memoria. Era quasi caduto in disuso e trovò nelle piccole radio a transistor nuova vita senza peraltro cambiare forma.Assomigliava ad una piccola ghianda, con una parte tronco-conica che si infilava letteralmente nell'orecchio. Era di colore bianco avorio, piuttosto scomodo, assomigliava ben poco ai moderni auricolari.(Non sono state trovate immagini di cuffie anni '70 ne di auricolari del periodo, Digitando "radioline giapponesi" su Google si trovano alcune memorie di questi apparecchi)Quando l'avvento dei walkman rivoluzionò completamente il modo di ascoltare la musica, l'ascolto individuale divenne fenomeno di massa.C'era bisogno di qualcosa di più comodo ed esteticamente valido dell'auricolare a forma di ghianda (che oltretutto non di rado cadeva ed andava retto con un dito).La scelta cadde naturalmente sulle cuffie.Ma le cuffie dell'epoca erano inadatte. A parte il problema del segnale in uscita, il senso del nuovo strumento di riproduzione era proprio il concetto di libertà individuale.Uno strumento concepito espressamente per essere "indossato" come un capo di abbigliamento sportivo per fare jogging sulla spiaggia.Le nuove cuffie dovevano essere molto maneggevoli e leggere, quasi non dovevi dimenticarti di averle e, quando non servivano più, dovevi poterle infilare nello zainetto Invicta "jolly" giallo arancio e blù, non certo in una borsa da lavoro per tecnici del suono.Era un'icona degli anni '80 il disegno aerografato di una ragazza con le cuffie, che pattinava spensierata su di un lungo mare di una città indefinita, forse Miami Beach. Era riprodotta spessissimo su quaderni adesivi ecc.Le nuove cuffiette imperversarono per tutti gli anni '80. Erano composte da una leggera passata in lamina di acciaio e due piccoli altoparlanti foderati in gommapiuma.Prima erano soprattutto nere, poi comparvero in diversi colori, soprattutto in giallo ed arancio.All'alba degli anni '90 cominciarono ad essere sostituite dagli auricolari.Le cuffiette avevano in effetti un difetto, interferivano notevolmente con la pettinatura.All'inizio degli anni novanta comparirono acconciature molto elaborate, realizzate con ampio uso di gel e lacche (stava del resto tramontando anche l'abbigliamento definibile, in modo molto ampio, unisex). Forse fu questo uno dei motivi del tramonto delle cuffiette. Certo, anche i Punk, caratteristici degli anni '80, non scherzavano con le pettinature ardite, ma avete mai visto un punk con Walkman e cuffiette?Forse emergeva però anche un nuovo modo di intendere l'ascolto individuale della musica, come qualcosa comunque da condividere con le persone più care. Era molto bello passare un auricolare alla propria fidanzata ed ascoltare da soli un brano che si amava. Ma non bisogna neanche dimenticare che il tradizionale walkman a cassette cedeva il passo agli strepitosi walkman a cd. Questi destarono grande entusiasmo ed era naturale che ad uno strumento tanto innovativo venisse abbinata un'interfaccia utente nuova, ragione per cui le cuffiette apparvero un po' obsolete.Quasi tutti passarono ai nuovi auricolari. Questi sono giunti fino ai giorni nostri, cambiando nel tempo innumerevoli dettagli e divenendo via via sempre più pratici ed anatomici (i primi ad esempio avevano l'imbottitura in gommapiuma poi progressivamente abbandonata).La longevità di questi strumenti (quasi venti anni) ne avvalora la grande validità e praticità.Tuttavia ultimamente le eccezionali doti dei moderni riproduttori musicali digitali stamnno creando una piccola rivoluzione di costume, il ritorno delle cuffiette.Infatti la qualità del suono dei nuovi apparecchi è veramente elevatissima, tale da suggerire l'utilizzo di una periferica dalle caratteristiche professionali. In questo senso, la cuffia (di foggia non simile a quelle degli anni '80, ma a quelle dei '70 anche se ben più maneggevoli) offre anche visivamente questa idea di alta fedeltà del suono, mentre un altro non trascurabile elemento simbolico consiste nel rendere palese il fatto di possedere e di stare utilizzando uno strumento di ultima generazione.