poesia militante

Il primo uomo


Il primo uomo Non se ne sta affatto ad oziareA guardare le stelleO il bello di passaggioProbabilmente veste pelli di animaleCon taglia extra largeAnimale lui medesimo dalla cintola in suCome e perché si sia deciso a scendereA convivere col rischio annusandolo primaNon gli è d’aiuto la statisticaLa provvidenza non è stata ancora inventataGli altri di prammatica sono abili nella cacciaPer il resto c’è paura e ignotoMentre qualcuno si allontana dalla strada maestraPer inseguire sogni, farfalle e tizzoni ardentiNel mezzo di tempeste e vocalizzi beduiniAl primo uomo spetta la palma della tristezzaPer l’inspiegabile successo delle sue azioni.