Creato da korov_ev il 06/02/2013

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Di qua del fosso

Post n°40 pubblicato il 05 Dicembre 2013 da korov_ev

Guardava la linea verde e scura che si snodava sottile giù nella valle. Il fosso era da sempre la frontiera. Era l’acqua, era la vita. Al di qua c’era casa, al di là, l’immensità dell’ignoto, il nulla, forse la fine.
Suo padre aveva attraversato quel confine e lei non aveva potuto seguirlo. Da allora il sogno si ripeteva:
 - Non posso, papà: è tutto quel che mi rimane di te, non voglio dimenticare.
Allora lui le sorrideva, si rialzava e se ne andava nel silenzio di novembre al di là della finestra sulla valle.
Era così ogni notte, da tanto, tanto tempo o forse solo da ieri.
Quella sera di maggio l’odore dolce dei petali di rosa lasciati a macerare nelle notti di luna riempiva la casa. A piedi incrociati penzoloni giù dal letto Nicole lasciava che le mani si torturassero vicendevolmente nell’indecisione di schiudersi.
Erano di nuovo uno di fronte all’altra,  occhi negli occhi.  Con le labbra tremanti di pianto la donna protese le braccia, e nelle palme comparve una collanina di plastica avuta in regalo tanti anni prima.
- Ecco, papà,  prendila, è tua.
D’un tratto il terrore la colse: no, non era tanti anni fa, era ieri e lei era ancora una bambina, lei aveva ancora bisogno di lui, tanto bisogno di lui!
L’uomo sorrise dolcemente, poi, prese tra le sue le piccole mani, vi posò uno splendido filo di perle chiare e con grande sorpresa della bimba fece qualcosa che fino a quel giorno non aveva mai fatto: le parlò.
- Sai cos’è una perla, piccola mia? Una perla è una lacrima; una lacrima perfetta che racchiude nel suo guscio levigato gli spigoli di un dolore perché non facciano più male. Queste sono le lacrime che io ho pianto per te. Non le ho rigettate, vedi? Ho fatto sì che diventassero bellezza, ho fatto sì che diventassero la mia parte di te.
Non servono cammei in cui racchiudere la memoria: tu, sei la mia memoria.
Non servono favole per addormentarsi la sera: tu sei la mia favola più bella.
Non servono altri anni ancora, ma una ninnananna; una ninnananna per sentirti giusto un po' meno sola...

"Dormi ora, dormi Piano,
che le stelle vanno via; 
dormi, ti alzerai domani 
cosa vuoi che sia? 
Dormi e tornerà la neve 
dormi, il grano sarà d'oro; 
dormi e vivi tu sei l'ultimo capolavoro: 
tu sei l'ultimo Possibile capolavoro"

Buonanotte, tesoro.

(Dedicato a tutti i bimbi di questo mondo, anche quelli che ci portiamo dentro)


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Commenti al Post:
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 06/12/13 alle 10:47 via WEB
Una perla, un filo di perle, per ogni lacrima fuggita, per mille lacrime trattenute. Il mio caduto, il mio tornato polvere, assunto l'aspetto che ha nella fotografia: sul viso ombra di foglia, conchiglia nella mano, si avvia verso il mio sogno. [...] Appare all'interno delle mie palpebre, in questo solo mondo a lui accessibile. Gli batte il cuore trafitto. Si alza il primo vento dai capelli. [...] (W. Szymborska)
 
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 06/12/13 alle 10:53 via WEB
Non so usare html... la prima frase è mia. Da "Il mio caduto" è una poesia della Szymborska... anche se si è persa la scansione in versi :/ (è comunque una bellissima fiaba)
 
   
korov_ev
korov_ev il 06/12/13 alle 11:50 via WEB
Una perla, un filo di perle, per ogni lacrima fuggita, per mille lacrime trattenute.

