Che l'inse?

Internet...una corsa continua...


Da Lastampa.it:2/7/2012
Un minuto di vita nel web: tweet, mail, video, richieste e idee. Siamo liberi o schiavi?
ANDREA MALAGUTI, CORRISPONDENTE DA LONDRA
La guerra dei mondi. Quella del terzo millennio si combatte in uno spazio infinito ma molto terreno: la rete. Un luogo mitico, che dilata il tempo e i confini fino a farli esplodere e collassare in un enorme buco nero della conoscenza e dell’informazione, in cui le idee, le scelte e le curiosità di due miliardi e cento milioni di persone si incrociano ogni giorno. Un terzo della popolazione planetaria è costantemente connessa in un flusso di coscienza tumultuoso, fuori controllo e senza precedenti i cui effetti, va da sé, sono ben chiari e presenti nella vita reale, sempre che tra le due dimensioni esista ancora una differenza. Ma quanto materiale mangia, mastica, lavora e consegna lo spazio sacro del web per ogni singolo minuto che passa? Secondo i calcoli dell’Università di Stanford, citati da The Sun, ogni sessanta secondi vengono scambiati centomila tweet. Neanche troppi se confrontati con le duecento milioni di mail, le 48 ore di video precipitate su YouTube, i due milioni di richieste digitate su Google o i 658 mila elementi di confronto condivisi du Facebook e i 350 nuovi blog postati nello stesso lasso di tempo. Il respiro affannoso dell’umanità restituito dagli schermi bollenti dei computer. Perfetto, ma perché guerra? La Apple sta per aprire un nuovo data centre da 800 milioni di dollari in Nevada, per ospitare servizi on line come iTunes store, App Store o iCloud. Sarà il terzo della catena, altri due sono presenti in North Carolina e nell’Oregon. Un’espansione figlia dell’enorme successo dell’IPhone, che può contare 47 mila nuove applicazioni scaricate al minuto. Microsoft di data centre ne ha sei (Dublino, Amsterdam, Chicago, San Antonio in Texas, Singapore e Hong Kong), mentre Facebook sta costruendo una minicittà da 700 milioni di dollari a Lulea, nella zona nord della Svezia, per ospitare i propri macchinari. Fiumi di progetti e di pensieri vengono archiviati, selezionati e registrati, nel più gigantesco accumulo di proprietà intellettuali della storia. Tesori da proteggere gelosamente in strutture più segrete e blindate di Fort Knox. Chi sono i nuovi padroni della terra? La risposta è troppo facile. Magnati digitali che conservano come inarrivabili dei la memoria di questo piccolo brufolo della via lattea, in cui sempre di più i microscopici abitanti non chiedono altro che chiudersi nella propria stanza tra oggetti che diffondono familiarità e calore senza bisogno di riconoscenza in cambio, con la certezza che almeno la solitudine non richiede impegno a nessuno. Alienati, soli, ultraconnessi. Liberi o definitivamene schiavi? Integrati o disintegrati? Individui o semplici click?