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Guerrino ou l'ignorance (ieri e sempre)

Post n°61 pubblicato il 25 Settembre 2014 da korov_ev

Eravamo ignoranti. Sapevamo solo zappare; zappare e fare figli.
A memoria, conoscevamo l'Ave Maria e il Padre nostro; a memoria d'uomo, la fame e la miseria.
Ci hanno insegnato a leggere, sì. Ci hanno insegnato a leggere e poi hanno scritto tutto ciò che potevamo leggere: "Il Duce ha sempre ragione!"
Ma guardalo là, guarda!... Quanto avrà? dodici anni? tredici?
“…E’ tutta colpa degli inglesi!”
Ci dicevano così.
Tutti i mali dell’Italia coloniale vengono da lì, dall’Inghilterra che ci ruba le colonie, ci affama di embarghi, ci costringe a bere caffè di cicoria…”
E io… se avessi avuto un inglese tra le mani me lo sarei mangiato, io!
Allo stesso modo in cui ora gli occhi di Bilhall divorano lo schermo dal quale recita la sua poesia di morte.
Tredici anni, una kefia sulle labbra appena adolescenti e le tasche piene di terrore e morte per gli infedeli. Lui di fronte a me dall'altra parte del mondo e dello schermo, e io, qui, che so, ma non so fare, non so raccontare. Non so dire di quanto fossi ignorante allora e quanto la vita sia bella oggi; non so dire perché non si riesca mai a camminare in equilibrio sul filo della ragione né a cadere nella rete di una carezza. Io, qui, che non so essere più che questo: un TELEspettatore.
Un telespettatore con addosso la paura che la distanza di quel prefisso greco si accartocci ad una fermata d’autobus o in un treno affollato di vacanzieri; paura che si comprima nella violenza di uno scoppio dietro l’orecchio o che si stenda nel grido senz'aria di una gola recisa
E allora cammino per strada e guardo intorno tutti quegli occhi scuri e i volti come macchie olivastre che dell’olio hanno il colore e lo spandersi, in uno scivolare silenzioso che piano ha riempito di speranze e rimpianti, di sogni delusi e veli colorati, un paese che ora ha paura.

Guerrino era un vecchio. Guerrino è stato sempre vecchio da che io lo ricordo, o almeno così a me è sempre apparso. Da giovane era amico di mio nonno, hanno fatto la guerra insieme. Quasi sempre, quando ritornavo al paesello, lo incontravo per la via principale e ogni volta mi invitava a bere un bicchiere. Allora mi raccontava di quand’erano giovani; mi raccontava della guerra e delle donne. Adorava le donne. Aveva novant’anni e più, ma se avesse potuto si sarebbe scopato la prima che gliel’avesse data.
Guerrino adorava le donne, ricordava la guerra e non sopportava l’ignoranza.
Non parlo dell’ignoranza di colui che sceglie di essere ignorante, di quelli diceva: “Che se la piangano!”
No, lui non sopportava l’ignoranza in cui si viene tenuti a forza. Dal governo, dalla chiesa, dalla moglie che ti cornifica. Dal potere.
Guerrino era un vecchio ed è morto l’anno scorso lasciandomi in eredità le poche parole scritte qui sopra. Parole sue tradotte dal dialetto avvinazzato e quasi rabbioso di un giorno di marzo di qualche anno fa mentre dalla tv la voce di un giovane “martire” precipitava sulle sue memorie fumose come pioggia su fili scoperti.

 

 

 

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Commenti al Post:
Maddalena_e_oltre
Maddalena_e_oltre il 25/09/14 alle 20:30 via WEB
No, non si trova quell'equilibrio. Forse non basta la paura o forse quell'ignoranza ha troppo peso e troppo poco la curiosità per voler vedere oltre la ragione del Duce. E allora è inutile cercare risposte in quegli occhi che rilucono forse vuoti, forse folli, dietro la fessura nera di un cappuccio da boia. Fame e miseria non sempre insegnano quel che è giusto, e la colpa sarà sempre di quelli al di là del mare.
 
 
korov_ev
korov_ev il 25/09/14 alle 21:10 via WEB
Fame e miseria non insegnano mai ciò che è giusto, madame, insegnano solo a rifuggirle, e l'ignoranza dà a quei fuggitivi una via da percorrere, basta che qualcuno la lastrichi di promesse. Che siano esse terre ai contadini o vergini ai martiri.
E mi creda, la curiosità nasce quando intorno succede qualcosa di diverso: se tutto rimane fame e miseria nessun dubbio vale più che un grammo di minestra.
 
