efraim

La bancarella


A loggia O latu, dda, da porta da gna rosa Ci sta un cristianieddu nicu nicu Ca pì darisi viersu n’ta so vita Vinnia, pupi di lignu e canciuli a culuri . Pì fari stari sori i picciriddi. Di tutti li festi, era iddu u re, Pi tutti li santi arriurdati Chiazzi viria agghiurnari e notti fari, Pì purtarisi a casa na vastedda. Iò m’arriuordu, nicu picciriddu, Talari n’ta so loggia, Un sacciu cuomu, No pi curiosità di pupi i lignu Ma p’aviri pena d’iddu ch’era struoppiu. La, vicino dove abita la signora Rosa abita anche una persona molto piccola la quale per potere campare faceva l’ambulante vendendo giochi e marionette variopinte, per incuriosire e tranquillizzare i bambini. Lui seguiva i programmi delle sagre di paese Lui con la sua bancarella era visitato da tutti. Dormiva per strada.Lui il RE Si levava presto andava a riposare tardi (vedendo far giorno vedendo far notte) Il tutto per guadagnare pochissimo (Giusto per comprare il pane) Mi ricordo io bambino andare a guardare nella sua bancarella non capivo veramente, perché non ero curioso dei giochi e delle marionette ma per sentire compassione dell’uomo piccolo e storpio. "Sono solo marionette, ma soffrono esattamente le passioni degli uomini. E noi che siamo uomini, forse appariamo, nelle nostre passioni, ridicoli e grotteschi proprio come marionette"… La malinconica storia di una marionetta infelicemente innamorata che ispirò l’immortale balletto di Igor Stravinskij