IL MONDO CHE VORREI

CARO IL MIO DIARIO 10


Caro il mio Diario,                        avrei voluto scrivere, almeno per una volta da quando ho iniziato a riempire le tue pagine, qualche cosa di diverso dal solito. Per esempio avrei voluto dedicare qualche tua riga a queste bellissime giornate di sole, a quando, finita la scuola, partivo per il mio paese dove mi aspettavano tre mesi pieni di divertimento.                        Avrei voluto scrivere di quando, nel mese di Luglio di tanti anni fa andai per la prima volta in villeggiatura in Sicilia. Ne rimasi talmente affascinato che tornai in quella splendida regione per ben dodici anni di seguito.                        Avrei voluto tornare indietro con la memoria fino alla mia più tenera età e sorridere mentre, scrivendo, ripenso a tutte le bricconate fatte con gli amici.                        Avrei… ma questa sera non è possibile. Ho altro per la testa. Non ho buone notizie per quanto riguarda la mia salute. Il consulto con il Professore di radio-tomo-terapia non ha avuto esiti confortanti.                        Non posso essere irradiato di nuovo. Troppo poco tempo è passato da quando ho terminato il ciclo di 35 sedute. Per poter di nuovo essere sottoposto a radio-terapia dovranno passare almeno altri sei-sette mesi.                        “Professore, e intanto che succede?” “Continuerà ad ingrossarsi” , è stata la risposta che mai avrei voluto sentire.“Dovrà comunque fare nel frattempo chemioterapia, anche se a livello osseo non è chesia la soluzione ottimale.”                        Sono uscito dallo studio medico senza forza nelle braccia e nelle gambe. Avrei voluto urlare  la mia rabbia a chiunque mi fosse capitato vicino in quel momento.                         Poi, caro Diario, è subentrata la rassegnazione, la consapevolezza che di fronte al destino ognuno di noi è vittima dello stesso, non può modificarlo assolutamente a proprio piacere e per la propria convenienza.                        Adesso,amico mio, non mi resta che attendere. Attendere che questi mesi passino in fretta senza causare danni più gravi di quelli che già ho. Attendere che torni il mio Oncologo per sapere se sarà possibile fare delle infiltrazioni di chemioterapia. Attendere… attendere.                        Non voglio più attendere. Voglio sapere adesso, subito, che cosa ne sarà di me.                        Ho il diritto di vivere quello che mi resta nel modo migliore possibile. Poi potrò vivere un giorno, un anno, dieci anni. Non ha importanza quanto, è importante “come”.                        Non mi va di riempire le tue pagine solo di cose negative. Preferisco fermarmi qui.                        Non ti offendere, amico caro, domani ci incontreremo di nuovo e spero di essere in una condizione diversa da quella di adesso.                        A domani, non mancare.                                                                                  Enrico