Fermata a richiesta

Lucille


 Il suo nome è Lucille. È l'unica femmina che non mi abbia mai abbandonato, mai tradito. Il suo corpo solido contro il mio, disteso tra le mie braccia. Fianchi accoglienti dalla curva morbida, vita stretta, pelle d'ebano.Collo lungo e capo chino appena, come una donna di Modigliani, mi guarda di sottecchi, nascosta solo un po' da due tirabaci che le incorniciano il volto spigoloso. Tre riccioli a destra e tre a sinistra in equilibrio perfetto lungo un bordo tagliente.Sembra quasi fare spallucce, mentre mi avvicino.Lunghi capelli d'acciaio le scendono lungo la schiena, giù fino al mandolino; lunghi capelli d'acciaio, fili argentati che accarezzo lento, senza sosta.Sempre bella e fedele ad un patto antico, lei vibra ad ogni mio tocco. A volte mugola, altre piange o ride o impreca. Sempre risuona.La sua voce sensuale si libera nell'aria riempiendola di una nostalgia lontana mille miglia, una malinconia che si abbevera alla foce del Mississippi, laggiù tra i campi di cotone e tabacco, e si attorce alle radici sommerse delle mangrovie e ai fili morbidi del muschio spagnolo. Un gemito che si alza ora rauco ora acuto verso il cielo sconfinato della Louisiana.Quando scende la sera la sua voce si fa più morbida e lei canta; canta finché il sole non strappa via le stelle da un cielo antico e solenne.Canta per me, Lucille, e io l'ascolto. Accarezzo i suoi lunghi fili ceneriti e mi specchio nella sua pelle scura come la notte, lucida come la notte.Lei canta per me e io le parlo dalle mani; lei canta per me e il suo nome è Lucille, Lucille Gibson, l'unica femmina che non mi abbia mai illuso :-)