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Un ponte per Terabithia

Post n°43 pubblicato il 07 Gennaio 2014 da korov_ev

C'è vento, oggi. Vento e cielo plumbeo, ma anche un sole che a tratti fa capolino tra le nuvole pesanti; la sua luce radente dona un aspetto gotico e insieme radioso alle cose. C'è un prato di fronte a me, e un fitto bosco; o forse no, forse non c'è nulla di tutto ciò.
Ho da sempre questo “problema”: non saper distinguere la realtà dall'immaginazione. Soprattutto in giornate come questa. Quel che vedo si trasforma davanti ai miei occhi e un attimo dopo non è più quel che era pur mantenendo nella mia mente la sua essenza. L'aria calda rende leggeri gli odori, li stacca dalla terra bagnata, dall'erba color ruggine, dalle cortecce dei tronchi richiuse come mani rugose, allora le mura antiche cominciano a raccontare con la loro voce di vecchia e io le vedo, quelle storie. Non le immagino, le vedo; e la corolla bianca di un fiore scosso dal vento diventa la torre di un antico castello, i suoi petali, merli d'avorio che rilucono all'alba; poi lo sguardo si apre e accoglie le onde di quel mare verde accarezzato dal vento e adesso il castello è solo una favola disegnata sulla veste delle colline increspata come quella di una donna lontana, distesa; e le colline stesse diventano i suoi fianchi e i seni morbidi.
A volte ho la sensazione che i miei occhi siano “solo” un ponte, ed io un viandante curioso che se ne frega di essere scalzo.

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Commenti al Post:
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 07/01/14 alle 21:57 via WEB
Di questo post, la prima cosa che mi ha colpito è stato il titolo e quel "Terabithia". Incuriosita, da questa strana parola, ho fatto copia incolla di questa ultima parola e ho cercato su internet. Scopro che il titolo del tuo post è anche un film. Leggo il tuo post, leggo il racconto del film. Mi sembra d'intuire, che nel tuo post prendi spunto dal film, ma t'insegui in un ritmo personale. Ecco, ora la cosa che m'incuriosisce è il collegamento. Ti è piaciuto, ricordi questo film...il film, mi sembra di capire dalla trama, sia un pò triste seppur con lieto fine. (Di nuovo, ancora, la tistezza..ricorrente nei tuoi post, ora anche nel film) Nel tuo post che fa un percorso, un viaggio proprio, dove il ponte sono gli occhi, dove nell'immaginazione ogni cosa è possibile...l'ultima frase: "...ed io un viandante curioso, che se ne frega di essere SCALZO"

Dovrei cambiare spacciatore...lo so!!
 
 
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 07/01/14 alle 22:12 via WEB
Tu però sei un animo decisamente molto inquieto.
 
   
korov_ev
korov_ev il 08/01/14 alle 11:16 via WEB
Sa, madame, per certe persone l’inquietudine è inevitabile. Non so se sia una questione di genetica caratteriale o se sia piuttosto la vita a fare di una persona una persona inquieta, probabilmente entrambe le cose, ma fondamentalmente credo che chiunque si ponga domande non possa che essere una persona inquieta, dal momento che ogni risposta trovata genera sempre domande ancor più ardite.
 
