Fermata a richiesta

Il silenzio è d'oro


Qualche giorno fa, leggendo il giornale mentre facevo colazione, mi sono imbattuto in un articolo nel quale il redattore denunciava la mancanza di ideali e di principi che si riscontra nelle nuove generazioni. La domanda che egli si poneva, e che poneva idealmente ai lettori, era:“Possibile che in Italia ragazze giovani, intelligenti e carine non trovino un’alternativa  al dar via il loro corpo per denaro?”Sulle prime ho pensato fosse una domanda retorica, poi, però, è seguita una paternale su quanto lo sbrilluccicante mondo dei vip incanti le nostre giovani e sulla loro lista dei desiderata, in cui ai primi posti svettano, nelle letterine a babbo natale, un sacco di “Vorrei essere: velina/letterina/olgettina/mogliettina (mogliettina???) di Fedez (Ah, be’!)”Caro editorialista, non per essere polemici, ma: cazzo di domande fai?Parlami dello sgretolamento della famiglia, parlami del disagio, o forse del troppo agio, giovanile; parlami anche della manipolazione mediatica di massa, ci sta. Eri partito bene, ma poi…(?)Ora cosa vuoi che ti si risponda?Probabilmente sì, una ragazza giovane, bella e intelligente, se vuole, un posto di lavoro “dignitoso” lo trova! E certo è anche, che nel 2018 in Italia (e non solo) la moralità conti come il due di coppe quando briscola è bastoni: non c’era bisogno di venircelo a dire con un editoriale. Ma se si tralascia per un momento la morale e si buttano giù due conti carta alla mano, si potrà vedere che una escort discretamente avvennte, non necessariamente intelligentissima e tanto meno lolita, non guadagna meno di 300 euro in una sola serata per cenare a caviale e champagne (e non è detto che la tariffa sia inclusiva di “dopocena”); se ammettiamo anche che la suddetta pulzella sia persona oculata, nel giro di dieci o quindici anni si sarà garantita una casa e una rendita vitalizia, il tutto prima dei quarant’anni, potendo dormire fino alle dieci di mattina tutti i giorni e senza risentire minimamente della crisi che attanaglia mezzo mondoPoniamo ora il caso, caro editorialista, che la stessa ragazza, come in uno “sliding doors” de no’ artri, perda il treno e scelga di fare la segretaria in una qualche azienda del nord est (tanto per garantirle un minimo di stabilità occupazionale). Ella si alzerà tutte le mattine alle sei per prendere il trenino che da Venezia porta a Mestre ed arrivare alle otto in ufficio, sgobbare tutta la mattina davanti ad un pc, pranzare al volo con un tramezzino, rientrare in ufficio dove l’attende un direttore rompicoglioni che la vesserà per il resto della giornata e al quale magari deve anche darla un paio di volte al mese per non perdere il posto di lavoro, il tutto per milletrecento euro netti al mese .Ora:1) Visto quanto appena detto sopra;2) Lasciate le considerazioni di carattere morale alle dirette interessate e rispettando la; loro scelta personale, sia essa di santa o di puttana;3) considerato il fatto che chi dovrebbe dare l’esempio non lo fa;io mi chiedo, ma soprattutto chiedo a te, mio prode editorialista: non trovi che siano tempo e inchiostro sprecati scrivere un articolo per dirci che fare la puttana è deplorevole?O in alternativa, e alla luce di quanto fin ora valutato, non pensi che sia molto più logico chiedere ad una segretaria come mai non fa la puttana, piuttosto che ad una puttana come mai non ha scelto di fare la segretaria?Perdonatemi, ma tra le tante cose che non sopporto c’è la retorica vuota, banale e scontata di chi non ha nulla da dire ma deve comunque dar fiato alla bocca.Se proprio devi parlare per non dir niente, parla del tempo: esiste apposta! (Emilio Fede docet).