IL MONDO CHE VORREI

CARO IL MIO DIARIO 1/11


               Caro il mio Diario,anche se ho avuto modo di scrivere su di te il 20 di Gennaio, ho deciso che questo di oggi sarà, da me considerato il primo mio scritto del nuovo anno.                Le cose che ho da dirti non sono molte, ma sono comunque importanti. In particolare voglio parlarti di un avvenimento, successo oggi, che mi ha lasciato l’amaro in bocca oltre che tanta tristezza nel cuore.                 Oggi (e ti prego di scusare il gioco di parole), ho capito che è difficile capire chi non vuol essere capito e non vuol neanche capire.                 Fino qualche giorno fa colei che, afferma di volermi star vicino per sempre, di amarmi, di non poter fare a meno di me, si lamentava per il mio comportamento un po’ freddo e distaccato nei suoi confronti. Senza minimamente pensare che, almeno per quanto mi riguarda, certi miei atteggiamenti non erano diretti a lei in particolare, ma erano, e sono, dettati da un disagio mentale che, purtroppo, mi porto dietro da quando sto combattendo la mia battaglia per la vita. Non capiva, e non capisce, che non è così semplice non pensare a quello che ho, anche se ho cercato, e continuamente tento, di farlo.                Due giorni fa, poi, ho avuto altre notizie affatto rassicuranti che avrebbero messo per terra chiunque, ma non me. Cosa strana, da lunedì passato, da quando cioè ho saputo che il mio cane nero sembra stia occupando altre parti di me, ho come avuto una iniezione di forza, di energia. E’ tornata a farsi vedere la caparbietà e la voglia di continuare a lottare, come prima e più di prima.                 A tutto questo aggiungo il fatto che sapere che lei è vicino a me mi da ancor più voglia di vivere.                Oggi, invece: “Ho deciso di riflettere, di ritrovare me stessa. Di cercare di fare qualche cosa per me, perché fino ad ora non ho fatto altro che pensare agli altri. Ai miei figli, a mio nipote, a te. E non a me. Pertanto per un mese non voglio sentirmi pressata,  voglio riflettere. Non sarò neanche sul mio blog.”                Poi ha aggiunto: “Ci vedremo, faremo qualche partita a carte, parleremo.”                Caro amico mio, cosa posso dire?  Niente. Posso solo ringraziare, assicurare che non mi dimentico di ciò che è mio dovere ricordare, e ricominciare, di nuovo, per l’ennesima volta.                Nessun problema. Solo ero e solo sarò nel futuro. E’ certo, però, che la voglia di vivere non mi manca. E’ assolutamente certo che certe battaglie si combattono da soli. Non si può obbligare nessuno a combatterle per te e con te.                 Detto questo, per oggi, non ho altro da scrivere su di te. Non mi ucciderò di certo per essere stato me stesso, con onestà, senza fingere di essere un’altra persona.                A domani, o dopo, amico mio.                                                                                                              Enrico