Apro gli occhi. Davanti a me un enorme cartello verde indica l'uscita per Imola. Mi guardo intorno, senza alzare la testa, appoggiata alla spalla del gemello J. Alla mia destra, l'altro gemello, Adam, continua il suo show. "Ma ha fatto così per tutto il viaggio?". La mia in realtà è una domanda retorica. La risposta è piuttosto scontata. "Sì". Dal suo cellulare escono le note di una canzone a me sconosciuta, decisamente non il mio genere. Fortunatamente dopo pochi secondi la musica si spegne. "Nooo...si è rotto". Adam è evidentemente ancora ubriaco. Davanti, il guidatore (che chiamerò "sua santità") e un altro mio amico (che chiamerò "il bimbo piccolo") ringraziano. Finalmente un po' di pace. Chiudo gli occhi e mi riaddormento, giusto un paio di minuti, il tempo di arrivare a casa mia.Le serate a Marina non sono più come quelle di una volta. Iniziano a mancarmi anche i drammi e i casini dell'anno scorso. Almeno, rendevano tutto un po' più "movimentato".Siamo arrivati che era già buio. "Io Marina non me la ricordo così buia". Concordo col bimbo piccolo. Sono quasi le 22 e siamo ancora incredibilmente sobri. Mentre attendo il primo mojito osservo la gente attorno a me. Dall'altra parte del chioschetto intravedo un volto conosciuto. Purtroppo. M, lo stron*o che l'estate scorsa mi ha presa per il c*lo in un modo imbarazzante (per me, che ci sono cascata come una principiante), mi osserva. Sorride e continua a parlare con i suoi amici. Nella mia testa parte un bel "vaffanc*lo" nella sua direzione. Dev'essergli arrivato, perchè poco dopo lo vedo dire qualcosa all'orecchio di un suo amico e insieme se ne vanno.
C'era una volta Marina...
Apro gli occhi. Davanti a me un enorme cartello verde indica l'uscita per Imola. Mi guardo intorno, senza alzare la testa, appoggiata alla spalla del gemello J. Alla mia destra, l'altro gemello, Adam, continua il suo show. "Ma ha fatto così per tutto il viaggio?". La mia in realtà è una domanda retorica. La risposta è piuttosto scontata. "Sì". Dal suo cellulare escono le note di una canzone a me sconosciuta, decisamente non il mio genere. Fortunatamente dopo pochi secondi la musica si spegne. "Nooo...si è rotto". Adam è evidentemente ancora ubriaco. Davanti, il guidatore (che chiamerò "sua santità") e un altro mio amico (che chiamerò "il bimbo piccolo") ringraziano. Finalmente un po' di pace. Chiudo gli occhi e mi riaddormento, giusto un paio di minuti, il tempo di arrivare a casa mia.Le serate a Marina non sono più come quelle di una volta. Iniziano a mancarmi anche i drammi e i casini dell'anno scorso. Almeno, rendevano tutto un po' più "movimentato".Siamo arrivati che era già buio. "Io Marina non me la ricordo così buia". Concordo col bimbo piccolo. Sono quasi le 22 e siamo ancora incredibilmente sobri. Mentre attendo il primo mojito osservo la gente attorno a me. Dall'altra parte del chioschetto intravedo un volto conosciuto. Purtroppo. M, lo stron*o che l'estate scorsa mi ha presa per il c*lo in un modo imbarazzante (per me, che ci sono cascata come una principiante), mi osserva. Sorride e continua a parlare con i suoi amici. Nella mia testa parte un bel "vaffanc*lo" nella sua direzione. Dev'essergli arrivato, perchè poco dopo lo vedo dire qualcosa all'orecchio di un suo amico e insieme se ne vanno.