RendezVous_Rendy
RendezVous_Rendy il 25/09/14 alle 21:37 via WEB
La kefia è anche un segno di virilità e se un manto, un cappello, una sciarpa o un turbante dimostra la propria mascolinità, quanto potrebbe dimostrarla un uomo con il fucile che ne uccide un altro? O peggio!! Ha detto bene Korov, ignoranza!! Tanta e vasta, su molti fronti. E quando dice che la fame rende ciechi, sordi e muti, io non posso che concordare e osservare gli occhi "toccati" di chi negli occhi brilla la rabbia. E' un antidoto sa per la paura? Antidoto alla impotenza anche?

Mi chiedevo Korov, se noi TELEspettatori, non fossimo stati informati che la rabbia potrebbe arrivare fin quì, Lei ci avrebbe fatto ugualmente un post? Sarebbe stato toccato allo stesso modo? (Dico lei, per dire tutti!)Perchè vede non è solo l'ignoranza oggi, e anche l'indifferenza.
 
 
korov_ev
korov_ev il 27/09/14 alle 21:06 via WEB
Alla femmina è stato dato il potere di dare la vita, madame, al maschio non rimaneva che quello di toglierla e così è stato. Ecco perché, per molte culture, appare maschile l’uomo marziale: perché detiene quel potere.
Quanto alla sua domanda sull’indifferenza della nostra società, essa sarebbe evidente anche ad un cieco. Ormai viviamo esclusivamente per noi stessi. Per menefreghismo, per convenienza, per paura. I buoni samaritani sono una specie in via di estinzione, e con essi è destinato a morire anche quel famoso prossimo che avremmo dovuto amare come noi stessi: sa, quello di Cristo non era un precetto, era un consiglio di buon senso.
Però mi permetta di dire che, almeno per quanto mi riguarda, ho scritto questo post non perché sono stato informato che quella rabbia potrebbe arrivare fin qua, non è stata la paura a svegliare la mia sensibilità, ma il dolore che quell’ignoranza genera, sia “qua” che “là”. Un dolore che forse si poteva evitare, perché la rabbia non è antidoto all’impotenza, madame, ne è figlia.
 
selenezar
selenezar il 25/09/14 alle 22:42 via WEB
E Noi? Noi che non soffriamo la fame e non conosciamo la miseria; Noi che abbiamo studiato e ci illudiamo di essere liberi. Noi siamo, o no, ignoranti?
 
 
korov_ev
korov_ev il 27/09/14 alle 21:05 via WEB
Vede, madame, l’ignoranza di cui lei parla non è la stessa che Guerrino condannava; l’ignoranza di cui lei parla è quella di cui lui diceva “Che se la piangano!”. Non è l’ignoranza di chi viene tenuto al buio, ma quella di chi chiude gli occhi.
Ai tempi di Guerrino la maggior parte delle persone erano ignoranti del primo tipo, oggi le proporzioni sono invertite, ed è indiscutibile quale delle due ignoranze sia più colpevole , però lei oggi è in grado di scrivere che noi “…ci illudiamo di essere liberi”.
Ora, a meno che lei non sia di nobile schiatta, abbia studiato alla Sorbona e girato il mondo per tre quarti della sua vita, devo pensare che tale conclusione possa trarla chiunque oggi apra gli occhi e si guardi intorno, ed è proprio questa la differenza: l’ignoranza moderna è una scelta, quella di un tempo no.
So di aver detto cose scontate, fin qui, madame, ma non l’ho fatto per insultare la sua intelligenza, le parole scritte fin qui servono a porre una semplice domanda: se, come sembra, dall’ignoranza non c’è scampo, quale delle due (o delle tante) è da preferire? Qual è il male minore?
 
