Creato da korov_ev il 06/02/2013

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Eppure...

Post n°36 pubblicato il 06 Novembre 2013 da korov_ev

Si va avanti. E il tempo anche lui va avanti; finché dinnanzi si scorge una linea d'ombra che ci avvisa che anche la regione della prima giovinezza deve essere lasciata indietro. Questo è il periodo della vita in cui è probabile che arrivino i momenti di cui ho parlato. Quali momenti?
Momenti di noia, di stanchezza, di insoddisfazione. Momenti precipitosi. Parlo di quei momenti in cui chi è ancora giovane è portato a compiere atti avventati come sposarsi all'improvviso o abbandonare un lavoro senza motivo alcuno. (Joseph Conrad “La linea d’ombra”)

Ora, malgrado l’impegno del buon Conrad, quanto sopra si potrebbe riassumere con: i giovani fanno cazzate.
Ed è così da sempre! Ed è giusto che sia così!  Eppure…
Apparentemente l’esistenza non è né buona né cattiva, semplicemente un “meccanismo a sopravvivenza”: non dà mai più di quel che serve.
Lascia che i giovani facciano cazzate perché loro hanno la forza per rialzarsi dalle inevitabili cadute, mentre ai vecchi, in cambio di quella stessa forza che surrettiziamente  si  porta via, lascia l’esperienza per evitare di continuare a farle, le cazzate.
Una scende e l’altra sale giocando sul perno di un’operazione il cui risultato rimane invariato negli anni.
Energia x Esperienza = K
Dove K è la costante “Sopravvivenza”.
Sopravvivenza, non vita, perché per quanto ci si impegni la vita sembra scorrere sempre a latere, inafferrabile. Sopravvivenza, perché la vita è un fantasma che esiste solo nella mente; un miraggio dai contorni sfocati e distorti dal calore di mille desideri o perduto al di là dell’abisso di tempo. Essa è sempre là dove si vorrebbe essere o dove si rimpiange di non essere più.
Di tanto in tanto, le narici affiorano in superficie e annusano rari frammenti di quell’anelito divino: increspature dell’esistenza che chiamiamo felicità… ma la vita è altrove.
La vita è sempre altrove.

Eppure…

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>> Credo nel vero amore su BLOGGO NOTES
Ricevuto in data 12/11/13 @ 14:15
Amati figli. Voglio che abbiano tutto quello che io non ho avuto. Così poi mi trasferisco da loro...

 
Commenti al Post:
idio.sincrasia
idio.sincrasia il 06/11/13 alle 16:47 via WEB
Poco tempo fa scrissi del mio stato paragonandolo alla sopravvivenza; qualcuno la interpretò come sorta di trascinamento di piedi, di accettazione passiva, di stadio vegetativo. Errore interpretativo molto comune e, in certi frangenti, giusta traduzione. In certi frangenti, appunto, non in tutti. Io, con “Sopravvivenza”, intendevo un avanzare nel buio, nel fango o nella luce, non cambia, un imporsi forza per farlo. Un avanzare stringendo i denti per l’accettazione obbligata di compromessi e realtà lampanti. Ed è giusto quel che dici, signor Korovev, ogni tanto il naso arriva in superficie ed annusa. Brevi istanti, subito seguiti dalla consapevolezza che la vita è altrove. Eppure.. eppure si è vivi, in questo sopravvivere. E l'olfatto si è addirittura affinato, nel tempo.
 
 
korov_ev
korov_ev il 06/11/13 alle 23:24 via WEB
Sì, madame, si è vivi in questo sopravvivere; in questo "andare avanti" lungo il quale tra esistenza e resistenza la differenza è una... consonante.
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 08/11/13 alle 01:15 via WEB
Essa è sempre là dove si vorrebbe essere o dove si rimpiange di non essere più... Di tanto in tanto rari frammenti di felicità… ma la vita è sempre quel fantasma tra l'altrove e una domanda che Vasco si domandava anni fa " Finché eravamo giovani era tutta un'altra cosa chissà perché?... Forse eravamo stupidi però adesso siamo cosa..." E quando la cantava avevo 15 anni ed ero veramente giovane...
 
 
korov_ev
korov_ev il 08/11/13 alle 13:11 via WEB
Io, invece, ne avevo qualcuno in meno quando Guccini cantava “L'eskimo” (in casa mia Guccini e De André li si chiamava per nome: non avevo scampo).
Intercorrono una decina d’anni tra le due canzoni, che considerata la vertiginosa velocità con cui cambiano le cose in questo secolo non sono pochi, e seppure è vero che l’arte è lo specchio di ogni epoca, ci sono temi che non cambiano: il tempo che passa, a quanto pare, fa lo stesso effetto da sempre :-)
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 10/11/13 alle 21:07 via WEB
I giovani fanno cazzate perchè spesso sono presuntuosi, in quei momenti di noia di chi ha già vissuto e sperimentato tanto da ritenere di non avere e non volere alternative. Fanno cazzate perchè ancora non hanno la minima idea di quel che significa davvero responsabilità per sè e per gli altri... e in tal senso è vero che solo loro possono sopportarne le conseguenze. Eppure ci sono adulti che sono ancora giovani, per i quali è possibile non solo una seconda ma anche una terza e quarta chance. E la condanna è sempre il fumo dell'arrosto, come stessimo sull'Olimpo, perchè la festa è al piano di sotto, nella vita incrociata per sbaglio e abbandonata con sconsiderata noncuranza. D'altronde se avessimo la sfera di cristallo, non saremmo mai giovani. Eppure...
 
