Fermata a richiesta

Prologo (suggestioni a tempera)


Dimmi, grande guerriero, dov’è il tuo nemico?L’unica voce; la domanda cui egli non sapeva rispondere.Le notti erano tormentate e i giorni sembravano svanire all’ombra delle battaglie. Uno ad uno gli avversari cadevano sotto i fendenti; le loro grida, le invocazioni, le preghiere dissolte nell’aria: nulla piegava l’animo santo, eppure, di smarrimento lo riempiva, quella voce.Nessuna forza pareggiava la sua forza, nessuna destrezza la sua destrezza, e non v’era coraggio più grande del suo in tutto l’impero; solo quella domanda, ad ogni sbocciar di luna, tornava a render vana la fatica:Dimmi, grande guerriero, dov’è il tuo nemico?Ad ogni sbocciar di luna.Ma un’altra Luna, vi era, che non tramontava al sorgere del sole; un’altra Luna in terra di Libia, e un lago ai suoi confini nel quale essa specchiava i suoi palazzi e le vie e le lanterne. E al di sotto di ciò che si vede,  nelle profondità liquide, ancora un regno, dimora dormiente del re dragone.Destato da un sonno millenario egli non seppe dire se sua nemica fosse la città di pietre e ori o quella, non meno minacciosa, fatta di colori densi e ondeggianti che giorno e notte stava adagiata sul pelo dell’acqua, ma certo era che al cancellare dell’una, piano svaniva anche l’altra.Cavalieri intrepidi e avidi mercenari profanarono la sponda sabbiosa soglia si quel regno e mai nessuno fece ritorno. Senza pietà il re dragone avvelenava le anime, smembrava i corpi. Cancellava ogni riflesso.Tutti gli abitanti, avrebbe divorato e la fine dei secoli atteso, finché i secoli non avessero abbattuto ogni pietra di Selem, luna del deserto.Quindi, allorché l’alito bollente di mezzogiorno cedeva alla dolcezza della sera, egli si librava nel cielo, ombra fra le ombre, e improvviso il freddo di una notte senza stella entrava nelle anime ossute degli uomini che udivano il suo grido:- Con quali guerrieri sfiderai la mia ira, potente Selem, ora che dentro le tue mura non rimangono che pecore e giovinetti?  Le loro carni sazieranno la mia fame, le tue pietre saranno lapidi ai loro corpi putrefatti e il deserto ti ingoierà finché di te non rimarrà che sabbia!Allora dalla superficie liscia dell’acqua una voce si levava placida frusciando nell’aria fresca fin sotto le sue ali:Dimmi, grande guerriero, dov’è il tuo nemico?