 
korov_ev
korov_ev il 08/01/14 alle 11:14 via WEB
Cercherò di soddisfare la sua curiosità, madame. In effetti non è stato il film ad ispirare il post, il collegamento è di natura puramente associativa: il tema portante del film è la fantasia, quella con cui si creano mondi assoluti e impenetrabili a chi guarda solo con gli occhi, e siccome il mio post parla proprio di questo, gli ho dato per titolo lo stesso del film. Questo è l’unico punto di contatto tra i due.
Il film, è bello e assolutamente non triste fino a poco prima della fine, quando la morte fa irruzione nella storia in maniera inaspettata (ci sono rimasto male anch’io, se devo dirle la verità) e il finale rimane avvolto in un limbo che non chiamerei “lieto fine”. L’aver trovato il passaggio per il regno incantato di Terabithia, da parte del protagonista, è un successo che illuminato dalla luce cupa del dramma ha più il sapore di una fuga dalla realtà, che quello di una scoperta gioiosa.
La sua seconda perplessità mi sembra di intuire si riferisca alla parola”scalzo” che chiude il post. Be’, vede, madame, un viandante è qualcuno che viaggia, che va, e le scarpe sono qualcosa di fondamentale per chi cammina. Alcuni viandanti si fermano quando le suole sono consumate, altri, invece, hanno un amore talmente grande per il viaggio che pure con le scarpe rotte o a piedi nudi, continuano ad andare, malgrado i sassi, le merde pestate e l’asfalto rovente di mezzogiorno. Ecco, il mio amore per il viaggio della fantasia è come quello di un viandante che, seppure scalzo, continua ad andare perché non sa resistere alla curiosità di scoprire cosa ci sia oltre l’orizzonte o dove finisca l’arcobaleno.
P.S. Se vuole le do il numero del mio pusher.
 
   
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 08/01/14 alle 13:17 via WEB
Giuro che, aveveo una "battuta" simpatica, sulla punta della lingua... ^_^
 
     
korov_ev
korov_ev il 08/01/14 alle 16:05 via WEB
Madame, ma perché se l'è trattenuta?
Guardi che qui è libera di dire tutto ciò che vuole e non certo io mi sognerei di mettere limite alla sua creatività.
Una risata fa sempre bene, mi creda. E non si preoccupi del fatto che io possa offendermi: l'offesa è portata dall'intenzione di fare male, non dal prendere e prendersi un po' in giro :-)
 
     
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 09/01/14 alle 01:50 via WEB
Mi sono trattenuta per non essere zittita, Milord!!
 
     
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 09/01/14 alle 01:50 via WEB
^_^
 
     
korov_ev
korov_ev il 14/01/14 alle 15:46 via WEB
Questa era una bella battuta.
(...perché era una battuta, vero?)
:-)
 
     
BacardiAndCola
BacardiAndCola il 15/01/14 alle 05:32 via WEB
Certo Milord. ^_^
 
   
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 27/01/14 alle 03:17 via WEB
Secondo me lei non è un viandante che "seppure" scalzo continua a camminare verso Terabithia; ma proprio il contrario...lei, o chiunque come lei riesca a "vedere" oltre il ponte o addirittura crearlo per aiutare anche altri viandanti ad accedere oltre la semplice vista, è un viandante che continua a camminare "proprio perché" scalzo. Non servono le scarpe per chi passeggia sui terreni composti "dalla stessa sostanza di cui sono fatti i sogni" così come gli occhi non servono ad Edipo per vedere la verità. Non tutti, come suggerisce il film, si muovono agevolmente tra i due mondi, e senza l'aiuto di questi maghi chiamati artisti e visionari, a volte le corde si strappano...e si può restare al di qua del ponte, incapaci di attraversarlo ancora oppure non essere più in grado di distinguere il passaggio e restare per sempre al di là dell'orizzonte, dove "finisce l'arcobaleno". Ma in quel caso, come accade per il Piccolo Principe, il corpo diventa un po' troppo pesante per un simile viaggio e viene abbandonato al di qua del ponte...
 
     
korov_ev
korov_ev il 29/01/14 alle 16:41 via WEB
Ben tornata, madame, cominciavo a preoccuparmi. Spero le vada tutto bene.
Allora lei dice che io stesso sono il ponte?
Ho sempre sospettato che avrei fatto quella fine, ma io pensavo di finirci sotto, ad un ponte :-)
 
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 09/01/14 alle 20:34 via WEB
Lei è dunque parte della prima schiera. E' una fortuna ed una maledizione al tempo stesso: riesce a vivere cose che ad altri sono precluse, ma non vive senza l'inquietudine che dell'immaginazione è corollario, bagaglio inevadibile. Lo "immaginavo"... :)
 
 
korov_ev
korov_ev il 14/01/14 alle 16:16 via WEB
Eh già, madame, faccio parte di quella schiera di dannati coi piedi a terra e gli occhi al cielo :-)
 
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