Fermata a richiesta

Aleph


          Le parole erano sempre troppe. Traboccavano dal bordo della penna  e scorrevano cosi superflue.  Erano poche, ma sempre troppe; sette, otto, dieci: troppe. Passava le notti ad asciugarne, ad asciugare il pantano che facevano ai piedi dei suoi pensieri, ed era allora, proprio allora, quando i rumori del giorno sfumavano, che egli pensava che…Esistono parole futili,  è vero, ma anche tante altre che sono pregne. E una che, addirittura, raggruppa il senso del tutto, e quando la si trova non la si riesce a pronunciare. È lì, sulla punta della lingua e dei pensieri, ma a partorirla serve una forza che nessuno possiede.La coscienza di una tale parola rende inutili tutte le altre; ciò che rimane è un bimbo a bocca aperta di fronte all’immensità dell’oceano, un bimbo stupito il cui nome è Silenzio.