   
selenezar
selenezar il 28/09/14 alle 09:37 via WEB
Le mie risposte sarebbero scontatissime :-))) Sir, non ho pensato neanche per un attimo che lei volesse insultare la mia intelligenza; è molto probabile però che io abbia male interpretato il pensiero di Guerrino. Io, se con una banalità, dovessi mettere a confronto le due specie di ignoranti, direi che i primi (i tenuti al buio) avevano/hanno un guinzaglio corto; i secondi (i fortunelli) sono stati dotati di guinzaglio estensibile. Le lascio i miei più cordiali saluti... (e perdoni se anche stavolta l'ho fatta fuori dal seminato :-))) )
 
     
korov_ev
korov_ev il 29/09/14 alle 16:20 via WEB
Ma si figuri, madame, continui pure a “farla fuori dal seminato”: è proprio quella, la terra che ha bisogno di essere concimata :-)
Scherzi a parte, a volte il fraintendimento apre veramente, nuovi orizzonti di discussione, quindi non si faccia problemi: a spiegarsi c’è sempre tempo :-)
Buona giornata, madame Selene
 
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 27/09/14 alle 23:27 via WEB
Non lo so dire neppure io, Korov_ev, perché non si riesca mai a camminare in equilibrio sul filo della ragione e sia così difficile cadere nella rete di una carezza. L’amico di suo nonno mai stato giovane le ha lasciato le sue parole avvinazzate e lucide mentre la voce di un “martire” mai stato vecchio diventava pianto sui fili scoperti di noi tutti. Forse anche il giovane della tv avrebbe adorato le donne ma il tempo non era molto favorevole ai suoi progetti e di lì a poco non avrebbe ricordato più nulla: riportava in se stesso la guerra e sopportava, ignorandola, l’ignoranza. Del potere. Quella che, come lei scrive, dà una via da percorrere lastricata di promesse, e che siano esse terre ai contadini o vergini ai martiri poco importa. Non so dire quanto la vita sia bella. Una volta eravamo ignoranti. Sapevamo solo zappare, zappare e fare figli; poi ci hanno insegnato a leggere e hanno scritto tutto ciò che potevamo leggere. Oggi come allora. Solo che oggi abbiamo studiato, riconosciamo l’ignoranza e il potere e talvolta scegliamo di sceglierla e sappiamo venderci; sappiamo venderci e trovare il modo per non fare figli. Fino a quando viene il momento per sceglierli, on demand.
 
 
korov_ev
korov_ev il 29/09/14 alle 16:21 via WEB
Ecco, madame, lei ha toccato un punto che da sempre mi duole:
Se c’è qualcosa di peggiore (e più pericoloso) dell’ignoranza è il pessimo uso che si fa della conoscenza.
Che altro dire? A volte mi sento come Troisi e Benigni in “Non ci resta che piangere” :-)
 
   
ElettrikaPsike
ElettrikaPsike il 29/09/14 alle 16:39 via WEB
Però non pianga. C'è un nuovo biscottino che ha visto la luce grazie al suo contributo: La dolcezza del mattino assente e ritrovata. E' un nome un po' lungo in stile Wertmuller, ma è stato lei a dispensarmi dalla sintesi...;-)
 
fosco6
fosco6 il 28/09/14 alle 03:21 via WEB
Ho letto con interessi sia il post e i commenti...e mi permetto solo di aggiungere che all'ignoranza, dovuta a varie ragioni che alcuni del resto hanno elencato, forse andrebbe accoppiato anche il fanatismo religioso che è certo frutto della stessa ignoranza, ma che è anche una forma di cultura per certi popoli educati ad un'unica verità e a combattere tutti gli "infedeli" per avere un premio speciale nel Regno dei Cieli.
Saluti...CARLO!
 
