Oggi è S.Ambrogio, il patrono di Milano, ed è consuetudine milanese, festeggiarlo, il 7 e 8 dicembre con una fiera particolare dal nome prettamente milanese di : “Oh bej Oh bej"Pare che la particolare fiera debba il suo nome alle voci dei bimbi che accompagnati dalle mamme, che passando gridavano “Oh bej Oh bej (che belli che belli) riferendosi ai giocattoli e merci sulle bancarelle. E’un esclamazione che si usava vedendo gli oggetti particolarmente curati e di fattura artigianale esposti . La tradizione vuole infatti che il mercatino presentasse sia prodotti gastronomici locali che opere d’artigianato e che la frase venisse in seguito adottata da chi vendeva per attirare la clientela.La fiera si snoda nelle vie, piazze e vicoli intorno alla basilica dedicata al Santo e sembra risalga al 1510, inizialmente vi si esponevano i doni portati dall'inviato di papa Pio IV, Giannetto Castiglioni. A quei tempi i prodotti erano poveri e soprattutto gastronomici: i famosi 'firon', che altro non erano che castagne da caldarroste infilate a decine in lunghi fili avvolti, il castagnaccio, la mostarda, le bambole di pezza e qualche vestito. Con l’andare del tempo, è rimasto il nome, la tradizione ma la realtà, è cambiata come tutto. Nemmeno la fiera degli o bej o bej ne è rimasta esente dalla contaminazione del progresso , e da oltre dieci anni si è progressivamente trasformata in una fiera più etnica e multirazziale.Accanto ai banchetti della tradizione sono così comparse le bancarelle dei manufatti africani, la bigiotteria cinese, gli abiti e gli accessori sudamericani, e mille altri frammenti di mercatini importati un po’ da tutto il mondo, … in un attimo sembra di essere a Montmartre a Parigi, o nel Suq del Cairo . ma sulle bancarelle, prodotti commerciali, e non artigianali.Parafrasando insomma si potrebbe dire che da "Oh bej Oh bej" , siamo giunti ad "Ebay Ebay"