Il mio caduto, il mio tornato polvere,
assunto l'aspetto che ha nella fotografia:
sul viso ombra di foglia, conchiglia nella mano,
si avvia verso il mio sogno.
[...]
Appare all'interno delle mie palpebre,
in questo solo mondo a lui accessibile.
Gli batte il cuore trafitto.
Si alza il primo vento dai capelli.
[...]
(W. Szymborska)

Ecco, madame, gliel’ho aggiustata, ma come lei dice, questa operazione non ha aggiunto nulla alla bellezza dei versi.
Sì, un filo di perle, una per ogni lacrima sfuggita e raccolta; addensata attorno ad un dolore a partorire bellezza.
Il sogno è quella dimensione in cui tutto può essere; un regno nel quale la ragione è impotente e in cui si ritrovano pezzi di altre vite. Pezzi nostri di vite non nostre o nostre e non vissute.
Sa, madame, leggevo proprio stamattina da un quotidiano, che alcuni ricercatori sostengono che attraverso il DNA vengano trasmesse, per immagini, anche conoscenze di luoghi, avvenimenti o paure che hanno fatto parte della vita dei nostri avi, e che il subconscio sia il “mezzo trasmissivo” ideale per questi ricordi un po’ speciali: chissà, forse il sogno è davvero un ponte tra mondi.
 
     
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 09/12/13 alle 15:03 via WEB
Accidenti, invidio la sua destrezza! Comunque la bellissima fiaba era la sua. E' affascinante questa cosa che ha letto... potrebbe essere vera se dinnanzi al fuoco, Buck ritrova i suoi ricordi e la sua natura ancestrale di lupo.
 
     
korov_ev
korov_ev il 09/12/13 alle 19:34 via WEB
E' andata proprio così, madame, ma non era Buck, bensì dei topi. Topi da laboratorio, s'intende.
Pare abbiano riconosciuto le trappole in cui i loro genitori erano caduti prima che loro nascessero o che sapessero quali cibi potevano mangiare e quali no perché dannosi e altre amenità del genere.
E' un vero peccato che, malgrado tali ricordi ancestrali, si rimanga comunque "topi in trappola", non crede, Madame Maddalena?
P.S. Grazie per i complimenti.
 
Restituzioni
Restituzioni il 09/12/13 alle 20:45 via WEB
Mi hai commossa... sarà che oggi è giornata di fragilità e di malinconia, ma non di tristezza. Un saluto :)
 
 
korov_ev
korov_ev il 10/12/13 alle 17:14 via WEB
Sono contento per lei, madame, se la tristezza non è di casa lì, oggi. Le auguro che non torni prima di qualche secolo :-)
 
lussert
lussert il 10/12/13 alle 12:49 via WEB
Anni addietro, per cercare di farmi perdonare un grave torto commesso nei confronti di una persona amata, scrissi anche una fiaba in cui parlavo di lacrime e perle. Lacrime versate su entrambe le sponde del fiume, lacrime vere, piante da persone adulte ma scaturite proprio dalla forza dei tanti bambini che ci portiamo dentro, quelli egoisti e immaturi che non hanno saputo crescere e quelli innocenti, spontanei e curiosi che per fortuna ancora resistono. Non so se davvero le lacrime si trasformino in perle, so però che, come si dice dalle mie parti, le lacrime lavano gli occhi e dopo vedi molto meglio. Detto questo, Signor K, mi associo ai complimenti per lo splendido racconto :)
 
 
korov_ev
korov_ev il 10/12/13 alle 17:38 via WEB
Già, Luss, conosco quelle storie; ne porto scritte sulla pelle e ne ho vergate sulla pelle altrui, e davvero non so se sia più difficile essere vittima o carnefice. Sapessi quante notti mi sono torturato l'anima chiedendomi se ci potevano essere altre vie.
Nelle favole, almeno, finisce (quasi) sempre che tutti vivono felici e contenti :-)
Grazie per i complimenti, Luss, se continuate così mi farete arrossire :-)
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 18/12/13 alle 02:59 via WEB
In questo suo post lei, con una favola, a tutti i bambini già adulti e a quelli che ancora non lo sono diventati, nelle prime 6 righe ha insegnato la filosofia di una vita umana e nelle ultime 16 ha svelato due segreti. Il primo, che una perla è una lacrima perfetta che racchiude nel suo guscio levigato gli spigoli di un dolore perché non facciano più male. E il secondo, che mentre si dorme e si vive tornerà la neve e il grano sarà d'oro; ed ognuno di noi sarà, ed è, l'ultimo possibile capolavoro...Grazie per questo racconto, Korov_ev.
 
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