 
korov_ev
korov_ev il 29/09/14 alle 16:22 via WEB
Eh già, Fosco, la cultura di un popolo è ciò che caratterizza quel popolo ed è giusto che esista, ma quando essa si fa chiusura nei confronti di tutto il resto, diventa ignoranza. Quando poi ci si mette di mezzo un padreterno (qualunque esso sia) e il suo popolo eletto (qualunque esso sia) be’, allora l’ignoranza si fa pericolosa.
Del resto il fanatismo religioso è forse l’unica forma di ignoranza coerente con se stessa: non fu forse il padreterno il primo a hem… come dire? “Sconsigliare” la conoscenza umana? :-)
 
woodenship
woodenship il 29/09/14 alle 18:06 via WEB
Chissà perchè ma ho un forte senso di analogia tra l'essere ignorante a zappare la terra,con l'essere istruiti a digitare sulla tastiera di un pc e restare ugualmente ignorante...Ma forse si dovrebbe parlare di consapevolezza,poichè l'essere più o meno ignoranti non esaurisce la questione:semplicemente la complica.Se ho studiato ed ho un titolo di studio,mi viene d'obbligo pensare che non sono ignorante;anche se poi non ho alcuna consapevolezza di chi sia e dove stia,peggio ancora da dove venga e dove vada.Allora comprendo quell'ignoranza tanto odiata da Guerrino,l'eterno vecchio,essa è il frutto di malintesi e forzature,tanto ben giocate da un potere che maneggia la società come fosse massa di manovra e carne da macello...E'strano che ricorra il centenario di qualcosa che ci è stato così vicino,ma in pochissimi ci tornino col pensiero:che differenza c'è tra il kamikaze che si immola imbottito di esplosivo ed il fante che si lanciava contro filo spinato,mitragliatrici,cannoni e baionette?Non era nemmeno fanatico religioso,semplicemente lo avevano punzecchiato alle spalle con una canna di fucile.Ma erano altri tempi.Oggi si sceglie di fare le cose in modo più chirurgico e meno degradante per i sensi di colpa:allora si bombardano matrimoni e quant'altro,dopo avere distrutto ogni possibilità di fare germogliare qualsiasi speranza di un futuro laico...Invidiabilissima eredità,quella che le ha lasciato il grande Guerrino.........Un caro saluto per una splendida serata.........W.......
 
 
korov_ev
korov_ev il 07/10/14 alle 19:12 via WEB
Eh già, Wood, è più facile manipolare le persone, quando le tieni nell’ignoranza. E fa rabbia il fatto che oggi l’ignoranza sia una scelta. Una scelta a volte comoda, altre, di comodo. Quanto ai mezzi di manipolazione, essi si adattano ai tempi. Ieri bastava “non dire”; oggi, invece, che non è più possibile mettere a tacere, o almeno non è facile come cent’anni fa, la strategia è divenuta “dire quel che la gente vuole sentirsi dire”.
Il risultato, oggi come ieri, non cambia: “ignoranti istruiti”, ma coglioni come sempre.
 
Dotta.Ignoranza
Dotta.Ignoranza il 29/09/14 alle 22:23 via WEB
La "cultura" della assuefazione all'odio, volta a distorcere ogni forma di sviluppo del reciproco rispetto della diversità. La "cultura" dell'ignoranza benedetta da ogni forma di potere , sì, questo è l'orrore globalizzato e condiviso dalla massa sterilizzata intellettualmente. Mi è molto caro il contadino - "evoluto" - dalla certezza che madre natura insegna più di quanto si possa imparare. :-))
 
 
korov_ev
korov_ev il 07/10/14 alle 19:12 via WEB
Sì, madame, come dicevo a monsieur Wood qui sopra, cambiano le tecniche di manipolazione, ma non i risultati né le teste che dirigono.
Cent’anni afa mio nonno avrebbe detto (a ragion veduta) cambiano i cazzi, ma i culi so’ sempre gli stessi. Oggi magari la musica è leggermente diversa: cambiano i cazzi, ma si vede che a prenderlo nel culo c’è un qualche gusto.
P.S. Purtroppo quel “contadino evoluto” non ha imparato dalla terra, madame, ma dalla guerra. È che ci sono cose che bisogna passarci in mezzo, per farle proprie, solo che quando cominci a capire qualcosa e potresti cambiare davvero il mondo è già ora di morire. E i tuoi figli, i tuoi nipoti e pronipoti rifaranno gli stessi identici errori aggravati dalla possibilità che dà il progresso di far più danni ancora.
 
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