 
korov_ev
korov_ev il 12/11/13 alle 18:16 via WEB
Eppure ci sono adulti che sono ancora giovani, per i quali è possibile non solo una seconda ma anche una terza e quarta chance.
…E che continuano imperterriti a fare cazzate.
Sì, lo so, madame, cosa ci vuol fare :-)
Naturalmente scherzo. Sa, però, cosa penso? Io credo che ogni strada intrapresa dagli uomini sia un po’ come una transazione commerciale: quando la spesa supera l’impresa si è in perdita, ed essere in perdita quando si cammina sul filo di una vita lungo la quale l’equilibrio è già di per sé precario, non è mai una bella cosa: se le reni non hanno sufficiente energia per lo scarto giusto si va giù.
Ecco, superati certo “limite” (assolutamente soggettivo, per carità) anche il semplice camminare diviene pericoloso. Io dico solo che bisogna saper riconoscere quando quel limite lo si è raggiunto, soprattutto quando non siamo più unici proprietari della nostra vita.
 
lussert
lussert il 12/11/13 alle 11:30 via WEB
"...e la vita duole quanto più la si gode e quanto più la si inventa" diceva il buon Fernando, Gran Maestro di Altrove, per lo meno prima che gli arrivasse in testa la mia lurida ciabatta. Certo "quando si è giovani è strano/poter pensare che la nostra morte venga e ci prenda per mano...". Bisognerebbe invece che noi "grandi" questa cosa la pensassimo ogni giorno, e se vogliamo esagerare, anche ripetercela a voce alta come fanno i frati trappisti quando si incrociano. "Essere-per-la-morte", suggeriva Heidegger, che al liceo non capivo bene, ma ora un po' di più sì. Perché la vita sarà altrove, un luogo mitico che noi continuiamo a sognare come persi nella nebbia, ma il vero altrove alla fine è la morte, unica stella polare a fornirci le coordinate giuste per tracciare la nostra rotta terrena. O no? PS Bene, dopo queste elucubrazioni, una toccatina agli zebedei è più che concessa :-)
 
 
korov_ev
korov_ev il 12/11/13 alle 18:02 via WEB
Sai, Lussert, quell’ “eppure” che dà il titolo al post l’ho messo lì proprio perché a volte ho la sensazione che la morte non sia l’unico punto fisso; che anche la vita, si possa in qualche modo tracciare come la rotta su una carta… o che sia già tracciata, non so. Fatto sta che a volte – rare volte – ho la sensazione che allungando una mano la si possa “afferrare”
Magari un giorno saprò se sia possibile, ad ogni buon conto, per non saper né leggere né scrivere, intanto corro a farmi un assicurazione sulla vita.
…E a toccarmi :-)
 
   
lussert
lussert il 13/11/13 alle 09:52 via WEB
Hai ragione amico, la morte non è l'unico punto fisso, l'altro è l'acconto Irpef di novembre... :) Scherzi a parte sono d'accordo con te, io intendevo il pensiero della morte non come unica ineluttabile destinazione, ma solo come una sorta di faro (lontano, eh!) che ci illumini sulla scelta della nostra rotta. Del resto tu sei capitano e mozzo al tempo stesso, il mestiere lo conosci... :)
 
PaulineDumas
PaulineDumas il 12/11/13 alle 15:33 via WEB
La vita è sempre altrove, già... e quanto vorrei essere lì anche solo per un istante. Buon pomeriggio K.
 
 
korov_ev
korov_ev il 12/11/13 alle 18:26 via WEB
Sto lavorando allo stesso suo progetto, madame, se dovessi trovare il modo glielo farò sapere immediatamente... ma badi che sto puntando avanti: non mi interessa l'altrove dei "vent'anni".
Sa, è che a me non interessa riprovare l'ebbrezza di avercelo sempre in tiro. Io ricordo perfettamente quel periodo della mia vita. E ricordo perfettamente anche il motivo per il quale ce l'avevo sempre in tiro: perché non me la davano mai!!!
Tornare a quei tempi sarebbe masochismo puro, non crede, madame :-)
 
   
PaulineDumas
PaulineDumas il 13/11/13 alle 09:28 via WEB
Neanche a me interessa l'altrove dei vent'anni.. cerco l'altrove di adesso di quest'età più matura. Dovesse scoprire come si fa me lo faccia sapere sì K.
 
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