Post n°28 pubblicato il 09 Gennaio 2012 da JackMidnight
I toni caldi del primo meriggio, quando il sole stanco si arrende alla discesa del giorno, mi fanno accumulare pensieri in testa. La vista dalla mia finestra non è delle migliori: palazzi semicircolari d'edilizia cooperativa e vasconi di calcestruzzo perennemente grigi, riempiti di natura ancora semiaddormentata, che invece va lentamente mutando al verde. In quel piccolo mondo di tondini e cemento e terra, un albero troppo invadente è stato tagliato ed è caduto come una statua di un dittatore. Anche le rose hanno subito la stessa ingiuste sorte, ma sono ancora lì, a spingere sempre più in alto i primi rami della stagione . Strane queste rose, sembrano ambire all'evoluzione, a trasmutare dal loro essere arbusti a veri e propri alberi. Salgono e sembrano inseguire; chissà cosa poi? E niente le ferma. Niente può il vento forte, nè la mano del giardiniere, che oramai sa che potarle significherebbe ucciderle! Che grande vittoria per loro. E che grande successo sarebbe per me se decidessi di esser testarde come loro... A questo ritmo a maggio avrei pugni aperti di rose davanti alla finestra e se non cambio avrò solo quelle.