FERNANDO EROS CAROCONTRO LA PENA DI MORTE |
PETIZIONE PER FERNANDO EROS CARO
YAQUI (POPOLO)
Gruppo etnico di indiani d’America che vive prevalentemente nello stato messicano di Sonora, lungo il fiume Yaqui. Popolazione appartenente al ceppo linguistico uto-azteco, gli yaqui possedevano una coesione sociale, tradizioni, costumi e forme di governo tanto solidi e radicati, che né gli spagnoli né i gesuiti riuscirono mai a sottometterli totalmente. Il forte spirito di autonomia indusse gli yaqui a creare, durante la guerra d’indipendenza del Messico, una confederazione di indios nello stato di Sonora. In seguito, la ribellione degli yaqui al governo di Porfirio Díaz portò alla loro decimazione. Nel censimento del 1990 il gruppo contava 13.000 unità, stanziate, oltre che in Messico, anche in Arizona
Non sono la'. Non sono morto.
Io sono mille venti che soffiano.
Io sono lo splendore nella neve.
Io sono le lacrime che luccicano nei tuoi occhi.
Non piangere per me. Non sono morto.
Io sono il sole sui tuoi capelli: guardami.
Io sono dappertutto.
Per favore, non stare a piangere per me.
Non sono la'. E non dormo..
La vita è ciò che tu ne fai. Il segreto per giungere all'appagamento non è la ricchezza, il potere o la longevità, ma è il vivere la vita stessa.
PARLIAMONE .....
www.mediconadir.it/libri_%203_%20present.html
www.comune.macerata.it/Engine/RAServePG.php/P/72791CMC0300/M/63471CMC0315
www.magazine.unibo.it/Magazine/Notizie/2007/10/15/Letture_Ad_Alta_Voce.htm
www.arcoiris.tv/modules.php?name=Downloads&d_op=getit&lid=8731&ext=_big.ram
http://controlapenadimorte.splinder.com/post/16975851/Fernando+Eros+Caro
http://blog.libero.it/marcocinque/
http://albertomasala.blogspot.com/2007/03/poeti-da-morire.html
I MIEI BLOG AMICI
MENU
« Vi racconto la leggenda ... |
Maximilien Robespierre: "DISCORSO CONTRO LA PENA DI MORTE"
Ascoltate la voce della giustizia e della ragione; essa grida che mai il giudizio dell’uomo è tanto certo da far sì che la società possa dare la morte a un uomo condannato da altri uomini soggetti a sbagliare. Provate a immaginarvi il più perfetto ordinamento giudiziario; provate a trovare i giudici più onesti e più illuminati, resterà sempre un margine di errore o di prevenzione. Perché togliervi la possibilità di ripararli? Perché condannarvi all’impossibilità di soccorrere l’innocenza oppressa? Che importanza hanno questi rimpianti sterili, questi rimedi illusori che concedete a un’ombra vana, a cenere insensibile: non sono altro che la triste testimonianza della temerarietà incivile delle vostre leggi penali. Togliete all’uomo la possibilità di espiare il suo peccato col pentimento o col compiere azioni virtuose, precludergli senza pietà il ritorno alla virtù, alla stima di se stesso, affrettarsi a farlo, per così dire, scendere nella tomba ancora marchiato del suo crimine, rappresenta ai miei occhi la più orrenda raffinatezza della crudeltà.
Il primo dovere di un Legislatore è di forgiare e conservare i costumi pubblici, fonte di ogni libertà, di ogni benessere sociale; egli commette l’errore più grossolano e funesto, per arrivare a uno scopo particolare, si allontana da quello generale ed essenziale. Bisogna dunque che la legge rappresenti sempre per i popoli il modello più puro della giustizia e della ragione. Se le leggi, invece di caratterizzarsi per un’efficace, calma, moderata severità, offrono il destro alla collera e alla vendetta, se fanno scorrere sangue che dovrebbero invece risparmiare e che comunque non hanno il diritto di spargere, se offrono allo sguardo del popolo scene crudeli e cadaveri straziati dalle torture, allora esse confondono nella mente dei cittadini il concetto del giusto e dell’ingiusto e fanno nascere in seno alla società feroci pregiudizi che a loro volta ne producono altri. L’uomo non è più per l’uomo una cosa così sacra; si ha un concetto meno alto della dignità umana quando la pubblica autorità si fa gioco della vita. L’idea dell’assassinio ispira molto meno orrore quando è la stessa legge a darne spettacolo ed esempio; l’orrore del crimine diminuisce poiché essa lo punisce con un altro crimine. State molto attenti a non confondere l’efficacia delle pene con l’eccesso di severità: l’una è assolutamente l’opposto dell’altra. Tutto è fecondo nelle leggi equilibrate, tutto cospira contro leggi crudeli.
30 maggio 1791
INFO
YAQUI
DICIAMO NO ALLA PENA DI MORTE PERCHE' .......
- è diseducativa: non solo uccide, ma insegna anche ad uccidere
- l'attesa della morte è il massimo terrore che un essere umano possa provare
- è iniqua e razzista: non vale per i ricchi e potenti ma solo per i poveri, le minoranze, gli handicappati, gli analfabeti ......
- le statistiche ci dicono che il rischio di uccidere anche gli inoocenti è molto elevato
- oltre ad essere crudele è anche inutile: in secoli di storia umana la pena capitale non è riuscita a cancellare l'ingiustizia ed il crimine
- non ha nessun potere deterrente: la criminalità e la violenza aumentano nei Paesi che la applicano
- i condannati vengono degradati e disumanizzati facendo credere all'opinione pubblica che non sono esseri umani
- quando è uno stato ad uccidere siamo tutti colpevoli
- è peggiore dei crimini che vuole punire
- ....... si può vivere, si può morire, ma nessuno dovrebbe vivere aspettando di morire .......
ARTE E CATENE DA SAN QUENTIN
Cesare Beccaria